Concetti Chiave
- Paolo III avviò la riforma interna della Chiesa per contrastare l'eresia e promuovere l'unità cristiana.
- Nel Sacro collegio furono inclusi uomini di vita intemerata e sostenitori delle riforme, provenienti da movimenti religiosi e laici.
- Una commissione del 1534 propose importanti riforme morali e disciplinari, evidenziando gli abusi della Chiesa.
- Il memoriale del 1537, fondamentale per il Concilio di Trento, denunciava l'eccessivo potere del pontefice.
- Furono avviati tentativi di conciliazione con i protestanti, ma senza successo, portando a posizioni più intransigenti.
Indice
La riforma interna della Chiesa
Profondamente preoccupato per la crisi dell'unità cristiana, Paolo III volle avviare la riconquista delle nazioni perdute da Roma intraprendendo la riforma interna della Chiesa al fine di renderla un organismo compatto, efficiente e dotato dei mezzi necessari per sostenere la lotta contro l'eresia in vista dell'obiettivo più vasto del concilio ecumenico.
La commissione di riforma
Il papa chiamò nel Sacro collegio uomini di vita intemerata, di profonda dottrina e convinti sostenitori delle riforme. Li scelse tra i membri dell'oratorio del Divino Amore e anche da circoli erasmiani, come Giovanni Pietro Carafa, Reginaldo Pole, Jacopo Sadoleto, e laici, come Gaspare Contarini. Essi fecero parte di una commissione di nove membri istituita nel novembre del 1534, che nel 1536 presentò un piano per la disciplina del clero, il decoro delle chiese e delle liturgie e l'anno dopo un documento molto più ampio, il Consilium delectorum cardinalium a aliorum praelatorum de emendanda Ecclesia S.D.N. Paulo in petente, conscriptum a exhibitum anno 1537.
Il memoriale e le sue proposte
In questo coraggioso memoriale, che sarà fondamentale per il Concilio di Trento, si denunciava come causa principale dei mali della Chiesa l'eccessivo potere del pontefice appoggiato dalle compiacenti teorie dei canonisti e, senza toccare questioni dogmatiche, erano esposti minuziosamente gli abusi, gli errori e le irregolarità e si proponevano importanti riforme in tema di morale e di disciplina. Tra l'altro si indicava il pericolo dell'insegnamento di dottrine ereticali da parte di predicatori e di docenti di filosofia e si suggeriva il divieto di stampare libri sospetti anticipando l'Indice dei libri proibiti che col probabile assenso papale non senza sollevare accese proteste sarà pubblicato in una prima versione a Venezia nel 1549 da Giovanni della Casa.
Conciliazione e fallimenti
Contro l'eresia il Carafa sosteneva che si dovesse procedere alla sottomissione dei luterani anche con la forza delle armi, mentre altri, come il Sadoleto e il Contarini, raccomandavano di cercare una conciliazione con i protestanti mediante moderate concessioni, ma il piano di quest'ultimi, favorito anche da Carlo v, che avevano avviato colloqui tra esponenti cattolici e protestanti in Germania, non diede risultati e fallirono altre iniziative per giungere a un'intesa con i dissidenti. Seguì un irrigidimento su posizioni dogmatiche sempre più definite sia da parte dei luterani per l'influenza del calvinismo sia da parte dei cattolici specialmente dopo il fallimento della missione conciliativa del Contarini alla dieta di Ratisbona del 1541.
Riforme e revisione morale
In seno alla Chiesa cominciò tuttavia ad affermarsi il processo di revisione morale e disciplinare accompagnato da un ampio movimento controffensivo nei confronti del protestantesimo. Fu affrontato il gravoso problema della disciplina del clero e della riforma della Curia, che era un gigantesco apparato burocratico intimamente connesso con una rete di interessi materiali privati. Furono riordinati la Dataria, la Penitenzieria, la reverenda Camera apostolica e i tribunali.
Domande da interrogazione
- Qual era l'obiettivo principale di Paolo III riguardo alla Chiesa?
- Chi furono i principali collaboratori di Paolo III nella riforma della Chiesa?
- Quali furono le principali proposte del Consilium del 1537?
- Quali furono le diverse strategie proposte per affrontare l'eresia?
Paolo III mirava a riformare internamente la Chiesa per renderla un organismo compatto ed efficiente, capace di combattere l'eresia e prepararsi a un concilio ecumenico.
Paolo III scelse uomini di vita intemerata e di profonda dottrina, come Giovanni Pietro Carafa, Reginaldo Pole, Jacopo Sadoleto e Gaspare Contarini, per avviare le riforme necessarie.
Il Consilium del 1537 denunciava l'eccessivo potere del pontefice e proponeva riforme in tema di morale e disciplina, suggerendo anche il divieto di stampare libri sospetti.
Carafa sosteneva l'uso della forza contro i luterani, mentre Sadoleto e Contarini raccomandavano la conciliazione con moderate concessioni, ma tali tentativi di dialogo fallirono.