Concetti Chiave
- L'epidemia di peste del 1630 colpì duramente il Nord Italia, specialmente Milano, già indebolita da carestie e conflitti militari.
- La diffusione della peste fu alimentata da condizioni di estrema povertà e movimenti di truppe durante la guerra di successione di Mantova.
- La paura del contagio generò pregiudizi e credenze infondate, come l'esistenza degli "untori" accusati di diffondere la peste volontariamente.
- La città di Milano divenne spettrale, con cadaveri abbandonati e bambini orfani senza assistenza, mentre i lazzaretti si riempivano di malati.
- I monatti, incaricati di trasportare i cadaveri, approfittarono della situazione per rubare e minacciare, contribuendo al disfacimento sociale.
Indice
L'epidemia nel Nord Italia
È la terribile epidemia che si scatenò nel Nord Italia tra il 1630 e il 1631, decimando la popolazione e infuriando con particolare virulenza nella città di Milano, allora tra le più popolose della regione. L'epidemia si propagò facilmente anche grazie allo stato di estrema povertà e privazione in cui il popolo si trovava dopo due anni di terribile carestia, e in seguito a movimenti di truppe e saccheggi avvenuti nell'ambito della guerra per la successione di Mantova, che vedeva la Spagna opposta alla Francia.
La diffusione della peste a Milano
Dal mese di marzo del 1630 la peste iniziò a mietere vittime in ogni angolo di Milano, rendendo di drammatica evidenza ciò che, fino a poco tempo prima, era stato da alcuni addirittura negato.I malati si affollavano in numero sempre crescente al lazzaretto, già ricovero per i poveri e gli accattoni durante la carestia.
La paura e i pregiudizi
La paura per il contagio che mieteva vittime sempre più numerose in città fece nascere nella moltitudine nuovi pregiudizi e iniziò così a diffondersi l'assurda credenza che alcuni uomini spargessero appositamente unguenti venefici per propagare la peste, personaggi immaginari, noti col nome famigerato di untori.
La devastazione della città
Milano si trasformò in poco tempo, col dilagare del contagio, in una città spettrale e spopolata, in cui i cadaveri giacevano spesso nelle strade abbandonati a se stessi o venivano raccolti dai monatti; molti bambini che avevano perso le madri restavano privi di assistenza, né si trovavano mezzi per prendersi cura di loro in modo adeguato; i cadaveri avevano ormai colmato l'unica immensa fossa comune scavata nel lazzaretto; gli ecclesiastici(tra cui Fra Cristoforo) si prodigarono in effetti per sollevare la popolazione dalle terribili conseguenze del morbo, dentro e fuori il lazzaretto.
L'opportunismo e il disfacimento sociale
Ci fu tuttavia anche l'esempio molto meno edificante di chi cercò di trarre vantaggio dalla moria approfittando della situazione drammatica, come i monatti(persone incaricate di trasportare nei lazzaretti i malati o i cadaveri, andando in giro coi loro carri nelle strade o nelle case a prelevarli o raccoglierli) che a un certo punto divennero i padroni delle strade e usarono il loro potere per derubare gli ammalati o minacciarne le famiglie per estorcere loro del denaro, venendo tra l'altro sospettati di diffondere ad arte il contagio per non far cessare la pestilenza che rappresentava la loro fonte di guadagno. Non erano pochi infine quelli che si fingevano monatti attaccandosi un campanello al piede (il contrassegno che indicava la presenza di queste persone volgari, sprezzanti e spesso spregevoli)e ne approfittavano per commettere ogni sorta di ruberie, in ciò non ostacolati e anzi spesso aiutati da molti esponenti delle autorità, il che dimostra il disfacimento del tessuto sociale cui si giunse in città verso la fine di quella tremenda estate.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali della diffusione della peste del 1630 a Milano?
- Come reagì la popolazione di Milano all'epidemia di peste?
- Quali furono le conseguenze sociali della peste a Milano?
- Chi erano i monatti e quale ruolo ebbero durante l'epidemia?
La peste si diffuse a causa della povertà estrema e delle privazioni seguite a una carestia, oltre ai movimenti di truppe e saccheggi durante la guerra per la successione di Mantova.
La popolazione reagì con paura e pregiudizi, diffondendo la credenza che alcuni uomini, chiamati untori, spargessero unguenti venefici per propagare la peste.
Milano divenne una città spettrale e spopolata, con cadaveri abbandonati nelle strade e bambini orfani senza assistenza, mentre il tessuto sociale si disgregava.
I monatti erano incaricati di trasportare malati e cadaveri nei lazzaretti, ma alcuni approfittarono della situazione per derubare e minacciare le famiglie, sospettati anche di diffondere il contagio.