claudio9559
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Concetti Chiave

  • Le colonie americane nacquero principalmente per motivi di libertà politica e religiosa, con i puritani stabilendo la colonia di Plymouth e promuovendo leggi giuste e tolleranti.
  • Il malcontento dei coloni verso le restrizioni inglesi, come l'obbligo di commerciare solo con l'Inghilterra, contribuì a un crescente desiderio di autonomia e identità nazionale.
  • Le differenze tra le colonie del Nord, basate su commercio e industria, e quelle del Sud, incentrate sull'agricoltura latifondistica, crearono divisioni economiche e sociali significative.
  • La Dichiarazione d'Indipendenza del 1776, redatta da Thomas Jefferson, proclamò i principi di sovranità popolare e diritti inalienabili, dando inizio alla nascita degli Stati Uniti.
  • Nonostante l'indipendenza, le tensioni interne continuarono, con dibattiti tra repubblicani antifederalisti e federalisti su come organizzare il nuovo Stato, culminando nella Costituzione federale del 1787.

Indice

  1. Insediamenti e identità nazionale
  2. Espansione e mito della frontiera
  3. Restrizioni inglesi e malcontento
  4. Differenze tra Nord e Sud
  5. Malcontento e guerra d'indipendenza
  6. Figli della Libertà e Tea Act
  7. Quebec Act e Congresso continentale
  8. Dichiarazione d'Indipendenza e guerra
  9. Conflitto internazionale e trattato di Versailles
  10. Costituzione federale e tensioni interne
  11. Costituzione americana e principi democratici

Insediamenti e identità nazionale

A partire dal Seicento, sulle coste atlantiche dell’America del Nord si erano formati diversi insediamenti, specialmente Inglesi, verso i quali si accumulò un numero sempre più crescente di persone alla ricerca di libertà politica e religiosa. Per sfuggire alle persecuzioni religiose, un centinaio di puritani (definiti col nome di “padri pellegrini”) fuggirono dall’Inghilterra e sbarcarono sulle coste americane dove formarono la colonia di Plymouth. Qui si impegnarono attraverso un giuramento (giuramento della Mayflower) ad emanare leggi giuste, imparziali e tolleranti.

Lungo le coste atlantiche si formano, sotto il dominio inglese, le tredici colonie alle quali si aggiunsero individui di diversa nazionalità. Questo miscuglio di popolazioni aveva iniziato però a maturare un sentimento di identità nazionale autonoma e il desiderio di fondare un mondo nuovo libero dalle tradizioni, dai privilegi e dalle distinzioni di classe.

Espansione e mito della frontiera

Il numero di emigrati verso queste colonie crebbe in maniera smisurata e quindi fu necessario l’ampliamento dei territori coltivabili: molti coloni (chiamati “pionieri”) decisero di spostarsi alla ricerca di nuove terre verso le coste del Pacifico, nel lontano ovest (Far West). Questa espansione fece nascere il cosiddetto mito della frontiera che dava l’immagine di un Paese libero e sconfinato, con territori sconosciuti da scoprire. Questa marcia di conquista però non fu per niente semplice poiché i territori interni erano occupati dalle popolazioni indigene (Indiani o Pellerossa) le quali lottavano contro l’occupazione dei coloni inglesi.

Restrizioni inglesi e malcontento

A queste problematiche si aggiunsero anche delle pesanti restrizioni, da parte dell’Inghilterra, alla libertà dei coloni. Lo Stato inglese infatti aveva adottato una strategia di repressione e di sfruttamento: i coloni erano costretti ad importare unicamente prodotti di fabbricazione britannica a prezzi molto alti e dovevano vendere le proprie merci solo nei mercati inglesi a prezzi molto bassi. I coloni inoltre non avevano il diritto di inviare i propri rappresentanti al Parlamento e quindi non potevano partecipare alla discussione delle leggi che li riguardavano: questo fece crescere un profondo malcontento.

Differenze tra Nord e Sud

Iniziarono ben presto a crearsi anche delle differenze molto importanti fra le colonie del Nord e le colonie del Sud a causa delle differenze climatiche, ambientali, economiche e sociali. Le prime avevano un clima molto rigido e poche pianure, perciò si sviluppò maggiormente il commercio e l’industria con una società costituita prevalentemente da mercanti, artigiani, piccoli industriali e uomini d’affari. Le seconde, invece, beneficiavano di climi favorevoli, di terreni fertili e per questo motivo si sviluppò l’agricoltura latifondistica (basata sulle grandi proprietà di terreni) con una società formata da agricoltori e dominata dall’aristocrazia terriera: gli schiavi neri venivano sfruttati nelle piantagioni di tabacco, canna da zucchero e cotone.

Malcontento e guerra d'indipendenza

Le colonie americane non avevano praticamente alcun contatto tra loro, ma a lungo andare la situazione di profondo malcontento portò alla formazione di legami di solidarietà che permisero alla guerra d’indipendenza di avere luogo. Le cause di questo crescente sentimento furono diverse tra cui la partecipazione dei coloni alla guerra dei Sette anni (attraverso la quale speravano di ottenere un trattamento più equo da parte dell’Inghilterra), l’imposizione di nuove tasse sui generi di consumo da parte del Parlamento e l’obbligo di pagare uno speciale bollo sui giornali e sulle fatture commerciali (Stamp Act).

Esistevano poi altre ragioni che contribuirono ad allargare sempre di più questo grosso divario tra cui la tassazione inglese per il mantenimento delle strutture amministrative e militari britanniche all’interno dei territori coloniali, ma soprattutto l’atteggiamento intollerante da parte del clero anglicano che non dava spazio a nessun’altra fede religiosa.

Figli della Libertà e Tea Act

Iniziano a nascere in questo periodo alcune organizzazioni popolari denominate Figli della Libertà (Son of Liberty) che puntavano alla piena indipendenza delle colonie.

Un evento decisivo che trasformo il malcontento in aperto conflitto fu l’emanazione della legge sul tè (Tea Act), con la quale veniva concesso alla Compagnia delle Indie orientali il monopolio del commercio del tè: questo causò enormi danni ai traffici commerciali dei coloni americani. In reazione a tale legge, i Figli della Libertà assalirono tre navi inglesi nel porto di Boston e ne buttarono l’intero carico in mare: ebbero così luogo i primi aperti conflitti.

Quebec Act e Congresso continentale

La situazione si aggravò ulteriormente quando il Parlamento inglese votò il Quebec Act attraverso il quale alcune terre nell’Ohio (verso cui si stavano espandendo i coloni americani) vennero riconosciute come appartenenti al Canada. Esasperati dalla situazione, molti coloni assunsero delle posizioni radicali ed estremiste sostenendo la necessità di rompere ogni rapporto con l’Inghilterra. Tuttavia, nel corso del primo Congresso continentale, riunitosi a Filadelfia nel 1774, prevalse la linea moderata: le colonie rinnovarono la fedeltà al re, ma chiesero il ripristino della loro autonomia. Queste richieste vennero inserite nella Dichiarazione dei diritti scritta dai rappresentanti di dodici colonie e fondata su tre principi:

1) Gli uomini sono tutti uguali;

2) Gli uomini hanno diritti inalienabili;

3) Il governo legittimi è quello che governa con il consenso dei governati

Questa Dichiarazione venne inviata a Londra, ma il sovrano inglese Giorgio III la respinse: questo grave atto rese la situazione esplosiva e diede inizio alla guerra d’indipendenza americana.

Dichiarazione d'Indipendenza e guerra

Nel 1775 ci furono due occasionali scontri a fuoco fra le truppe britanniche e i coloni americani e questo porto a dichiarare ribelli le colonie. L’opinione pubblica dei coloni però era spaccata in due schieramenti: quello lealista, a cui appartenevano soprattutto i ceti agiati, che si dichiarava a fianco degli Inglesi e quello dei patrioti che mirava all’indipendenza.

I coloni però non possedevano un esercito ben addestrato ed organizzato, quindi si rese necessario formarne uno (Continental Army): tale decisione venne presa durante il secondo Congresso continentale di Filadelfia (1775).

A seguito degli avvenimenti, inoltre, i rappresentanti delle tredici colonie sottoscrissero il 4 luglio del 1776 (durante il terzo Congresso continentale) a Filadelfia la Dichiarazione d’Indipendenza. Questa fu redatta da Thomas Jefferson e si basava sui principi della sovranità popolare, sulla difesa dei diritti inalienabili dell’uomo (diritto alla vita e alla libertà) e sul diritto “alla ricerca della felicità”. Il giorno successivo le tredici colonie si dichiararono indipendenti con il nome di Stati Uniti.

Conflitto internazionale e trattato di Versailles

Alla guida dell’esercito formato dalle tredici colonie vi era George Washington, il quale grazie alle sue abilità riuscì ad ottenere una prima decisiva vittoria nel 1777. Il forte spirito d’indipendenza animò molti Stati Europei come la Francia, la Spagna e l’Olanda che inviarono migliaia di uomini in aiuto degli americani: questo trasformò il conflitto coloniale in guerra internazionale.

Mentre lo scienziato americano Benjamin Franklin svolgeva opere diplomatiche in Europa, si formò la cosiddetta Lega dei neutri sostenuta da Russia, Prussia, Austria, Svezia, Danimarca e Portogallo. Questa lega approfittò della rivoluzione americana per creare un fronte antibritannico e liberarsi così dal controllo marittimo inglese. Di fronte a quest’ampia coalizione l’Inghilterra fu costretta a riconoscere, col trattato di Versailles del 3 settembre 1783, l’indipendenza delle tredici colonie e la loro trasformazione di Stati Uniti d’America.

Costituzione federale e tensioni interne

La conquista dell’indipendenza però non fu la fine di tutti i problemi per le ex colonie dato che si manifestarono delle gravi tensioni interne. Tra questi contrasti vi era la questione di come organizzare il nuovo Stato e su tale argomento si schierarono due opposte correnti di opinione:

- i repubblicani antifederalisti, guidati da Thomas Jefferson, che miravano ad una politica economica agricola e si opponevano alle operazioni commerciali e bancarie monopolistiche

- i federalisti, guidati da Alexander Hamilton, che volevano una soluzione unitaria capace di fortificare il nuovo Stato e di favorirne lo sviluppo industriale.

Alla fine prevalsero i federalisti, sostenuti da Washington e Franklin, e il 17 settembre 1787 venne varata una Costituzione federale: questa prevedeva un governo centrale retto da un Presidente e un sistema bicamerale costituito da un Senato ed una Camera dei rappresentanti.

Il 4 marzo 1789 George Washington venne eletto come primo presidente degli Stati Uniti d’America che pose la capitale a Filadelfia.

Costituzione americana e principi democratici

La Costituzione americana era estremamente rivoluzionaria e moderna per l’epoca ed è considerata come espressione della cultura illuministica in quanto essa si fonda sul principio di divisione dei poteri di Montesquieu, sul principio della sovranità popolare, sul principio dell’uguaglianza politica, sul principio di tolleranza religiosa ed estese il diritto di voto (sebbene ai soli cittadini maschi in possesso di determinati requisiti). Inoltre può essere considerata come la prima grande Costituzione moderna votata da un’assemblea di rappresentanti del popolo e non più concessa da un sovrano: quella americana è la prima forma di governo democratico.

Questi principi democratici però non vennero applicati agli schiavi neri e agli Indiani. La nascita di questo nuovo stato si macchiò di episodi di grave disumanità come il razzismo e il genocidio degli Indiani. Gli schiavi africani, considerati una specie inferiore dagli americani, venivano impiegati come servi nelle piantagioni del Sud poiché garantivano manodopera gratuita.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le cause principali del malcontento dei coloni americani nei confronti dell'Inghilterra?
  2. Le cause principali includevano le restrizioni commerciali imposte dall'Inghilterra, la mancanza di rappresentanza parlamentare, l'imposizione di nuove tasse e il monopolio del commercio del tè.

  3. Come si sviluppò il conflitto tra i coloni americani e l'Inghilterra?
  4. Il conflitto si sviluppò attraverso eventi come l'assalto al tè nel porto di Boston e le tensioni crescenti che portarono alla guerra d'indipendenza, culminando nella Dichiarazione d'Indipendenza del 1776.

  5. Quali furono le differenze principali tra le colonie del Nord e del Sud?
  6. Le colonie del Nord si svilupparono attraverso il commercio e l'industria, mentre quelle del Sud si basavano sull'agricoltura latifondistica e l'uso di schiavi nelle piantagioni.

  7. Quali furono i principi fondamentali della Dichiarazione dei diritti delle colonie americane?
  8. I principi fondamentali includevano l'uguaglianza degli uomini, i diritti inalienabili e il governo basato sul consenso dei governati.

  9. Quali furono le conseguenze della guerra d'indipendenza americana?
  10. Le conseguenze includevano il riconoscimento dell'indipendenza delle tredici colonie, la formazione degli Stati Uniti d'America e l'adozione di una Costituzione federale moderna, sebbene con tensioni interne e problemi di disuguaglianza.

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