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Concetti Chiave

  • Durante il Medioevo, la religione era il principale mezzo per comprendere e rappresentare la realtà sociale e i sentimenti collettivi.
  • La peste era interpretata come manifestazione dell'ira divina, conducendo a profezie apocalittiche e comportamenti mistici.
  • La fede religiosa si trasformò progressivamente in pratiche superstiziose e riti esteriori, indebolendo la fede interiore.
  • L'organizzazione ecclesiastica, non minacciata dalla fede isolante, sfruttò la disperazione delle masse per rafforzare potere e finanze.
  • Papa Clemente VI introdusse la possibilità di acquistare indulgenze plenarie, avviando un sistema che contribuì alla futura rivolta di Lutero.

Indice

  1. Religione e realtà sociale medievale
  2. La peste e l'ira divina
  3. Corruzione e vantaggi ecclesiastici

Religione e realtà sociale medievale

Gli uomini dell’epoca, attraverso spiegazioni in chiave religiosa, prendono coscienza della realtà sociale del proprio tempo, a volte anche in maniera profonda, nell’unico modo allora per essi possibile, in quanto è la religione che durante tutto il Medioevo ed oltre fornisce loro l’unico linguaggio attraverso cui diventino esprimibili sentimenti collettivi e valutazioni complessive dell’ordine sociale.

La peste e l'ira divina

Esprimendosi, dunque, per mezzo di immagini e nessi tratti dalle credenze religiose, la mentalità popolare dell’epoca non ha dubbi che l’immane catastrofe costituita dalla peste abbia una sola spiegazione, cioè l’ira di Dio. Questa spiegazione della peste, però, non vale a contrastarne gli effetti, per cui tende ben presto a tradursi in profezie sull’imminente fine del mondo, in fughe eremitiche e in miti consolatorii. La religione come pratica sociale tende perciò sempre più ad identificarsi con un insieme di credenze superstiziose e di riti intesi in modo esteriore e magico, e sempre meno con una fede interiore.

Corruzione e vantaggi ecclesiastici

L’organizzazione ecclesiastica, per quanto oggetto di quasi universale discredito a causa della sua mondanità e della sua corruzione (siamo in piena epoca avignonese), trae tuttavia vantaggio da questa evoluzione della mentalità religiosa. Infatti, da un lato non è minacciata dalla fede di chi fugge dalla vita associata isolandosi, e sottraendosi, in tal modo, ad ogni impegno di denuncia; e dall’altro lato, può rafforzare il suo potere e le sue stesse finanze sfruttando le esigenze di rassicurazione delle masse disperate. Papa Clemente VI (1342-1352), ad esempio, riduce di cinquant’anni l’intervallo tra un Anno Santo e l’altro (che era stato, invece, fissato in un secolo da Bonifacio VIII), in modo da poterne indire uno per il 1350. In questa occasione, anzi, il papato stabilisce per la prima volta chiaramente come l’indulgenza plenaria possa essere acquistata semplicemente versando denaro alla Chiesa, e dà quindi avvio a quello sfruttamento finanziario delle indulgenze che determinerà, due secoli dopo, la rivolta di Lutero.

Domande da interrogazione

  1. Qual era la spiegazione comune della peste durante il Medioevo?
  2. La mentalità popolare dell'epoca attribuiva la peste all'ira di Dio, utilizzando spiegazioni religiose per comprendere la realtà sociale.

  3. Come ha reagito l'organizzazione ecclesiastica alla mentalità religiosa dell'epoca?
  4. L'organizzazione ecclesiastica ha tratto vantaggio dalla mentalità religiosa, rafforzando il suo potere e le finanze sfruttando le esigenze di rassicurazione delle masse disperate.

  5. Quale cambiamento ha introdotto Papa Clemente VI riguardo agli Anni Santi?
  6. Papa Clemente VI ha ridotto l'intervallo tra un Anno Santo e l'altro a cinquant'anni, permettendo di indire un Anno Santo nel 1350 e stabilendo che l'indulgenza plenaria potesse essere acquistata versando denaro alla Chiesa.

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