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Concetti Chiave

  • I patti medievali sono accordi tra sovrani e gruppi specifici, non una costituzione per tutti, evidenziando privilegi e disuguaglianze.
  • La Magna Charta costringe il sovrano a riconoscere leggi e consuetudini del regno, segnando l'inizio del common law e dell'interdipendenza tra nobili e re.
  • Introduce il concetto di legge impersonale, senza eccezioni per chi le crea o le riceve, allontanandosi dall'autorità superiore del diritto amministrativo occidentale.
  • La formazione del Parlamento moderno inizia con l'inclusione di cavalieri e rappresentanti delle città, espandendo i diritti e privilegi di nuovi gruppi sociali.
  • Il Parlamento bicamerale inglese si sviluppa da queste istituzioni medievali, con House of Lords e House of Commons rappresentanti ceti privilegiati e territori.

Indice

  1. Libertà e privilegi nel medioevo
  2. Riconoscimento dei privilegi
  3. Regolamentazione delle imposte
  4. Garanzie processuali e organismi di garanzia
  5. Magna Charta e common law
  6. Origine dei parlamenti moderni
  7. Parlamento del 1265 e rappresentanza

Libertà e privilegi nel medioevo

Si concedono specifiche libertà a tutti gli “uomini liberi” del regno. Una caratteristica dei patti medievali è che non si rivolgono non specificamente e a tutti come una costituzione moderna, agli individui in generale come se fossero tutti uguali. Sono invece patti tra un sovrano e un determinato gruppo di individui, di ceti. Gli “uomini liberi” sono quindi quelli che sono in grado di far sentire la loro libertà. Quindi con il concetto di libertà, non si intende tanto la libertà personale in senso stretto, ma piuttosto quei diritti che determinati uomini ritengono si propria appartenenza, cioè sono solo proprio. Per questo motivo sono invece privilegi, che rendono liberi questi individui. Libertà come diritti rivendicati da determinate persone, con quindi fondamento storico. Privilegi che sono il fondamento della disuguaglianza tra liberi e non liberi.

Riconoscimento dei privilegi

Il sovrano viene costretto a riconoscere i privilegi in questo patto, creando per sé dei vincoli. E ogni tanto, tra i vari punti, torna il termine “legge”, o “diritto comune”.

Regolamentazione delle imposte

Si vanno a regolare le imposte che gravano sulla terra (tallaggio), cioè scutagium e auxilium, che non possono più essere imposti senza comune assenso, ma anzi con proceduralità nella riscossione, e ragionevolezza. Ciò vale anche per i funzionari del sovrano. Anche la proprietà privata è riconosciuta.

Alle città viene permesso di vivere secondo proprie regole e consuetudini, per lo meno in alcuni ambiti della vita comunitaria e economica.

Garanzie processuali e organismi di garanzia

Ci sono garanzie processuali, con la pena che non deve essere sproporzionata rispetto al reato commesso. Principio che è uguale per tutti, ma i giudici no: i nobili possono essere giudicati solo da altri nobili.

Inoltre il re si costringe a creare un organismo di garanzia formato dai nobili più alti (25), che si occuperò di tutte le controversi in cui non si riescono a applicare i principi dei 63 punti. Un primo organismo di garanzia, un primo nucleo di organismo che svolge le funzioni che poi spetteranno ai Parlamenti. Ci sarà poi anche un Consiglio ristretto di 4 che esamina i casi in cui il re è coinvolto direttamente.

Magna Charta e common law

La Magna Charta rappresenta il momento in cui un sovrano si vede costretto a riconoscere la legge del Paese, cioè il principio del common law: si impegna a rispettare e riconoscere le consuetudini e le libertà che lui stesso concede. E così dovranno fare tutti gli uomini del regno. Per la prima volta si forniscono delle garanzie agli uomini che “contano” e si riconosce interdipendenza tra loro e il sovrano.

Origine dei parlamenti moderni

Una volta firmata, la Charta stessa si inserisce nel common law, portando con sé il principio che non devono esistere delle eccezioni nelle leggi e nella loro osservanza, sia per chi le fa che per chi le riceve. Non bisogna pensare che le leggi arrivano da un’autorità superiore degna di reverenza e subordinazione, come accade nel diritto amministrativo occidentale, che riconosce posizione speciale agli amministratori, che hanno esigenze speciali da preservare a scapito dei diritti dei singoli. Ma piuttosto la legge obbliga tutti senza eccezioni: in alto non c’è uno Stato, una classe dirigente, ma la Legge impersonale. Non un concetto di Stato, ma quelli separati di Parlamento, sovrano… Questa concezione fa sì che già nel medioevo si formino delle istituzioni parlamentari, anche se è evidente che i richiedenti della Magna Charta non costituiscono ancora un Parlamento. Però, pian piano, i ceti privilegiati iniziano a fornire membri alla corte del re, curia regis, e nasce l’abitudine al contrattare col Sovrano. Col tempo le corti si allargano, e il re vi si rivolge nei momenti di necessità, dettati dal bisogno di portare avanti la propria politica e disporre delle risorse del Paese. È ciò che segna l’origine dei parlamenti moderni.

Parlamento del 1265 e rappresentanza

Nel 1265, grazie al nobile Simone da Monfort, la cui rivolta costringe il re Enrico III a venire a patti con la nobiltà, si convoca un Parlamento che per la prima volta non vede solo nobiltà e clero, ma anche i cavalieri, cioè i rappresentanti dei territori. Poi si chiede che si aggiungano anche i rappresentanti delle città. Quindi c’è l’ingresso di una sorta di “borghesia”, che per la prima volta può rappresentare i propri interessi, e godere di nuovi diritti che di fatto sono privilegi (che poi permettono di richiedere ulteriori privilegi in altri ambiti, oltre che quello rappresentativo). Si tratta di quelli che poi saranno i Commons, che, insieme ai ceti privilegiati e ai cavalieri (gentry), vanno pian piano a specificare un parlamento bicamerale: House of Lords (temporali e spirituali) e House of Commons (a rappresentanza di territori e città). Parlamento che è comunque espressione di ceti privilegiati.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la caratteristica principale dei patti medievali rispetto alle costituzioni moderne?
  2. I patti medievali non si rivolgono a tutti gli individui come se fossero uguali, ma sono accordi tra un sovrano e un determinato gruppo di individui o ceti, riconoscendo privilegi specifici.

  3. Cosa rappresenta la Magna Charta nel contesto del diritto e della sovranità?
  4. La Magna Charta rappresenta il momento in cui un sovrano è costretto a riconoscere la legge del Paese, impegnandosi a rispettare le consuetudini e le libertà concesse, inserendosi nel common law e stabilendo che la legge obbliga tutti senza eccezioni.

  5. Quali garanzie processuali sono previste dalla Magna Charta?
  6. La Magna Charta prevede che la pena non deve essere sproporzionata rispetto al reato commesso e che i nobili possono essere giudicati solo da altri nobili, garantendo un principio di equità.

  7. Come si è evoluto il concetto di Parlamento a partire dalla Magna Charta?
  8. A partire dalla Magna Charta, si è formato un primo organismo di garanzia e, nel tempo, i ceti privilegiati hanno iniziato a fornire membri alla corte del re, portando alla nascita di istituzioni parlamentari e, infine, a un Parlamento bicamerale.

  9. Qual è stato il contributo di Simone da Monfort nel processo di evoluzione parlamentare?
  10. Simone da Monfort ha convocato un Parlamento che, per la prima volta, includeva non solo nobiltà e clero, ma anche cavalieri e rappresentanti delle città, segnando l'ingresso della borghesia e l'evoluzione verso un Parlamento più rappresentativo.

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