Concetti Chiave
- Before the Revolution, France faced a financial crisis exacerbated by military expenditures and social inequalities, with failed attempts at fiscal reform due to aristocratic resistance.
- The Revolution began in 1789 with the Third Estate's demands for greater representation, the Tennis Court Oath, and the storming of the Bastille, marking a shift towards popular sovereignty.
- The Declaration of the Rights of Man and of the Citizen established equality before the law and citizen involvement in legislation, setting the stage for future democratic developments.
- Key events during the Revolution include the execution of Louis XVI, the establishment of the First French Republic, and the internal and external conflicts that followed, such as the Vendee uprising and wars with European coalitions.
- The Revolution concluded with Napoleon Bonaparte's 1799 coup, transitioning France from revolutionary chaos to a new political order under the Consulate, while revolutionary ideals persisted.
Indice
- Crisi economica e fiscale
- Convocazione degli stati generali
- Proteste e rivoluzione
- Assemblea nazionale costituente
- Rivoluzione e dichiarazione dei diritti
- Marcia su Versailles
- Nascita dei club politici
- Riforme del clero e fuga del re
- Costituzione e monarchia costituzionale
- Guerra e repubblica
- Convenzione nazionale e repubblica
- Proclamazione della repubblica
- Processo e esecuzione del re
- Guerra e crisi economica
- Dittatura e terrore
- Rivolte interne e repressione
- Robespierre e il terrore
- Caduta di Robespierre
- Direttorio e congiura degli eguali
- Napoleone e la campagna d'Egitto
- Ritorno di Napoleone e colpo di stato
Crisi economica e fiscale
La Francia era entrata in crisi già nel 1775, quando aveva perso le colonie americane dopo la Guerra dei sette anni.
Inoltre aveva deciso di sostenere l’America ribelle contro l’Inghilterra e questo comportò molte spese allo Stato e un aggravarsi della crisi fiscale. A essere colpiti dalla crisi furono principalmente i contadini e i lavoratori salariati urbani, il cui potere d’acquisto si era ridotto notevolmente a causa di un generale aumento dei prezzi dei generi di prima necessità. Si cerca perciò un modo per risolvere la crisi, razionalizzando il sistema fiscale: i ministri delle finanze seguirono due strategie ovvero l’accrescimento delle entrate e il contenimento delle spese.
-La prima, d’ispirazione fisiocratica, propone un’economia liberista tesa a eliminare ogni vincolo commerciale, l’esenzioni fiscali di cui godevano l’aristocrazia e il clero (che costituivano al tempo il 2% della popolazione francese, formata da 26 milioni di abitanti) e l’affermazione della proprietà privata.
-La seconda puntò a diminuire le spese pubbliche inutili come: mantenimento dell’apparato burocratico, la corte, le regalie e le pensioni che Luigi XVI garantiva ai suoi favoriti. I ceti privilegiati tuttavia bloccarono ogni tentativo di riforma.
Il Parlamento di Parigi rifiutò queste riforme, dato che aveva a cuore l’interesse dell’aristocrazia e del clero, così Luigi XVI lo sciolse. Ciò causò una generale protesta.
Convocazione degli stati generali
Gennaio 1789: convocazione degli stati generali
Il re fu costretto a convocare gli Stati Generali (che non venivano convocati dal 1614) per maggio, per decidere le riforme da attuare per risanare la Francia. A guidare la protesta furono inizialmente clero ed aristocrazia, ma nei mesi seguenti si aggiunsero altri francesi che diedero voce alle proprie richieste tramite i cosiddetti ‘‘quaderni delle lamentele’’. In comune vi era la richiesta di una nuova Costituzione e una riforma del sistema fiscale e giudiziario. A queste richieste e proposte collettive si unirono anche le donne, che chiedevano un’assemblea esterna di rappresentanti femminili.
Il Terzo Stato chiese due modifiche:
-raddoppiare il numero dei loro rappresentanti
-istituzione di un’Assemblea comune dove ogni deputato era libero di votare ‘‘per testa’’.
Speravano che qualcuno tra i nobili e i chierici si schierasse dalla loro parte.
Il re solo alla prima richiesta poiché voleva neutralizzare la rappresentanza nobiliare, questo aumentò ancora di più.
Proteste e rivoluzione
Aprile 1789: lavoratori di Saint-Antoine scendono in piazza.
Dei lavoratori scendono in piazza per chiedere la riduzione del prezzo del pane e, inoltre, per appoggiare le rivendicazioni avanzate dal Terzo Stato. Vi furono 300 morti. Questa è l’inizio dell’evolversi delle proteste in rivoluzione.
Assemblea nazionale costituente
Gli Stati generali avevano appena iniziato a mettere in atto la prima delle richieste del Terzo Stato, quando quest’ultimi insieme ad altri che condividevano le loro idee dichiararono di costituirsi in rappresentanza unica del paese, dove si proclamarono Assemblea Nazionale Costituente, giurando di non sciogliersi fino a quando non fosse stata approvata una nuova Costituzione dove venivano sciolti tutti gli ordini e conferito ai cittadini l’esercizio della sovranità.
Rivoluzione e dichiarazione dei diritti
Il 14 luglio del 1789 il popolo di Parigi espugnò la prigione della Bastiglia, costringendo il re a rendere omaggio ai rivoltosi, che avevano ora un proprio emblema nazionale: la coccarda bianca, rossa e blu.
Nei giorni seguenti i francesi scesero in piazza e si sostituirono alle autorità in carica.
-Venne istituita in tutti i municipi la Guardia Nazionale (milizia civica armata);
-I contadini si ribellarono contro i loro signori, reclamando l’abolizione di tutte le vessazioni, assalirono i castelli degli aristocratici e diedero fuoco agli archivi contenenti i loro obblighi nei confronti dei signori. Si semina il panico (per questo ‘‘Grande Paura’’).
Vi era in atto una doppia rivoluzione: da un lato quella guidata dai deputati dell’Assemblea Costituente, dall’altro quella dei Sanculotti (così chiamati dai nobili perché non portavano le calze fino al ginocchio), ovvero: contadini artigiani, lavoratori, che soffrivano la fame e la miseria.
L’Assemblea Costituente proclamò l’abolizione dei diritti feudali e in tutta Francia si diffuse la ‘‘Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino’’, un testo che fissava l’eguaglianza degli uomini di fronte alla legge e il diritto di ciascun cittadino all’elaborazione della formazione delle leggi (‘‘volontà generale’’, come disse Rousseau ne ‘‘Il Contratto Sociale’’).
Marcia su Versailles
A causa di un’ulteriore aumento dei prezzi dei generi di prima necessità, un migliaio di donne marciarono verso la reggia di Versailles, il re fu così costretto fu costretto a ricevere una loro delegazione e promise che avrebbe rifornito la città di cereali. Le rivoluzionare però volevano di più, perciò costrinsero il re (e la corte) a trasferirsi a Parigi cosicché l’Assemblea potesse sorvegliarlo. I rivoluzionari che portarono il re a Parigi impugnavano armi con le teste infilzate dei soldati che avevano tentato di ostacolarli alla reggia. Fu così che da allora la tensione e la pressione aumentarono sempre più e la ‘‘piazza’’ ora desiderava detenere la sovranità, mediante la democrazia diretta.
Nascita dei club politici
Questo sogno portò alla nascita dei CLUB, ovvero luogo di riunione e discussione aperti a tutti coloro che si schieravano dalla parte del nuovo ordine. Questi si diffusero in tutta Francia e portarono a trasformare a trasformare il desiderio del popolo in un vero e proprio movimento organizzato. I club nacquero anche all’interno dell’Assemblea Costituente, dove si formarono delle fazione le cui principali sono:
-Giacobini: repubblicani;
-Cordiglieri: più radicali sotto il profilo delle rivendicazioni sociali;
-Foglianti: più moderati, auspicavano a una monarchia costituzionale.
Nei clun nacque la politica moderna ovvero la pratica quotidiana interpretata dai cittadini. La politica si manifestò attraverso riti e cerimnonie, che andarono a formare una vera e propria fede: al centro vi era il culto della ragione, simbolo del rifiuto della sottomissione alle autorità delle religioni tradizionali.
Riforme del clero e fuga del re
Tra il 1789 e il 1790 l’Assemblea Costituente promulgò alcune leggi che modificarono a funzione del clero, riducendone l’autonomia. Vennero requisiti i beni ecclesiastici, statalizzati ed infine messi in vendita ai privati. I sacerdoti furono trasformati in funzionari statali attraverso la Costituzione civile del clero del 1791 che li obbligava a giurare fedeltà alla Francia e alla Costituzione e non al papa. Molti, tuttavia, si rifiutarono e si trasferirono all’estero. Così come molti aristocratici. Così molti privilegiati francesi erano all’estero che complottavano una controrivoluzione con gli altri governi europei.
Nel giugno del 1791 Luigi XIV e Maria Antonietta d’Asburgo cercarono di fuggire all’estero e di chiedere ad altri sovrani europei di scatenare una guerra contro la Francia. Furono però fermati poco prima della frontiera con il Belgio e riportati a Parigi.
Costituzione e monarchia costituzionale
Venne promulgata la Costituzione che prevedeva una monarchia costituzionale: il re aveva il potere esecutivo ed era munito del diritto di veto sulle leggi proposte dall’Assemblea nazionale. Quest’ultima era formata da un corpo elettorale di cittadini attivi, da questi erano esclusi gli strati umili della popolazione e le donne. Si cercò di tutelare gli interessi degli strati più alti del Terzo Stato. Il re approvò la nuova Costituzione e dopo pochi mesi si tennero le prime elezioni politiche per eleggere i rappresentanti dell’Assemblea nazionale. Essa (dotata del potere legislativo) era composta da 745 deputati di cui:
-260 foglianti, 136 giacobini.
A causa del peggioramento della crisi il popolo pressava l’Assemblea nazionale affinché prendesse provvedimenti, molti si esprimevano a favore della repubblica.
Si voleva una repubblica di fratelli, infatti oltre ai principi di libertà ed eguaglianza, era stato introdotto quello della fratellanza. Erano tuttavia escluse le donne, anche se alcuni si furono espressi a favore dell’ammissione delle donne alla piena cittadinanza politica, dichiarando una ‘‘tirannia’’ la loro esclusione ai diritti naturali.
Era una scrittrice che sostenne con forza e coraggio il diritto delle donne a partecipare alla vita della repubblica e proponeva la formazione di un Assemblea nazionale femminile. Ella scrisse la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, una versione al femminile della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, il suo tentativo però non ebbe successo.
Guerra e repubblica
L’Assemblea legislativa dichiara guerra all’Austria nell’aprile del 1792. Al fianco dell’Austria scende in campo la Prussia. La Francia subì diverse sconfitte e gli austriaci invasero la Francia. Tra il popolo si diffuse l’idea che la regina, Maria Antonietta d’Asburgo, stesse complottando contro di loro, passando i piani dei francesi all’Austria. Il re era favorevole alla guerra poiché sperava nella sconfitta dell’esercito francese, così da poter tornare ad avere un potere assoluto. Anche gli esponenti più radicali furono favorevoli alla guerra perché volevano liberare l’Europa dall’assolutismo.
Convenzione nazionale e repubblica
Il popolo invase il palazzo di Tuileries e costrinse l’Assemblea legislativa ad arrestare il sovrano e ad indire nuove elezione da svolgersi a suffragio generale maschile. La nuova assemblea eletta era la Convenzione Nazionale, che doveva trasformare la monarchia costituzionale in repubblica ed esercitare la funzione di Tribunale Supremo e decidere le sorti del re. Essa era divisa in 3 gruppi politici:
-Montagna: più radicale;
-Gironda: più moderati ed inclini al federalismo;
-Palude o Pianura: deputanti non ufficialmente schierati.
Proclamazione della repubblica
20 settembre 1792: Prima riunione dellAassemblea e battaglia di Valmy
L’Assemblea si riunisce per la prima volta e lo stesso giorno viene combattuta la battaglia di Valmy dove gli austriaci e i prussiani vengono sconfitti.
Venne proclamata la nascita della Repubblica francese. Da qui, la storia della Francia ricomincia da zero: venne modificato il calendario ì, mutando i giorni, i mesi e gli anni. La storia ripartiva dall’anno I della Repubblica.
Processo e esecuzione del re
Dicembre 1792 e 21 gennaio 1793: il re viene processato e giustiziato
In dicembre il re venne processato e la maggioranza dei deputati era favore della sua condanna a morte, così il 21 gennaio 1793 Luigi XIV venne ghigliottinato nella piazza.
Guerra e crisi economica
Le sorti della guerra furono favorevoli ai francesi che riuscirono a conquistare il Belgio, la Savoia e si spinse fino il Reno. Le principali potenze europee organizzarono una coalizione antifrancese per sconfiggere i rivoluzionari ed impedire che gli ideali che essi perseguivano si diffondessero anche nel loro paese. Vi aderirono Prussia, Austria, Russia, Spagna, Granducato di Toscana, Stato della Chiesa e Regno di Napoli. Per combattere un così vasto numero di nemici il governo decretò la leva generale di tutti gli uomini atti alle armi. Questo comportò che la popolazione si trovò ridotta alla fame, perché le operazioni belliche consumavano risorse e uomini. La situazione era peggiorata dall’inflazione a causa del diffondersi degli assegnati, ovvero buoni del Tesoro messi in circolazione per poter ottenere soldi. Questi iniziarono ad essere utilizzati al posto della moneta, causandone la svalutazione. A chi prestava i soldi, questi venivano poi restituitivi in seguito con gli interessi. Tuttavia il Tesoro dovette sospendere quasi subito il pagamento degli interessi, perdendo rapidamente valore.
Dittatura e terrore
Venne stabilito il Maximum, ovvero un tetto massimo di salari e prezzi dei generi di prima necessità. La nuova Costituzione introdusse un diritto elettorale più ampio. Impose delle dure misure di ordine pubblico:
-venne decretato un Tribunale Speciale rivoluzionario, incaricato di giudicare tutti coloro che erano contro la rivoluzione, poteva anche condannare a morte o imprigionare chi veniva anche solo sospettato di essere contro la Repubblica;
-vennero formati dei Comitati di Sorveglianza
-venne istituito il Comitato di Salute Pubblica che controllava il Consiglio Esecutivo.
Questa Costituzione, di fatto, non entrò mai in vigore e la Repubblica si trasformò in una dittatura.
Rivolte interne e repressione
I controrivoluzionari insorsero nelle campagne della Vandea, la rivolta venne repressa nel sanguemì, causando circa 150 mila morti.
Nel sud della Francia scoppiò un’altra rivolta federalista. I suoi fautori volevano sottrarre le province dal controllo del governo ed indurre quest’ultimo a voltare le spalle al radicalismo dei sanculotti. La Convenzione ordinò l’arruolamento di tutti i giovani tra i 18 e i 25 anni, formando un esercito di 700 mila uomini. Questo doveva placare le rivolte interne e respingere gli assalti dei nemici esterni.
Nel giugno del 1793 i sanculotti parigini armati circondarono la sede della Convenzione e obbligarono la Guardia nazionale ad arrestare i girondini. Quest’ultimi erano già stati neutralizzati dai Montagna.
Molti esponenti della Gironda vennero giustiziati e anche Olympe de Gouges. Nei messi successivi vennero sciolti tutti i club femminili.
Robespierre e il terrore
La contraddizione tra i provvedimenti per soddisfare i bisogni materiali degli strati sociali più umili e la spietata repressione del dissenso interno si fece ancora più evidente quando alla guida del Comitato di salute pubblica salì Maximilien Robespierre, un avvocato molto ambizioso. Sotto il suo potere avranno voce in capitolo soprattutto gli strati popolari del Terzo Stato.
I mesi in cui Robespierre fu al governo sono passati alla storia come periodo del Terrore e la repressione cominciò a colpire anche gli esponenti della Montagna.
La Dittatura culminò con la legge che attribuì ai giudici del Tribunale speciale a condannare a morte basandosi esclusivamente sulla loro convinzione morale, perciò poteva essere giustiziato anche chi veniva solo sospettato di essere controrivoluzionario, privandoli di qualsiasi garanzia giuridica.
Vennero giustiziate 1400 persone, tra cui i principali leader politici come Danton e Hébert, che chiedevano la fine del Terrore.
Caduta di Robespierre
Alla fine di giugno avvenne la vittoria decisiva a Fleurus contro i prussiani della coalizione controrivoluzionaria. Ora la Francia non era più in pericolo né all’interno né all’esterno. Fu così che le misure prese da Robespierre risultarono non più necessarie.
Venne arrestato dalla Convenzione il 27 luglio 1794 (9 Termidoro) e giustiziato senza processo il giorno seguente.
Direttorio e congiura degli eguali
Dopo la caduta di Robespierre il potere era tornato nelle mani degli strati sociali abbienti che non avevano intenzione di perseguire gli ideali di eguaglianza sociale. Così la Francia restò nelle mani di una maggioranza moderata e sotto il comando di un Direttorio di 5 membri, nominato dalla Convenzione. Si assistette alla liberalizzazione dell’economia e all’emanazione di una nuova Costituzione che restrinse il diritto elettorale, stabilendo una soglia censitaria. I francesi sperimentarono l’opportunità di partecipare all’esercizio del potere.
Un gruppo di giacobini radicali guidati da Francois Babeuf (detto Gracco) organizzarono una cospirazione, ovvero la Congiura degli Eguali. Essi consideravano le differenze tra ricchi e poveri un’ingiustizia e l’unico modo per porvi fine era abolire la proprietà privata. Il loro tentativo venne però represso e i filomonarchici acquisirono di nuovo potere.
I filomonarchici vincono le elezioni ma il Direttorio le annulla, inducendone altre, successivamente le vinsero i giacobini ma il Direttorio le annullò ancora.
Napoleone e la campagna d'Egitto
Napoleone Bonaparte viene mandato dal Direttorio in Egitto con 38 mila uomini per ostacolare le navi inglesi verso l’India e anche per allontanarlo dalla Francia perché il generale stava acquisendo molto successo tra il popolo. Napoleone sconfisse l’esercito mamelucco e s’impadronì del paese.
Tuttavia la flotta francese venne bloccata da quella inglese capitanata dall’ammiraglio Orazio Nelson, che aveva distrutto tutte le navi francesi, bloccando Napoleone e il suo esercito in Egitto.
Si forma un’altra coalizione antifrancese promossa dall’Inghilterra a cui aderirono la Prussia, l’Austria, la Russia, il Regno di Napoli e l’Impero ottomano.
La situazione interna era incerta, quella esterna portò successi continui agli eserciti francesi. I generali così acquisirono sempre più importanza e potere.
Ritorno di Napoleone e colpo di stato
Ottobre 1799: ritorno dalla campagna in Egitto di Napoleone Bonaparte.
Tornò trionfante con il suo esercito dopo la difficile Campagna d’Egitto.
Il 18 brumaio avvenne un colpo di Stato che costrinse il Direttorio a cedere il potere a 3 consoli, tra cui Napoleone Bonaparte, incapace di controllare i giacobini e filomonarchici. Fu così che si concluse la rivoluzione francese, anche se i suoi principi continuarono ad essere portati avanti negli anni come per esempio: la ridistribuzione della proprietà terriera dopo la vendita dei beni nazionali, l’espansione della piccola borghesia proprietaria.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali della crisi in Francia prima della Rivoluzione?
- Cosa rappresentò la presa della Bastiglia il 14 luglio 1789?
- Quali furono le conseguenze del tentativo di fuga del re nel giugno 1791?
- Come si manifestò il Terrore del 1794 sotto il governo di Robespierre?
- Quale evento segnò la fine della Rivoluzione francese nel novembre 1799?
La crisi in Francia prima della Rivoluzione fu causata dalla perdita delle colonie americane, il sostegno all'America ribelle contro l'Inghilterra, e un aggravarsi della crisi fiscale che colpì principalmente contadini e lavoratori salariati urbani.
La presa della Bastiglia rappresentò un simbolo di rivolta contro l'autorità monarchica e segnò l'inizio della Rivoluzione francese, con il popolo di Parigi che espugnò la prigione e costrinse il re a riconoscere i rivoltosi.
Il tentativo di fuga del re Luigi XVI e Maria Antonietta fu fermato, portando a un aumento della sfiducia verso la monarchia e contribuendo alla decisione di trasformare la monarchia costituzionale in una repubblica.
Il Terrore del 1794 fu caratterizzato da una repressione spietata, con l'istituzione di un Tribunale speciale che poteva condannare a morte basandosi su convinzioni morali, portando all'esecuzione di circa 1400 persone.
La fine della Rivoluzione francese fu segnata dal colpo di Stato del 18 brumaio, che portò al potere tre consoli, tra cui Napoleone Bonaparte, concludendo il periodo rivoluzionario.