Concetti Chiave
- La riforma protestante del Cinquecento ha segnato la fine dell'unità religiosa in Europa, con proteste di natura religiosa, politica ed economica.
- Il movimento ha avuto origine in Germania, dove i principi tedeschi si opponevano al controllo politico ed economico della Chiesa di Roma.
- Carlo V, legato al papato, minacciava l'indipendenza dei principi tedeschi, che usavano la protesta religiosa per avanzare interessi politici.
- La Curia romana era vista come un'istituzione economica opprimente, estorcendo denaro ai fedeli attraverso le indulgenze.
- Le indulgenze, vendute per il perdono dei peccati, arricchivano la Chiesa, superando le entrate del re di Francia.
La spaccatura dell'unità religiosa
All’inizio del Cinquecento il movimento di protesta provocò la spaccatura dell’unità religiosa europea (scisma). Questa protesta ebbe motivazioni religiose,ma anche politiche ed economiche, e rappresentò la definitiva liquidazione della struttura politica e culturale del Medioevo. La riforma ebbe origine in Germania, dove vi era lo scontro tra la Chiesa di Roma, che cercava di mantenere il controllo politico ed economico sui territori del Sacro romano impero, e i principi tedeschi, desiderosi di affermare la propria autonomia politica, soprattutto nel momento in cui Carlo V, profondamente legato al papato, intendeva riconoscere l’unità imperiale, minacciando le loro aspirazioni all’indipendenza nazionale. L’ostilità verso la Chiesa si legò pertanto all’ostilità nei confronti degli Asburgo, ed è per questo che molti principi utilizzavano la protesta religiosa per far valere i propri interessi politici.
Motivazioni economiche della protesta
Tra le ragioni che rendevano sgradito il potere papale molte erano di carattere economico: la Curia romana si era infatti trasformata in una “macchina di rapina economica” (Lutero) che estorceva denaro ai fedeli con qualsiasi mezzo. Il modo più redditizio per raccogliere denaro fu quello della concessione delle indulgenze, che permettevano il perdono dei peccati da scontare in purgatorio a chi avesse contribuito con somme di denaro, tant’è che molti credevano che bastasse un’offerta per salvare la propria anima. Queste “estorsioni” permettevano alle casse pontificie di rifornirsi più che adeguatamente, superando di ben tre volte quelle del re di Francia.