Concetti Chiave
- Nel Seicento, l'Europa affrontò una crisi demografica iniziata nel 1570, con un rapido calo della popolazione a partire dal 1630, causato principalmente da epidemie e carestie.
- Le epidemie di peste, tra cui quella devastante del 1618-1648, furono accompagnate da guerre e condizioni igienico-sanitarie scadenti, contribuendo a una diminuzione significativa della popolazione.
- Le crisi economiche furono aggravate da limitazioni strutturali nella produzione agricola e da una "piccola era glaciale" che rese il clima sfavorevole, causando carestie e aumento dei prezzi dei generi alimentari.
- Le rivolte sociali del Seicento furono alimentate dalla scarsità di cibo, tasse elevate e richieste di affitto, portando a proteste contadine e nobiliari con implicazioni politiche contro il prelievo fiscale statale.
- La crisi del Seicento fu caratterizzata da una complessa interazione di fattori demografici, economici e sociali, che portarono a un periodo di instabilità e trasformazioni in Europa.
Indice
Crisi demografica del '600
Dopo la crescita della popolazione che aveva caratterizzato il '500 (35%), L'Europa andò incontro a un secolo di crisi demografica a partire dal 1570.
Ambito demografico: rapido calo demografico (a partire dal 1630 circa)
Ambito economico: frequenti crisi agricole
Ambito sociale: gravi e frequenti rivolte sociali (culmine negli anni 1625-50)
Ci fu un crollo demografico in seguito alle epidemie di peste (le più gravi 1596-1603 1630-1631), ma vi furono anche altri fattori.
L’andamento demografico aveva rallentato la crescita a partire dal 1570 e dal '600 si era arrestato.
Con il crollo demografico negli anni 1618-1631 in Italia la popolazione si riduce del 18% - 63%.
Con un andamento oscillante, la crisi demografica prosegue fino all’inizio del '700.
Cause del calo demografico
Le principali cause del calo demografico furono:
- l'aumento della mortalità per denutrizione;
- l'aumento dell’età media del matrimonio;
- la diminuzione delle nascite;
- l'aumento della mortalità infantile.
Epidemie e carestie
In Europa vi furono ondate di epidemie di peste con effetti devastanti sia sulle grandi città che sulle campagne. Queste epidemie culminarono con l'epidemia del 1618-1648, la più grave (contemporanea alla guerra dei Trent'anni), che ha provocato un brusco calo della popolazione .
La peste non è stata l’unica causa della crisi demografica ed economica del Seicento.
Altri fattori sono stati:
- carestie ricorrenti;
- guerre frequenti;
- condizioni igienico-sanitarie molto scadenti (altre malattie infettive: tifo, tubercolosi, vaiolo);
Produzione agricola e clima
Si verificarono frequenti carestie, in particolare quella del 1630-1664 e quella del 1691-1720. Le cause principali furono due:
Limiti strutturali della produzione agricola
Nel XVI secolo la crescita della produzione agricola non era riuscita a procedere parallelamente alla crescita della popolazione
L’eccessiva rigidità del sistema produttivo impediva di adattare la produzione alla domanda crescente di generi alimentari
Si verificavano situazioni di penuria.
Fase sfavorevole del clima
“Piccola era glaciale” tra il 1560 e il 1750
Aumento dei giorni di gelo durante l’anno
Aumento della piovosità estiva (scarsa maturazione delle colture).
Il peggioramento del clima è documentato con certezza:
- analisi degli anelli di accrescimento degli alberi;
- analisi delle tracce lasciate sulle rocce dallo scorrimento dei ghiacciai;
- registri comunali che riportano l’andamento meteorologico, le date dei raccolti e l'aumento dei prezzi di cereali e frutta;
- testimonianze letterarie e pittoriche.
Rivolte sociali e politiche
Le rivolte contadine erano una costante del Medioevo e dell’epoca moderna, soprattutto nelle fasi di carestia. Diversi furono i fattori:
- scarsità di generi alimentari;
- richiesta dell'affitto dei poderi da parte dei proprietari terrieri;
- aumento della pressione fiscale da parte degli Stati (dovuta alla necessità di pagare le spese delle frequenti guerre).
Le rivolte del '600 hanno alcuni caratteri specifici:
hanno dimensioni e durata più ampie del solito;
non si limitano a saccheggiare;
si concentrano contro il prelievo fiscale;
per questo motivo, alcune rivolte acquistano anche un carattere politico;
Ai contadini si unisce la nobiltà terriera che protesta contro il prelievo fiscale da parte dello Stato, perché questo impoverisce i contadini e quindi riduce l’entità degli affitti che i contadini possono versare ai proprietari terrieri. Quindi la nobiltà terriera ha obiettivi diversi rispetto ai contadini: vuole indebolire lo Stato per riconquistare il potere.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali cause della crisi demografica del Seicento?
- In che modo le epidemie influenzarono la popolazione europea nel Seicento?
- Quali furono le cause delle frequenti carestie nel Seicento?
- Come si manifestarono le rivolte sociali nel Seicento?
- Quali fattori contribuirono al peggioramento del clima nel Seicento?
Le principali cause furono le epidemie di peste, l'aumento della mortalità per denutrizione, l'aumento dell'età media del matrimonio, la diminuzione delle nascite e l'aumento della mortalità infantile.
Le epidemie, in particolare quelle di peste, causarono un brusco calo della popolazione, colpendo sia le città che le campagne, e furono accompagnate da carestie e guerre.
Le carestie furono causate dai limiti strutturali della produzione agricola, dall'eccessiva rigidità del sistema produttivo e dalla fase sfavorevole del clima, nota come "piccola era glaciale".
Le rivolte sociali furono caratterizzate da dimensioni e durata maggiori, si concentrarono contro il prelievo fiscale e coinvolsero anche la nobiltà terriera, che aveva obiettivi politici diversi dai contadini.
Il peggioramento del clima fu dovuto all'aumento dei giorni di gelo e della piovosità estiva, documentato da analisi degli anelli di accrescimento degli alberi, tracce sui ghiacciai e registri meteorologici.