Concetti Chiave
- L'Impero ottomano, un tempo temuto in Europa, iniziò a mostrare segni di crisi irreversibile tra il XVII e XVIII secolo.
- Nel 1683, l'Impero raggiunse la sua massima espansione con il secondo assedio di Vienna, ma la pace di Carlowitz del 1699 segnò il declino.
- La perdita di territori come l'Ungheria e la Transilvania a favore degli Asburgo evidenziò un indebolimento militare ottomano.
- Ulteriori sconfitte, come quella nella battaglia di Petrovaradin nel 1715, portarono alla cessione di importanti territori come il banato di Temesvar.
- Nel Settecento, l'Impero ottomano subì ulteriori perdite territoriali a vantaggio di Austria e Russia, segnando un periodo di stasi e arretramento.
L'ascesa e il declino dell'Impero ottomano
Il quadro politico internazionale sei-settecentesco deve tener conto di un importante protagonista, l'Impero ottomano, che, dopo avere costituito per secoli una costante minaccia per l'Europa, si avviò in questa fase storica, per effetto di una crisi lenta ma irreversibile, a divenire un problema politico di prima grandezza.
La "Sublime porta" (così era definito l'Impero ottomano nei dispacci diplomatici delle cancellerie europee) era stata protagonista delle vicende europee del XVII secolo, arrivando a raggiungere la sua massima espansione nel 1683 (secondo assedio di Vienna). Già la pace di Carlowitz (1699) aveva però sancito la perdita definitiva dell'Ungheria e della Transilvania a vantaggio della monarchia asburgica e aveva dato il segnale di un'evidente battuta di arresto nell'efficienza operativa e nella capacità militare dell'impero.Conflitti e trattati del XVIII secolo
Queste prime avvisaglie di una crisi incipiente trovarono la loro conferma nelle vicende belliche del XVIII secolo: sbaragliati nella battaglia di Petrovaradin (1715) dal principe Eugenio di Savoia, comandante delle truppe asburgiche, gli Ottomani con la pace di Passarowitz (1718) dovettero cedere all'Austria il banato di Temesvar. Seguì una lunga fase di scontri con austriaci, veneziani, polacchi e russi, senza alcun esito salvo quello di dimostrare che la spinta propulsiva ottomana si era ormai arrestata. Una stasi che nella seconda metà del Settecento si tramuterà in arretramento, quando la Sublime porta dovrà cedere all'Austria la parte settentrionale della Serbia con Belgrado e Novi Sad e alla Russia la regione del mar d'Azov e la penisola di Crimea.