Concetti Chiave
- Nel 1628 i portoghesi assoggettarono il Mozambico, distruggendo il regno di Monomotapa e la civiltà degli shirazi a Kilwa, unendo elementi africani e musulmani.
- I portoghesi affrontarono ostacoli da parte dei musulmani africani e arabi sulla costa orientale, che mantenevano insediamenti semi-feudali basati su agricoltura e commercio di oro e schiavi.
- Sulla costa occidentale, i portoghesi applicavano una politica di cristianizzazione e commercio di schiavi, destabilizzando il Congo e rafforzando il loro dominio in Angola.
- Francesi e inglesi entrarono nel commercio degli schiavi, con i francesi che stabilirono basi in Senegal e Madagascar, e gli inglesi che ottennero il monopolio con la compagnia reale dell'Africa.
- In Etiopia, i gesuiti spagnoli riuscirono temporaneamente a unire la chiesa cristiana abissina al cattolicesimo, ma furono espulsi nel 1632, con il paese che cadde in semianarchia verso la fine del secolo.
Indice
Conquista portoghese del Mozambico
Nel 1628 i portoghesi riuscirono ad assoggettare il Mozambico, distruggendo il regno di Monomotapa e la ricca e plurisecolare civilta degli shirazi nell'isola di Kilwa: un originale connubio di elementi africani e musulmani, dediti al commercio intercontinentale fra le regioni africane e quelle asiatiche, fino alla Cina.
Anche successivamente il Mozambico resto sotto il controllo dei portoghesi, ma questi subirono gravi sconfitte verso la fine del secolo XVII, come quando, nel 1698, vennero scacciati da Mombasa a opera degli arabi dell'Oman. Proprio i musulmani africani, con i loro alleati della penisola araba, costituivano il maggior ostacolo all'espansione portoghese sulla costa orientale africana: qui i loro insediamenti conservarono sempre un carattere semi-feudale, con una miscela di attività agricole concentrate nella produzione di cotone e di legname e di imprese commerciali basate sul traffico di oro e schiavi, frutto di razzie.
Politica portoghese sulla costa occidentale
Sulla costa occidentale, intanto, i portoghesi continuavano la loro tradizionale politica a due facce: da una parte, imponevano ai sovrani locali la cristianizzazione dei negri, e, dall'altra, esercitavano su larga scala il commercio di schiavi. La tratta degli schiavi stremava la regione del Congo, perchè stimolava un'"economia" tribale basata sulla razzia e la guerra continua. Alia fine, negli anni sessanta, il re del Congo Antonio I (i re congolesi erano in genere convertiti al cristianesimo) tento di frenare le scorrerie degli schiavisti entrando in guerra contro i portoghesi, ma venne sconfitto e ucciso: il suo paese si disgrego ancora di più e i portoghesi rafforzarono il loro dominio anche nella regione meridionale dell'Angola.
Espansione coloniale francese e inglese
Nel 1626 venne fondata la prima base francese sulla costa occidentale dell'Africa, alla foce del fiume Senegal. Per accrescere la loro partecipazione al commercio degli schiavi, nel corso del secolo i francesi estesero il loro controllo su quella costa, occupando anche le basi commerciali olandesi. A loro volta anche gli inglesi cominciarono a interessarsi al lucroso commercio degli schiavi africani con la compagnia reale della Guinea, poi assorbita dalla compagnia reale dell'Africa: a questa fu assicurato il monopolio inglese della tratta. Un altro obiettivo dell'avanzata coloniale francese in Africa fu costituito dal Madagascar, le cui regioni interne erano difficilmente accessibili ed erano frazionate in un gran numero di regni indipendenti: questa grande isola (la sua estensione e quasi due volte l'Italia) poteva rappresentare un'ottima tappa intermedia nella navigazione e nei commerci fra l'Europa e l'Estremo Oriente. Nel 1643 i francesi fondarono la piccola base di Fort Dauphin sulla costa meridionale, ma il comportamento aggressivo dei nuovi arrivati provoco una forte reazione da parte degli indigeni, sicché l'annessione dell'isola alia monarchia francese, ripetuta piu volte fra il XVII e il XVIII secolo, fu per lungo tempo soltanto un'affermazione teorica, da utilizzare soprattutto nei confronti di eventuali appetiti di altre potenze europee.
Fallimento dei gesuiti in Etiopia
All'interno del continente africano la penetrazione dei gesuiti spagnoli in Etiopia parve dare i suoi frutti nei primi decenni del Seicento, grazie all'appoggio del negus (re) Susenyos: la chiesa cristiana abissina fu unita alia chiesa catto-lica e il re di Spagna nomino, con l'avallo del papa, come patriarca un padre della Compagnia di Gesu. Ma nel 1632 Fopera dei gesuiti si concluse con un clamoroso fallimento: il nuovo negus Fasiidas li scacciò dal paese e impose la confessione copta come religione di stato. I copti erano cristiani monofisiti, seguaci delFantica dottrina che attribuiva a Gesu soltanto una natura divina, e la comunita etiopica, guidata da un abuna (padre), dipendeva nominalmente dalla chiesa copta d'Egitto, rimasta vitale anche dopo la conquista araba e posta sotto Fautorita del patriarca del Cairo. La lotta fra cattolici e copti in Etiopia fu dura anche nei secoli successivi e nel XX secolo ha conosciuto momenti di particolare ferocia, con lo sterminio di intere comunita di chierici copti, durante Foccupazione italiana dell'Abissinia in epoca fascista. Nonostante i tentativi di accentramento statale del negus Giovanni, verso la fine del secolo l'Etiopia, colpita anche dalle incursioni delle tribu nomadi dei galla, cadde in una condizione di semianarchia: Fautorita centrale divenne sempre piu debole e il potere venne gestito di fatto dai principi-governatori delle varie provincie.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze dell'assoggettamento del Mozambico da parte dei portoghesi nel 1628?
- Come influenzò la tratta degli schiavi la regione del Congo?
- Quali furono le azioni dei francesi e degli inglesi nel commercio degli schiavi in Africa?
- Quali furono le difficoltà incontrate dai francesi nel tentativo di colonizzare il Madagascar?
- Quali furono le conseguenze della penetrazione dei gesuiti spagnoli in Etiopia?
I portoghesi distrussero il regno di Monomotapa e la civiltà degli shirazi, mantenendo il controllo del Mozambico, ma affrontarono sconfitte significative, come l'espulsione da Mombasa nel 1698.
La tratta degli schiavi portò a un'economia basata su razzie e guerre continue, indebolendo ulteriormente il Congo, specialmente dopo la sconfitta del re Antonio I contro i portoghesi.
I francesi fondarono basi sulla costa occidentale e occuparono postazioni olandesi, mentre gli inglesi ottennero il monopolio della tratta attraverso la compagnia reale dell'Africa.
L'aggressività dei francesi provocò reazioni indigene, rendendo l'annessione del Madagascar alla monarchia francese solo teorica per lungo tempo.
Nonostante un iniziale successo con il negus Susenyos, i gesuiti furono espulsi nel 1632 dal nuovo negus Fasiidas, che impose la confessione copta come religione di stato.