Concetti Chiave
- L'Illuminismo, nato in Francia, promuove l'autonomia dell'intelletto umano e l'indipendenza dall'autorità politica e religiosa, influenzando rivoluzioni come quella francese e statunitense.
- La Rivoluzione Francese del 1789 segna la fine dell'Ancien Régime, caratterizzato da disuguaglianze sociali e un sistema di privilegi, introducendo una società basata su diritti e uguaglianza formale.
- Le tensioni sociali e politiche in Francia portarono alla presa della Bastiglia e all'emanazione della "Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino", che sancisce diritti inalienabili come uguaglianza, libertà e proprietà.
- La fuga del re Luigi XVI verso il Belgio, catturato e riportato a Parigi, evidenzia il fallimento della monarchia assoluta e il passaggio verso una monarchia costituzionale con la tripartizione dei poteri.
- L'influenza della Rivoluzione Statunitense, culminata con la dichiarazione di indipendenza del 1776, mostra l'importanza della libertà economica e sociale, ispirando cambiamenti politici in Europa.
Indice
- La monarchia costituzionale inglese
- L'assolutismo in Francia
- Le minoranze religiose e la pace di Westfalia
- Il dominio spagnolo in Italia
- La diffusione del calvinismo e l'anglicanesimo
- Le rivoluzioni francese e statunitense
- L'Ancien Régime e la diseguaglianza
- La crescita economica inglese e la borghesia
- L'industrializzazione e l'operaio
- L'emarginazione sociale e la povertà
- L'Illuminismo e l'autonomia dell'intelletto
- Il potere del sovrano e Montesquieu
- Il carcere e la riabilitazione
- Liberalismo economico e Adam Smith
- La fisiocrazia e l'industrializzazione
- Cesare Beccaria e la pena di morte
- La cultura illuminista e la Chiesa
- Il dispotismo illuminato in Austria
- Le riforme di Maria Teresa
- L'istruzione e la laicizzazione
- Le riforme di Federico I e la Prussia
- La zarina Caterina e l'Impero Russo
- La Rivoluzione Statunitense e le colonie
- Le colonie inglesi e la ribellione
- La guerra d'indipendenza e il Congresso
- La dichiarazione d'indipendenza e i diritti
- La repubblica presidenziale e la Costituzione
- La schiavitù e Abramo Lincoln
- L'assolutismo e la crisi francese
- La società francese e le riforme
- La convocazione degli Stati Generali
- La rivoluzione francese e la Bastiglia
- La dichiarazione dei diritti e l'uguaglianza
- La fuga del re e la Costituzione
La monarchia costituzionale inglese
Alla fine del XVII secolo l’Inghilterra è devenuta una monarchia costituzionale poiché ci fu le due rivoluzioni inglesi partite da Cromwell. Il Parlamento inglese è l’assemblea rappresentativa che era composta da aristocratici e nobili. Questa fetta di popolazione ricca era legata tramite il dialogo con la famiglia reale inglese, per esempio il Parlamento dava consigli, opinioni per l’economia; perlopiù.
L'assolutismo in Francia
Alla fine dello stesso secolo si è visto che la Francia è un paese strutturato grazie all’esercito, ma non per la monarchia per il fatto della nascita dell’assolutismo. Questo porta in breve ad un accentramento di tutti i poteri in una sola persona, che sarà Luigi IX, detto il Re Sole. Un esempio è stato quello di Filippo II di Spagna, figlio di Carlo IV, che però andò in frantume tutto il suo potere acquisito in passato. Tutto questo perché non c’era una società borghese affermata come in altri Stati europei, colpa soprattutto della tanta attenzione sul Nuovo Mondo e per il fatto che i grandi economicisti furono ebrei e arabi. Inoltre, ci fu la sconfitta della Guerra dei Trent’Anni e con quella inglese che hanno fatto spendere il patrimonio spagnolo.
Le minoranze religiose e la pace di Westfalia
Le minoranze religiosi, come quelli dei calvinisti sono stati ridotti al silenzio, anche dopo l’Editto di Nantes emanato nel 1596. In Italia, come già vista, ci sono stati regionali con alcune differenze tra gli stessi. Purtroppo, nessuno ha più un controllo politico sul nord-Italia, anche se la dinastia degli Asburgo avrebbe la nomina al comando.
La pace di Westfalia del 1648 ha ancora di più messo in crisi la Spagna poiché ha dovuto cedere l’Alsazia, uno delle regioni più volute dalla Francia e dalla Germania per i motivi di grande fertilità del territorio.
Il dominio spagnolo in Italia
Solamente dal 1559, dalla Pace di Cateaux-Cambresis c’è il dominio spagnolo quasi su tutta la penisola italica poiché hanno il controllo del Regno di Napoli, del Regno delle due Sicilie e sulla Lombardia perché ha in quel luogo un viceré.
La diffusione del calvinismo e l'anglicanesimo
Anche se c’è stato il Concilio di Trento concluso nel 1563, il cristianesimo non avrà più un controllo su tutta l’Europa perché ormai il calvinismo, il luteranesimo e l’anglicanesimo si sono diffusi a macchia d’olio. La differenza della dottrina religiosa è un fattore di odio fra popoli che hanno provocato guerre nei secoli corsi, ma che ancora al giorno d’oggi ne provoca, come è successo nel XX secolo nel Medio Oriente.
Le rivoluzioni francese e statunitense
Le due grandi rivoluzioni che vedremo in quest’anno scolastico sono quella francese conclusa nel 1789 e quella statunitense conclusa il 4 luglio 1776.
L'Ancien Régime e la diseguaglianza
Il 1789 è la data nel quale inizia la Rivoluzione Francese preceduta solamente dalla Rivoluzione Statunitense. Difatti in Europa venne chiamata Ancien Règime, ovvero società dei privilegi e non dei diritti. Con questa data, inizia il periodo, molto lungo e pieno di ostacoli, delle costituzione delle varie libertà per il popolo. La società dell’Ancien Règime è molto cristallizzata come quella della società platonica e per ciò nessuno pensava che tutti gli esseri umani fossero uguali e questo si chiama diseguaglianza. Questo certamente era accettato dalle varie società europee del Seicento e del Settecento.
La crescita economica inglese e la borghesia
Un’altra caratteristica è che il ceto nobiliare, molto produttivo in Inghilterra (in Francia più parassitario come quello spagnolo) che ha creato soprattutto nel periodo elisabettiano una grande crescita economica. La borghesia, soprattutto nel Settecento, ha una grande influenza statale poiché ha il monopolio del commercio. Questo fa avere una grande evoluzione portando ad avere per il Settecento e l’Ottocento (solo dopo la Francia napoleonica) una delle più grandi Stati europei sull’industria manifatturiera e sulla cantieristica navale.
L'industrializzazione e l'operaio
Ci vedono i primi prodromi dell’industrializzazione partita dall’Inghilterra nella seconda metà del Settecento con proprio l’industria tessile partita dagli investimenti dei borghesi che fa partire un nuovo sistema economico nel quale si crea una nuova figura: l’operaio. L’operaio è colui che lavora per tutto l’anno all’interno dell’industria per avere uno stipendio… Certamente per vedere i primi segnali di diritti per i lavoratori saranno solamente alla fine del XIX secolo.
Si deve ovviamente comprendere che le prime industrie erano molto semplici che non avevano i “macchinari da lavoro” e per ciò era solamente l’insieme di lavoro a mano di determinati prodotti. L’industrializzazione è la possibilità di creare prodotti in modo seriale in quantità molto elevate che arriverà solamente dalla prima metà dell’Ottocento (non tanto la produzione in scala, ma tanto l’idea di avere i macchinari che hanno incominciato a semplificare, solo di poco, la vita dei lavoratori sfruttati).
L'emarginazione sociale e la povertà
L’emarginazione sociale e la povertà dell’Ancien Règime ha provocato molto criminalità e vagabondaggio nelle grandi metropoli europee. In sintesi, chi non poteva lavorare, moriva di fame oppure di malattia. Per cercare un rimedio, la popolazione povera cercava di vivere di vagabondaggio, di criminalità di basso livello (furti semplici ai negozianti, per esempio) ed infine l’unico metodo più sicuro era quello di stare in alcune strutture religiose comandati dai gruppi di monaci cristiani. Purtroppo, in realtà, questi edifici erano pieno di rabbia umana dove i poveri venivano puniti dalla Chiesa protestante. Difatti, venivano considerati inutili, pigri e svogliati poiché non avevano le possibilità di avere una vita ricca data dal lavoro oppure dalla ricchezza di toga.
L'Illuminismo e l'autonomia dell'intelletto
Durante la seconda metà del Settecento avviene una progressione culturale, cioè un movimento culturale, denominato Illuminismo e si può definire una corrente che rivaluta l’autonomia dell’intelletto umano e difatti la sua indipedenza dall’autorità politica. Kant definisce che l’Illuminismo è: “L’Illuminismo è l’uscita di una condizione di minorità senza la guida di un altro” e questo comporta in pratica togliersi da uno status di sopraffazione da parte dei sovrani, degli imperatori e soprattutto dalla Chiesa di Roma. Sapere aude significa “Abbi il coraggio di conoscere”.
Questo appello parte in Francia dove ha un modo di assolutismo a differenza di altri Paesi europei tramite i caffè e i salotti di club privati per gentiluomini del tempo, cioè gli aristocratici. I borghesi sono le persone più moderni, come al giorno d’oggi, perché sapevano utilizzare l’informazione come potere. Durante il Settecento la borghesia francese è quella più attiva perché una parte, sposa gli ideali dell’Illuminismo per un motivo soprattutto politico.
Il potere del sovrano e Montesquieu
I teorici e i pensatori illuministi affermano che il potere del sovrano francese non venga da Dio, ma ben sì dal popolo francese. Questo accadde nel 1748 quando ci fu la pubblicazione di un libro di Montesquieu intitolata “Lo Spirito delle Leggi” affermando che i poteri devono essere tripartiti nella società, un pensiero democratico. Il potere rappresentativo deve essere dato ad un’assemblea, ovviamente una cerchia ristretta. Il potere esecutivo deve essere dato al Re e ai suoi ministri. L’ultimo, che è il potere giudiziario deve essere dati al corpo giudiziario, che è composto dai giudici e dagli avvocati. Questo modello non è francese perché il re ha i tutti tre in mano oppure tramite i suoi funzionari e per ciò molti pensatori francesi scapperanno in Inghilterra, come costui perché storicamente erano già più aperti a un cambiamento.
Il carcere e la riabilitazione
Il carcere dell’Ancien Règime era solo quello di punire i peccatori e i criminali, non di provare a cambiare vita dei detenuti tramite la riabilitazione come al giorno d’oggi.
Liberalismo economico e Adam Smith
Dal punto di vista economico, gli Illuministi sono liberalisti economici, che è sostenuta dal pensatore Adam e afferma che lo Stato non deve mantenere il suo monopolio, anzi avere libertà sulla compravendita di beni materiali che si basa sulla legge della domanda e della offerta.
Se c’è troppo offerta, qualcuno primo o poi cadrà in fallimento perché c’è troppo possibilità di scelta di avere determinati negozi che vendono determinati prodotti. È un diritto intoccabile quello di avere il diritto di fare libero mercato per ciascun cittadino. Certamente può esserci la concorrenza.
Al giorno d’oggi comunque lo Stato aiuta il libero mercato dando dei fondi extra per coloro che sono esclusi dal mercato per abbassare le probabilità di disoccupazione, di disuguaglianze sociali e di criminalità.
La fisiocrazia e l'industrializzazione
L’altro grande pensiero è la fisiocrazia che è un pensiero economico, ma che si basa sulla natura come motore primo, un pensiero opposto all’industrializzazione.
Cesare Beccaria e la pena di morte
L’illuminismo non si basa solo sull’economia e sulla politica, ma anche sul tema del delitto penale e uno dei più importati scrittori fu Cesare Beccaria che intitolò nel 1768 il libro “Dei delitti e delle pene” affermando che la tortura e la pena di morte sono inutili perché sono due metodi per quale il condannato dice tutto quello che vuole farsi sentire il suo torturatore. Dici di crimini che non ha commesso, coinvolge persone innocenti e tante altre cose. Questo crea danni non solo fisici, ma anche psichici sul condannato. Inoltre è immorale perché il torturatore è costui che fa parte delle “forze dell’ordine” e dovrebbe seguire le stesse leggi statali.
Non funziona la pena di morte come deterrente per diminuire i crimini. Infatti, lui afferma che la galera serve per punire le persone, ma quello che serve per cambiare è la certezza della pena di cui subiremo se compiessimo determinati atti. È importante prevenire e contenere i crimini affinché quest’ultimi diminuiscono fino ad annullarsi.
La cultura illuminista e la Chiesa
L’azione statale è quello di prevenire, cioè di educare la popolazione al virtuosismo che serve per modellare il modo nel quale noi cittadini viviamo. Questo significa semplicemente di rinunciare alle “nostre regole” per un bene superiore, cioè quello nei confronti degli altri.
La cultura illuminista è normalmente laica e razionale e per ciò ha un pensiero molto critico verso la Chiesa e la sua oppressione per la libertà di pensiero e di parole. Sottolinea l’importanza di una separazione totale tra il cristianesimo e lo Stato.
Tutte le fedi religiosi devono essere tollerate e per ciò c’è una grande uguaglianza nel suo pensiero anche dal pensiero religioso. Questo non deve essere un motivo di contrasto nello Stato, ma anche nelle persone, una cosa che ancora al giorno d’oggi è un emblema sociale.
Il dispotismo illuminato in Austria
Il pensiero illuminista viene condannata in Francia e in alcuni paesi c’è il dispotismo illuminato che si trova in Austria, in Prussia e in Russia. Il despota è un tiranno che cede all’illuminismo concedendo delle riforme. Concedere significa donare dall’alto dei privilegi. L’Austria, o meglio dire l’Impero Asburgico viene comandato dall’imperatrice Maria Teresa con suo figlio.
Le riforme di Maria Teresa
L’Impero Asburgico alla fine del Settecento conquista l’Italia settentrionale (Lombardia e parte del Veneto) che lo perderanno solamente all’unificazione italiana. Questa ambientazione storica viene descritta, in modo occulto, nei Promessi Sposi.
Maria Teresa fa una riforma fiscale, dell’istruzione ed infine quella penale. Ancora al giorno d’oggi c’è il problema del fisco come al tempo: cioè quanto prevelare, a chi prevelare e come prevelare. L’imperatrice allora decide di creare il catasto che è un registro che teneva conto di tutti i beni propri materiali della popolazione asburgica. È straordinario pensare che questo tipologia di catasto esiste ancora al giorno odierno nella società liberale. Inoltre, lei impone delle tasse sui beni immobili e con la registrazione dei beni propri c’è un introduzione della carica fiscale aumentando la proporzionalità della ricchezza popolare. Purtroppo, in Francia il catasto non vuole essere ammesso e quindi sarà un motivo della Rivoluzione Francese.
L'istruzione e la laicizzazione
L’alfabetizzazione era molto bassa in Europa durante l’Illuminismo e per ciò viene messa a bando l’istruzione obbligatoria dando la possibilità di leggere e scrivere alla popolazione per far entrare il più possibile la popolazione alla società. Gli enti scolastici sono di tipo religioso, ma sono controllati dallo Stato perché i despoti illuminati sono giurisdizionalisti, vale a dire che lo Stato debba avere una giurisdizione sulla Chiesa. Questo potere è il risultato della requisizione dei beni ecclesiastici sul suolo statale per aumentare il potere centrale dello Stato incominciando a cominciare il processo di laicizzazione che non è ancora questo esempio. Si ha un processo di laicizzazione se si ha solamente un processo di liberalismo economico insieme.
Addirittura, nell’Impero Asburgico, la famiglia imperiale toglie alcuni degli ordini religiosi più importanti che pregavano tutto il giorno perché vengono considerati inutili per la società. Questo processo di laicizzazione è dato molto più da Giulio II e non tanto da sua madre.
I codici di leggi cambiano in base del comando politico del tempo e della mentalità propria del tempo, cioè significa che le leggi sono proporzionale dai valori etici e morali dettati dalla mentalità delle persone. Come già visto, per molto tempo, la Chiesa deteneva in Europa l’influenza sulle leggi, però il primo caso studio fu proprio l’Impero Asburgico che incominciò ad avere una propria autorità.
Le riforme di Federico I e la Prussia
La tortura era usuale e utilizzabile e questo viene visto come una brutalità, solo in parte per determinati casi, dal re prussiano Federico I che vieta la tortura e la pena di morte viene diminuita solamente per atti gravi. La Prussia è diverso dagli altri Stati europei perché si basa sul ceto militare e questa caratteristica sarà fondamentale per le guerre ottocentesche e novecentesche. La pena di morte è un tema molto delicato poiché in determinati momenti storici, durante le rivoluzioni e le dittature, ritorna e poi di nuovo viene tolta.
La zarina Caterina e l'Impero Russo
Il terzo Stato è l’Impero Russo comandato in quell’epoca dalla zarina Caterina. Questo stato non è stato toccato da grandi eventi come l’illuminismo, il protestantesimo e soprattutto la cultura europea. Questo viene parzialmente cambiata dalla zarina perché si innamora della cultura e della storia europea perché aveva conosciuto molti filosofi e critici del tempo. Per ciò decide di creare nuove leggi tramite una commissione (c’era ancora il sistema feudale) che doveva migliorare i rapporti tra il mondo aristocratico, il mondo religioso ed infine il mondo contadino che era sinonimo di essere schiavi del potere politico.
La Chiesa ortodossa era legata all’aristocrazia e per ciò aveva molto potere sui beni terreni. Purtroppo, molte sue idee svanirono nel nulla perché il codice non venne mai completato e l’unica “rivoluzione” fu solamente la rievoca di alcuni possedimenti terreni.
Il dispotismo illuminato non esiste in Francia e in secondo luogo in Inghilterra non c’è l’illuminismo perché già alla fine del secolo precedente è incominciato un processo politico che ha cambiato totalmente la sua storia.
La Rivoluzione Statunitense e le colonie
La Rivoluzione Statunitense è un evento straordinario dell’Europa e non solo perché riguarda le colonie inglesi che avranno un processo d’indipendenza dando la nascita degli USA. Ancora oggi, dopo il secolo precedente, influenza largamente i rapporti economici e politici mondiali.
Le colonie inglesi e la ribellione
Ritornando al Settecento, l’Inghilterra aveva ormai tredici colonie date tutto dalla fuga dei pellegrini inglesi a causa delle persecuzioni del protettorato di Cromwell. Quelle colonie sono degli Stati federali che al giorno d’oggi sono quelli della costa orientale. Inoltre, la prima colonia fu la Virginia in onore della regina Elisabetta I. Queste colonie erano chiamate regie e corrispondo a quelle del sud controllate da governanti chiamati direttamente dal sovrano inglesi. Le colonie del nord erano quelli di con carta, cioè erano auto-governate, ma accettate dal sovrano poiché erano state fondate da grande compagnie commerciali: motivo economico. Le persone che hanno immigrato furono principalmente borghesi e contadini.
Le colonie del nord avevano un’elevata livello di superiorità economica perché erano per esempio il New England e difatti la religione era il puritanesimo. Il sud invece si basava sull’agricoltura con grandi campi di tabacco, di mais e di altri frumenti chiamati anche piantagioni. I lavoratori non erano contadini, ma erano schiavi neri che erano accettati come oggetti e per ciò la sua economia è schiavista. Nel sud si praticava l’anglicanesimo.
Infine c’erano le colonie del centro che erano miste ove ci fu la costituzione di grande città come Philadelphia oppure New York. Non c’è l’economia schiavista, ma c’è un’economia differenziata data dalla diversificazione della sua popolazione (tedeschi, olandesi e svedesi principalmente). Ci sono ancora oggi comunità quaccheri che rifiutano la violenza e il reclutamento militare che però all’epoca erano oggetti di esclusione sociale e di reclutamento in prigione.
In generale, tutte le colonie avevano un assemblea legislativa a suffragio ristretto molto ampio, circa tra il 70% e l’80% della popolazione maschile era fuori da questo diritto. I rappresentati avevano un potere decisionale nell’assemblea, ma non all’altezza del governatore coloniale. Questo è una somiglianza dell’illuminismo poiché i poteri sono tripartiti.
L’Inghilterra impone dei bolli sui prodotti statunitensi come la bolla sulla seta, sul mais e sul tè. Le tasse inoltre vengono decise senza consultare i rappresentanti dei coloni violando il Bill of Rights. Questo urta i coloni poiché i prelievi fiscali sono sempre un motivo di guerra interna, cioè di rivoluzione. Si crea così un movimento di ribellione verso l’Inghilterra, causato ovviamente dal malcontento. Il re preoccupato, dal 1770 invia l’esercito per controllare le colonie e per diminuire le rivolte. Tutto questo venne rotto nella notte del 16 dicembre del 1773 con la rivolta del Boston Tea Party. Nel porto di Boston, i concittadini rovesciano le navi cariche di te per dimostrare la volontà di autonomia.
La guerra d'indipendenza e il Congresso
La risposta del re è quello di chiudere il porto per soffocare la ribellione dei coloni ove tutti i rappresentanti dei coloni si riorganizzano a Philadelphia per formare un assemblea comune, chiamato Congresso. Questa assemblea decide di creare un esercito guidato da George Washington che difatti è stato il primo presidente degli USA.
È la prima volta poiché prima di allora non c’era un interazione così frequentemente. Anche dentro l’assemblea ci sono delle differenti ideologie come i patrioti indipendentisti che vogliono avere un distacco completo che viene contrastato dai liberalisti che sono quelli del sud che vogliono avere un miglioramento del rapporto con la madre patria. Un terzo gruppo sono i moderatisti che vogliono avere una via di mezzo per il risultato.
La prima fase della guerra, gli statunitensi perdono tutte le battaglie contro gli inglesi fino a che i paesi europei mandano delle truppe in America a fianco dei coloni per principi illuministi, un paradosso poiché lo Stato europeo che manda le sue truppe fu la Francia (il colonello più importante fu La Fayette). Inoltre ci fu la Spagna e l’Impero Tedesco.
La dichiarazione d'indipendenza e i diritti
Così la prima parte finisce e inizia la seconda parte ove c’è un miglioramento della percentuale delle vittorie e mentre c’è ciò ci sono le assemblee politiche ove la più importante è quella del 4 luglio del 1776 poiché c’è l’emanazione dell’indipendenza degli USA sempre a Philadelphia. Ci sono tre grandi idee: la prima è che tutti gli uomini sono uguali che sono la ricerca della felicità, il diritto della vita e libertà economica, personale e quella religiosa. La felicità, intesa in questo documento, è la ricerca della realizzazione di noi stessi all’interno della società. È l’unica carta di costituzione al mondo per il quale uno Stato da la libertà sulla ricerca della felicità. I governi hanno l’obbligo di garantire questi diritti e si fondano sul consenso dei governanti, significa che il popolo può cambiare un governo se questo non li piace. Il terzo punto è che se un governo non funziona, può essere rovesciato.
Per concludere, i cittadini di questo nuovo Stato non sono più assoggettati dal potere monarchico inglese. Alla parte conclusiva della dichiarazione di indipendenza si dice che gli statunitensi danno il loro animo e i loro averi per il nome della libertà. Assomiglia in parte, alla dichiarazione di indipendenza delle Provincie Unite nel Seicento.
Ci sono due grandi battaglie, famose che sono quella di Saratoga e l’altra è quello di Yorktown e passano un decennio di anni. Il trattato di Versailles è del 1781 che vede il re Giorgio II sconfitto dalle colonie, che ormai sono uniti.
La repubblica presidenziale e la Costituzione
Gli USA diventano una repubblica presidenziale poiché decidono di mettere al comando un presidente, che viene eletto dai cittadini introducendo il suffragio maschile. Il presidente statunitense è il capo del governo, cioè ha il potere esecutivo. Federale significa che i singoli stati hanno autonomia legislativa su alcune materie, cioè che in alcuni ambiti, come il diritto penale, è diverso dagli altri (questo per esempio è uguale in tutte le regioni italiane). Mentre altri ambiti, per l’importanza nazionale, viene deciso dal Congresso come la politica estera e l’economia estera.
Anche la moneta viene deciso dalla politica nazionale come la sicurezza vengono decisi dal Congresso. Certamente è un modello nuovo e affascinante perché permette la libertà federale per aumentare il senso civico di appartenenza. Difatti, alcuni Stat europei proveranno ad imitare questo sistema. Mette insieme l’autonomia e l’unità.
Il potere giudiziario è separato dal potere legislativo come quello esecutivo, anche se quelli della Corte Suprema vengono scelti dal presidente statunitensi. Anche se non è un sistema ben tripartito, richiama in parte al pensiero di Montesquieu.
Nel 1787 viene applicato pubblicamente la Costituzione che sono dieci emendamenti, che sono ancora applicati al giorno d’oggi, che sono la libertà religiosa dato che i primi statunitensi erano dei perseguitati religiosi, il diritto di portare armi (tutti hanno il diritto di difendere gli USA), tutti hanno diritto di sentire ciò che devono avere quando per esempio si viene arrestati, la casa è una priorità privata che si può combatterla con la violenza. L’ultima grande questione è che nel tempo arrivano nuovi flussi migratori, da parte dell’Europa e non solo, verso l’ovest aumentando durante l’Ottocento la popolazione aumentando difatti gli stati federali passando da tredici fino a cinquanta, che sono ancora al giorno.
La schiavitù e Abramo Lincoln
Nella parte dell’ovest c’erano le popolazioni indigeni che vengono piano piano confinati e uccisi dall’esercito statunitensi. Ovviamente furono dei bagni di sangue dando in realtà una discendenza nel Novecento per essere utilizzati come spie statunitensi durante la Seconda Guerra Mondiale. L’altro tema è la schiavitù che andrà a basare l’economia schiavista dei paesi federali del sud. Ufficialmente la schiavitù viene abolita da Abramo Lincoln nel 1861 per provare a diminuire la schiavitù nel sud poiché nella parte del nord la mentalità schiavista non esisteva.
L'assolutismo e la crisi francese
L’assolutismo è il metodo di governo che centralizza il potere e nel Settecento c’è Luigi XVI e Maria Antonietta, figlia di Maria Teresa e sposata da quando aveva 15 anni.
La società francese e le riforme
A partire dagli anni 80 del Settecento ci sono delle carestie sulla società aumentando di cos’ l’inflazione francese mettendo alle strette la popolazione contadina. Sono anni di fame e il prelievo fiscale è particolarmente forte poiché non esiste una progressione economia con il catasto. La società francese era divisa in tre categorie: il clero, la nobiltà e il terzo stato. Il clero era all’incirca il 2,5% della popolazione e contenevano molte proprietà terriere, che erano collegate alla corte assoluta di Versailles. Questa era esonerata dalle tasse come la nobilità. Inoltre era diviso nell’alto clero e nel basso clero e difatti l’alto clero aveva una relazione di discendenza nobiliare, a differenza del basso clero che condivideva la loro vita con la popolazione creando un fore contrasto all’interno della società clericale.
Infine c’è il terzo stato era composto dal 95% ed era suddivisa dai borghesi, mercanti, contadini e vagabondi, la fetta peggiora della società. C’è in realtà ancora il quarto stato che è proprio composto dai vagabondi.
In questi anni ci sono delle lamentele e delle suppliche da parte della popolazione contadina che chiede aiuto e miglioramento sociale tra il 1786-1788 facendo nominare Necker, ministro dell’economia, per far uscire la Francia dalla crisi temporanea. Il primo ministro progetta una riforma fiscale basata sul catasto, cerca di fare dei tagli alla spesa sul superfluo come ridurre i costi della politica di Versailles e bisogna essere più moderati.
La reazione: viene scacciato a male modo poiché la nobiltà non vuole diminuire il suo potere e questo scaturisce degli errori a catena che ha portato ad essere ghigliottinato.
La convocazione degli Stati Generali
Il re convoca allora gli Stati Regionali, cioè delle assemblee rappresentativi dei tre ordini. Ogni parte sociale convoca i propri rappresentati per consigliare al re le difficoltà della società di quel tempo; attenzione però che non è un parlamento. Viene apprezzato da tutto e nella primavera del 1789 c’è questa assemblea.
C’è già un tema cruciale, quello di avere una legge elettorale e quella più equa è dare la libertà di parlare per tutti. Se è equa deve avvenire per testa, ma questo non è il criterio perché il clero e la nobiltà vogliono la tipologia dell’ordine andando a creare una diseguaglianza contro il singolo, che è la popolazione che compone la maggior parte della società francese.
Alcuni nobili e alcuni uomini di Chiesa erano più progressisti ed illuminati a contrario alla maggioranza, ma il problema è che ciò non poté essere proposto poiché c’è il metodo dell’ordine che da un voto generale per ogni gruppo sociale.
Il terzo stato, sfinito, compie un gesto che è quello di lasciare gli Stati Regionale andando in una palestra emanando l’alleanza della palla corta (uno sport del tempo) per volere dare alla Francia una Costituzione decidendo di non scegliersi chiamandosi così l’Assemblea Costituente. Il re non dialogherà proprio per niente, o solo per finta.
Questo evento, come quello statunitense e quella bolscevica, ha cambiato totalmente il modello di pensiero e politico europeo poiché si sta costruendo il liberalismo politico ed economico.
I rappresentanti popolari vogliono solo avere una dichiarazione e non pensano minimamente che i nobili e la famiglia reale sarà massacrata. La costituzione deve essere in linea con leggi, che difatti deve rispettare quest’ultima. Inoltre, la parte fondamentale è che nessuno deve ribaltare i propri principi costituzionali.
La rivoluzione francese e la Bastiglia
Il 14 luglio 1789, il popolo parigino decide di prendere il comando della Bastiglia, una prigione di detenuti politici, per ottenere delle armi per combattere contro l’esercito del re. Questo provoca forti reazioni di preoccupazioni e problematiche anche per i nobili e assume una vera e propria guerra civile.
La dichiarazione dei diritti e l'uguaglianza
Nel frattempo l’Assemblea Costituente emana la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” che viene pubblicata nel mese di agosto. Inoltre ci sono dei riferimenti a quella statunitense, piena di fierezza illuminista.
Il primo concetto è l’insieme di diritti naturali e inalienabili, cioè sono dei diritti che esistono prima dei codici penali e che non possono essere tolti; in sintesi sono i diritti basici che ogni concittadino deve avere (uguaglianza formale e libertà e devono essere sempre considerati).
Il secondo diritto inalienabile è la proprietà privata, che permette ad avere dei beni materiale ad ogni concittadino.
Il terzo diritto è la resistenza dell’oppressione. La libertà dell’individuo trova limite nella libertà degli altri e per ciò non si deve andare contro gli altri.
“La legge è uguale per tutti” è il motto che viene scritto sulle parete dei tribunali italiani e francesi per affermare che si cerca che la legge deve essere la medesima, nel bene e nel male, per tutti quanti. Per legge, allora e ancora oggi, nessuno può essere incarcerato senza sapere il motivo dell’arresto. Ogni uomo è presunto innocente fino a prova contraria, che viene approvata in tribunale. Nessuno uomo può essere perseguitato per i propri pensieri e nell’azione di stampare; attenzione che può diventare diffamazione.
È l’atto conclusivo della fine dell’Ancien Regime e del feudalismo, non quello economico, ma quello mentale perché finalmente l’apertura mentale di uguaglianza e libertà per tutte le classi sociali.
La fuga del re e la Costituzione
L’estate del 1789 è calda perché è molto agitata ove tutti i paesani sono certi di spodestare il re e per ciò marciano verso a Versailles nell’ottobre estradando nelle camere placandosi finalmente dalla firma del re trasferendosi a Parigi. La regina Antonietta è preoccupata e così incomincia a tessere delle relazioni diplomatiche con altre corte europei (Austria), di nascosta, per ricevere aiuto in caso di bisogno e d’avere degli appoggi stranieri per fermare la rivolta. Tutto ciò perché nelle altre corte stanno monitorando la situazione francese.
Purtroppo questo non funzionò e finì in tragedia.
L’Assemblea si mette al lavoro per costituire un testo per la dichiarazione e quest’ultima, come già detto, deve essere la base delle leggi che devono rispettare. Mentre si lavora tra il 1790 e il 1791, in tutta la Francia ci sono degli eventi di ribellione di francesi in tutte le metropoli francesi. Nasce in questo momento storico i clubs, che sono delle associazioni intellettuali e non sono dei partiti politici poiché hanno un pensiero e un metodo più spontaneo per ragionare sull’attualità. I clubs più importanti sono i Foglianti e i Giacobini che sono differenti fra loro a causa dei loro ideali: i Foglianti sono più tranquilli e moderati perché vogliono mantenere la corona, a differenza dei Giacobini che sono capeggiati da Robespierre, un filoso, uno scrittore ed attivista che basa la sua filosofia sull’avere un cambiamento della Francia con un colpo di stato perché vogliono una repubblica. Il repubblicano significava essere un estremista poiché si era dei rivoluzionari che non gli interessava al dialogo.
Nel gruppo dei repubblicani si trovano i Sanculotti, che prendeva il nome dei pantaloni dei nobili che si stringeva alle ginocchia. I nobili si capivano perché avevano dei vestiti sgargianti (rosso/verde) con le parrucche. Per ciò si può comprendere che se si vuole immettere una repubblica, si deve prendere in considerazione anche le persone più povere.
Il 3/10/1791 viene emanato la prima Costituzione e prevede che la Francia continua ad essere una monarchia, ma con la tripartizione dei poteri ove il potere legislativo è in mano del suffragio maschile ristretto, il potere esecutivo deve essere dato al monarco scegliendo i suoi ministri avendo il diritto di veto ed infine il potere giudiziario è un potere elettivo a suffragio ristretto.
Questo è solamente un assetto per il quale si pensa che sarà a breve la Francia. Tecnicamente, è un compromesso accettabile poiché si detiene la monarchia con di stampo liberale/costituzionale avendo ancora il potere esecutivo grazie alla figura di un assemblea a suffragio ristretto.
Una corte saggia avrebbe deciso di mantenere questo compromesso, ma la reazione del re è quello di fuggire con la sua famiglia di notte verso il Belgio. Durante la fuga viene riconosciuto e viene ricondotto verso Parigi passando tramite una popolazione parigina muta.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali della Rivoluzione Francese?
- Come si sviluppò l'Illuminismo in Francia e quale impatto ebbe sulla società?
- Quali furono le differenze tra le colonie del nord e del sud degli Stati Uniti prima della Rivoluzione Americana?
- Quali furono le conseguenze della Rivoluzione Americana per gli Stati Uniti?
- In che modo l'Illuminismo influenzò le riforme nell'Impero Asburgico?
Le cause principali della Rivoluzione Francese includono l'assolutismo monarchico, le disuguaglianze sociali, la crisi economica e le carestie che colpirono la popolazione contadina, oltre alla resistenza della nobiltà a riforme fiscali come il catasto.
L'Illuminismo in Francia si sviluppò attraverso caffè e salotti, promuovendo l'autonomia dell'intelletto umano e criticando l'autorità politica e religiosa. Questo movimento influenzò la società spingendo verso riforme politiche e sociali e ispirando la Rivoluzione Francese.
Le colonie del nord erano economicamente superiori e praticavano il puritanesimo, mentre quelle del sud si basavano sull'agricoltura e la schiavitù, praticando l'anglicanesimo. Le colonie centrali erano miste e caratterizzate da diversità culturale ed economica.
La Rivoluzione Americana portò all'indipendenza degli Stati Uniti, che divennero una repubblica presidenziale con un sistema federale. Fu introdotto il suffragio maschile e la Costituzione del 1787, che garantiva diritti fondamentali come la libertà religiosa e il diritto di portare armi.
L'Illuminismo influenzò l'Impero Asburgico attraverso riforme fiscali, educative e penali promosse da Maria Teresa e suo figlio. Fu introdotto il catasto e l'istruzione obbligatoria, e si avviò un processo di laicizzazione e giurisdizionalismo, limitando il potere della Chiesa.