Concetti Chiave
- La Guerra dei Trent'anni iniziò con la ribellione dei protestanti boemi contro l'abolizione della libertà di culto privato concessa da Rodolfo II, culminando nell'assalto al palazzo reale di Praga.
- Il conflitto vide la contrapposizione tra l'Unione evangelica appoggiata da alcuni paesi protestanti e la Lega cattolica sostenuta dalla Spagna, con Ferdinando II che represse duramente i ribelli boemi.
- L'intervento della Svezia sotto Gustavo Adolfo, con un esercito innovativo, portò a importanti vittorie, ma la sua morte nel 1632 permise all'imperatore di riorganizzarsi e ottenere successi.
- La Francia, guidata dal cardinale Richelieu, entrò in guerra nel 1635 per motivi politici, schierandosi con i protestanti e infliggendo sconfitte decisive alla Spagna.
- Le paci di Vestfalia del 1648 posero fine alla guerra, riconoscendo la libertà religiosa e l'autonomia degli stati tedeschi, ridimensionando il potere imperiale e consacrando la Francia come potenza emergente.
Indice
Tentativi di egemonia religiosa
Con gli imperatori Mattia d’Asburgo e Ferdinando II di Stiria fu esplicito il tentativo di egemonizzare dal punto di vista religioso tutta la miriade di staterelli tedeschi.
Ribellione e repressione in Boemia
Ad innescare la guerra fu l’abolizione della lettera di maestà che concedeva ai protestanti boemi la libertà di culto privato, concessa dall’imperatore Rodolfo II, si scatenarono così proteste violente, soprattutto a Praga, in cui il 23 maggio la folla assalì il palazzo reale e gettò dalla finestra due rappresentanti imperiali. A sostegno della ribellione intervenne Federico V del Palatinato, capo dell’Unione evangelica del 1608 che fu nominato dalla nobiltà boema re ed era sostenuto, più a parole che con i fatti, dall’Inghilterra, dalla Danimarca e da altri Paesi protestanti, mentre a favore dell’imperatore si schierò la Lega cattolica del 1609, guidata dal duca Massimiliano di Baviera, e sostenuta concretamente dalla Spagna.
Intervento danese e svedese
Nel 1620 Ferdinando II, con l’aiuto di un esercito formato da soldati spagnoli uniti alle truppe bavaresi, sotto la guida di Massimiliano e del generale fiammingo Tilly, sconfisse nella battaglia della Montagna Bianca il fronte dei rivoltosi che si disgregò velocemente, poiché Federico invece di organizzare la difesa si diede alla fuga. Ne seguì una dura repressione della Boemia che costrinse i protestanti all’emigrazione, mentre le proprietà di molti principi furono confiscate e assegnate ai generali. Il successo imperiale preoccupò il re della Danimarca Cristiano IV, che vedeva minacciata la propria indipendenza, così nel 1625, finanziato da inglesi, francesi ed olandesi, entrò in guerra, ma, più volte sconfitto, fu costretto a firmare nel 1629 la pace di Lubecca. Nello stesso anno l’imperatore emanò l’Editto di restituzione, secondo cui tutti i beni confiscati alla Chiesa cattolica dopo il 1552 dovevano essere restituiti, inoltre non nascose l’intenzione di rendere ereditaria la carica imperiale che era invece attribuita elettivamente. Questa politica preoccupò il re di Svezia, Gustavo Adolfo che decise di far ricorso alle armi, poiché sentiva minacciato il controllo del Mar Baltico, che era di vitale importanza per la Svezia, ma che essendo zona chiave dell’economia europea, rientrava negli interessi imperiali.
Innovazioni militari svedesi
Il re si assicurò la disponibilità della Francia e degli elettori protestanti di Sassonia e Brandeburgo, così portò i propri soldati in Germania e nel 1631 sconfisse a Breitenfeld le truppe della lega cattolica. Gustavo poté far leva sulla forza del proprio esercito al quale aveva introdotto innovazioni importantissime: per quanto riguarda l’artiglieria, sostituì i vecchi cannoni con cannoni più maneggevoli che non era difficile spostare grazie ai progressi in campo tecnico che avevano reso le leghe più leggere, la cavalleria venne addestrata per effettuare devastanti cariche in massa, i fucilieri furono addestrati al tiro di precisione e a ricaricare le armi rapidamente, inoltre era costituito da truppe regolari a lunga ferma, mentre gli altri eserciti europei erano composti da individui raccolti in modo casuale tra gli emarginati e i ridotti in povertà. Nella battaglia di Lutzen del 1632 gli svedesi riportarono un’altra vittoria ma Gustavo Adolfo fu ucciso, così salì sul trono una bambina, la regina Cristina.
Intervento francese e pace di Vestfalia
Questo permise a Ferdinando II di riorganizzare le proprie forze, riuscendo nel 1634 a sconfiggere, grazie alle truppe spagnole, gli svedesi a Nordlingen. L’anno dopo la pace di Praga sancì la fine delle ostilità tra imperatore e protestanti, ma non chiuse quelle con la Svezia. A questo punto però è la Francia molto preoccupata, e nel 1635 il re Luigi XIII e il cardinale Richelieu decisero di intervenire direttamente in guerra. Le ragioni di egemonia politica prevalsero su quelle religiose, poiché un cardinale e ministro di un re cattolico si schierò apertamente contro l’imperatore e il re spagnolo, paladini della controriforma, alleandosi con i protestanti tedeschi.
Nel 1643 l’esercito francese guidato dal principe di Condé si impose su quello spagnolo a Rocroi. I successi francesi allarmarono le Province Unite, in guerra contro la Spagna, tanto che preferirono garantirsi uno Stato cuscinetto, rappresentato dai Paesi Bassi spagnoli, posto fra loro e la Francia, d’altro canto gli spagnoli si erano convinti che non sarebbero più riusciti a dominare la rivolta olandese, così la pace fra spagnoli e olandesi fu firmata a Munster nel 1648. I francesi intanto puntavano su Vienna, mentre i boemi assediavano Praga, così nel 1648 il nuovo imperatore Ferdinando III decise di porre fine al conflitto e firmò la pace di Osnabruck. Le paci di Vestfalia, ossia quella di Munster e quella di Osnabruck, segnarono la fine delle guerre di religione, riconobbero accanto alla confessione cattolica e luterana, anche quella calvinista, e consentirono di superare il ‘cuius regio eius religio’, poiché anche se il principe stabiliva il culto pubblico, i sudditi potevano praticare liberamente il proprio culto privato.
L’imperatore inoltre rinunciò all’Editto di restituzione e al tentativo di egemonia sugli staterelli tedeschi, che godevano ormai di un’autonomia quasi assoluta. Il titolo di imperatore divenne sempre più formale. Dal punto di vista territoriale la Francia acquisì definitivamente le città di Metz, Toul e Verdun e insieme a buona parte dell’Alsazia, la Svezia si assicurò un dominio incontrastato sul Mar Baltico, la Prussia acquisì la Pomerania. Alla fine della guerra l’Impero viene a perdere la sua forza, mentre emerge come nuova potenza continentale la Francia.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali che portarono allo scoppio della Guerra dei 30 anni?
- Quali furono le principali alleanze durante la Guerra dei 30 anni?
- Quali innovazioni militari introdusse Gustavo Adolfo di Svezia?
- Come si concluse la Guerra dei 30 anni e quali furono le conseguenze territoriali?
- Quale fu l'impatto della Guerra dei 30 anni sull'equilibrio di potere in Europa?
La guerra fu innescata dall'abolizione della lettera di maestà che garantiva ai protestanti boemi la libertà di culto privato, provocando proteste violente a Praga e l'intervento di Federico V del Palatinato.
L'Unione evangelica, sostenuta da Inghilterra, Danimarca e altri Paesi protestanti, si oppose alla Lega cattolica guidata da Massimiliano di Baviera e sostenuta dalla Spagna.
Gustavo Adolfo introdusse cannoni più maneggevoli, addestrò la cavalleria per cariche devastanti, migliorò la precisione dei fucilieri e formò un esercito di truppe regolari a lunga ferma.
La guerra si concluse con le paci di Vestfalia nel 1648, che riconobbero la libertà di culto e ridussero il potere imperiale, mentre la Francia acquisì territori come Metz, Toul, Verdun e parte dell'Alsazia.
La guerra indebolì l'Impero e portò all'emergere della Francia come nuova potenza continentale, mentre la Svezia consolidò il suo dominio sul Mar Baltico.