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Concetti Chiave

  • Nel Settecento, l'Italia visse una crescita demografica significativa, passando da 13 a quasi 18 milioni di abitanti, stimolando così l'agricoltura e le nuove colture come mais e riso.
  • La Lombardia emerse come area manifatturiera dinamica grazie allo sviluppo dell'industria della seta, favorito dall'amministrazione austriaca e dalla disponibilità di manodopera economica.
  • Milano e Napoli divennero centri culturali di rilievo durante l'Illuminismo, con intellettuali come Pietro Verri, Cesare Beccaria e Antonio Genovesi che guidarono il dibattito intellettuale.
  • Gaetano Filangieri analizzò precocemente la "questione meridionale", attribuendo il ritardo del Sud all'abbandono delle terre ai latifondisti e alla debolezza statale.
  • La "questione meridionale" evidenziata da Filangieri si trasformò in un problema nazionale, analizzato da meridionalisti come Giustino Fortunato e Saverio Nitti attraverso inchieste parlamentari nel tempo.

Indice

  1. Crescita demografica e agricola
  2. Illuminismo in Italia
  3. Questione meridionale

Crescita demografica e agricola

Nella seconda metà del Settecento si chiuse un lunghissimo ciclo di guerre tra le potenze europee, che aveva coinvolto l’Italia. Il primo effetto positivo fu una fase di crescita demografica: la popolazione italiana passò dai 13 milioni del 1700 a quasi 18 milioni nel 1800. L’aumento della popolazione sollecitò l’agricoltura a sviluppare una maggiore produzione: ciò avvenne sia attraverso l’estensione delle coltivazioni, sia con la diffusione di nuove colture, in particolare mais e riso.

Una certa ripresa si verificò anche nelle manifatture: l’area più dinamica fu la Lombardia, dove l’amministrazione austriaca stimolò lo sviluppo dell’industria della seta, valorizzando l’abbondanza di materia prima (il bozzolo del baco nutrito dalle foglie di gelso) e la manodopera contadina a buon mercato.

Illuminismo in Italia

Un segno di rinnovamento della società italiana fu la fioritura dell’Illuminismo: Milano e Napoli divennero importanti centri di cultura, paragonabili alle grandi capitali europee.

Intorno ai due principali intellettuali milanesi, Pietro Verri (1728-1797) e Cesare Beccaria (1738-1794), ruotarono i dibattiti dell’Accademia dei Pugni, centro di elaborazione dell’Illuminismo lombardo, e le polemiche letterarie, filosofiche e politiche pubblicate su “Il Caffè”, periodico fondato nel 1764 e portavoce delle nuove idee.

A Napoli gli illuministi si formarono alla scuola di Antonio Genovesi (1713-1769), titolare della cattedra di economia all’università. In particolare, Gaetano Filangieri (1752-1788) analizzò le cause di quella che si sarebbe poi chiamata la “questione meridionale”. Se già allora si stava manifestando una certa arretratezza del meridione, le cause fondamentali era da rintracciare nell’abbandono al latifondo delle campagne possedute da grandi feudatari e nella debolezza dello stato, che non sapeva opporsi alle prepotenze dei feudatari stessi.

Questione meridionale

La questione meridionale consiste oggi nella differenza di sviluppo economico e sociale tra il Sud e il resto dell'Italia. Questa divenne un problema nazionale quando fu portata all'attenzione dell'opinione pubblica da una serie di inchieste parlamentari e dagli studi di alcuni meridionalisti, quali Giustino Fortunato, Saverio Nitti, Napoleone Colajanni e Gaetano Salvemini.

Gaetano Filangieri ha il merito di aver colto i sintomi della questione meridionale già nel Settecento, quando cioè non era ancora evidente il ritardo delle aree del Sud della penisola rispetto a quelle settentrionali e Napoli poteva competere con Parigi in grandezza e splendore. L'analisi dell'illuminista napoletano rileva le cause fondamentali del ritardo del meridione nel predominio del feudalesimo e nella debolezza delle istituzioni dello stato. Questi fattori avrebbero impedito la formazione di un ceto agricolo moderno e con capacità imprenditoriali, con la conseguenza che la proprietà della terra restò nelle mani di grandi latifondisti e la condizione dei contadini degradò verso la miseria.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono gli effetti positivi della fine delle guerre europee nel Settecento per l'Italia?
  2. La fine delle guerre portò a una crescita demografica e a uno sviluppo agricolo e manifatturiero, specialmente in Lombardia con l'industria della seta.

  3. Quali furono i centri principali dell'Illuminismo in Italia e chi furono i protagonisti?
  4. Milano e Napoli furono i centri principali. A Milano, Pietro Verri e Cesare Beccaria guidarono l'Accademia dei Pugni e "Il Caffè". A Napoli, Antonio Genovesi e Gaetano Filangieri furono figure chiave.

  5. Cosa analizzò Gaetano Filangieri riguardo alla "questione meridionale"?
  6. Filangieri analizzò le cause del ritardo del Sud, attribuendole al predominio del feudalesimo e alla debolezza dello stato, che ostacolavano lo sviluppo di un ceto agricolo moderno.

  7. Come è stata portata all'attenzione pubblica la questione meridionale?
  8. La questione meridionale divenne un problema nazionale grazie a inchieste parlamentari e studi di meridionalisti come Giustino Fortunato e Gaetano Salvemini.

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