Concetti Chiave
- La rivoluzione industriale iniziò in Inghilterra nel tardo '700 e si diffuse in Francia, mentre in Italia fu più lenta a causa di fattori come la mancanza di unità nazionale e risorse.
- In Italia, lo sviluppo industriale significativo avvenne principalmente nel nord dopo la seconda guerra mondiale.
- I cambiamenti economici furono rivoluzionari, con un aumento della produzione e varietà di beni grazie alle innovazioni tecniche e ai macchinari.
- La società cambiò radicalmente con la nascita delle fabbriche, portando alla formazione di una classe operaia salariata e di capitalisti industriali.
- L'uso del vapore permise l'impiego massiccio di donne e bambini, che lavoravano molte ore per salari bassi, trasformando le dinamiche sociali ed economiche.
La rivoluzione industriale iniziò in Inghilterra verso la fine del ‘700 e inizio ‘800. Presto si diffuse anche in Francia perché lo stato francese già da tempo si era formato a differenza dell’Italia dove il processo d'industrializzazione fu molto più lento e soprattutto molto differenziato tra nord e sud della penisola per diversi motivi: il tardo conseguimento
dell'unità nazionale, la mancanza di materie prime e di un mercato coloniale, la carenza di manodopera dovuta all'emigrazione di molte persone verso l’America e nei paesi del nord Europa.
La rivoluzione portò dei cambiamenti importanti nell’economia e nelle industrie, rivoluzionando le fabbriche. I cambiamenti immediati furono quelli riguardanti la produzione, le quantità e le varietà dei beni prodotti che aumentarono considerevolmente grazie alle innovazioni tecniche e alla creazione di macchinari in grado di sostituire l’uomo.
La nascita delle fabbriche cambiò la struttura della società, infatti, artigiani e contadini, che avevano perduto la possibilità di continuare le loro attività in modo indipendente, costituirono quella parte di operai che lavoravano nelle nuove fabbriche. Alla formazione di una classe di capitalisti industriali corrispose, dunque, lo sviluppo di una nuova
classe d’operai salariati che non possedevano altro che le loro braccia e i loro figli e quindi il proletariato.
La sostituzione del vapore alla forza muscolare rese possibile un larghissimo impiego di donne e bambini che offrivano il vantaggio di poter essere pagati molto meno degli adulti. L’orario normale di lavoro fu dalle dodici alle sedici ore giornaliere e i salari erano appena sufficienti ad assicurare la vita dell’operaio.
La rivoluzione industriale cambiò nell'arco di pochi decenni il volto del pianeta. Non solo influì su tutti gli altri settori economici, ma determinò profondi cambiamenti politici, sociali e culturali. Lo sviluppo dell'industrializzazione fu alla base della nascita e della propagazione di nuove ideologie politiche e di un nuovo modo di concepire la presenza e l'attività dell'uomo sulla terra.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause della lenta industrializzazione in Italia rispetto ad altri paesi europei?
- Come cambiò la struttura sociale con la rivoluzione industriale?
- Quali furono le conseguenze dell'introduzione del vapore nelle fabbriche?
La lenta industrializzazione in Italia fu dovuta al tardo conseguimento dell'unità nazionale, alla mancanza di materie prime e di un mercato coloniale, e alla carenza di manodopera causata dall'emigrazione verso l'America e i paesi del nord Europa.
La rivoluzione industriale portò alla nascita di una classe di operai salariati e di capitalisti industriali, trasformando artigiani e contadini in operai delle nuove fabbriche e creando il proletariato.
L'introduzione del vapore permise un ampio impiego di donne e bambini, che venivano pagati meno degli adulti, e portò a orari di lavoro lunghi, dalle dodici alle sedici ore giornaliere, con salari appena sufficienti per vivere.