Concetti Chiave
- La conquista spagnola delle Americhe fu effettuata da "conquistadores" che, con violenza, prepararono le terre per i coloni spagnoli, diffondendo il mito dell'America come terra di ricchezza.
- I conquistadores, guidati da figure come Hernán Cortés e Francisco Pizarro, distrussero gli imperi azteco e inca, sfruttando crudelmente le popolazioni indigene per l'estrazione dell'oro.
- Le malattie europee introdotte dagli spagnoli, come il morbillo e il tifo, decimarono le popolazioni indigene, che non avevano difese immunitarie, contribuendo al crollo delle civiltà precolombiane.
- La conquista portò alla sostituzione della struttura sociale e politica indigena con quella spagnola, con l'insediamento massiccio degli spagnoli e la fondazione di città sul modello europeo.
- Oltre allo sfruttamento economico, vi fu una conversione forzata al Cristianesimo delle popolazioni indigene, spesso accompagnata da violenze da parte di missionari come i Gesuiti e i Domenicani.
Indice
- La conquista spagnola dell’America
- Chi erano i conquistadores e altri aspetti
- L'impatto delle conquiste sulla popolazione indigena
La conquista spagnola dell’America
Una volta terminata l’esplorazione delle nuove terre, era giunto il momento di impadronirsene. La monarchia spagnola affidò il relativo incarico ai “conquistadores”, messi a capo di piccoli eserciti. Il loro obiettivo era di conquistare con la forza e la violenza i nuovi territori e preparare tutto quanto sarebbe servito per accogliere i futuri coloni spagnoli.
Essi consentirono la diffusione in Europa del mito che l’America fosse una specie di terra promessa in cui la ricchezza era alla portata di tutti.
Chi erano i conquistadores e altri aspetti
I conquistadores erano degli “hidalgos” (figli cadetti dei feudatari e quindi esclusi dall’eredità dei propri genitori), abituati fin da piccoli ad essere violenti e fanatici dal punto di vista religioso. I loro comandanti furono: Hernàn Cortés e Francisco Pizarro. Cortès, con inaudita violenza, fu responsabile del crollo dell’impero atzeco e per questo il re di Spagna lo nominò “vicerè della Nuova Spagna”. Pizarro, insieme a Diego Almagro, con un uso spietato ed indiscriminato della forza, ridussero a cenere l’Impero degli Inca, fondando la città di Lima, come nuova capitale del vicereame spagnolo del Perù
I conquistadores costrinsero gli indigeni alla massacrante raccolta di oro che si trovava solo setacciando l’acqua dei fiumi. A questo tipo di sfruttamento, si aggiunsero le conseguenze di alcune malattie portate dagli Spagnoli, sconosciute in America quali il morbillo, il tifo e la stessa influenza. Non avendo le difese immunitarie necessarie, gli indigeni furono decimati. Per ragioni diverse, e comunque in tempi brevissimi, uno ad un o tutti gli imperi appartenenti alla civiltà pre-colombiana crollarono: quello atzeco, quello maya e quello inca. Alla loro caduta contribuirono diversi fattori:
- la superiorità delle armi usate dagli Spagnoli;
- l’uso in battaglia di animali sconosciuti agli indigeni come i cavalli e i cani feroci;
- lo scoraggiamento generale dei popoli indigeni di fronte alle sconfitte e all’uccisione dei loro imperatori che veniva interpretata come un segnale degli dei.

La conquista spagnola cancellò le civiltà degli Indios (come venivano chiamati dagli Spagnoli stessi) e causarono un forte calo demografico. Il lavoro a cui gli indigeni venivano sottoposti era talmente massacrante che molti Indios preferivano lasciarsi morire di fame. Ad un certo punto, la situazione diventò talmente grave che Carlo V, decise di intervenire, modificando in parte le leggi che riguardano il lavoro degli Indios. Però gli effetti pratici delle leggi in difesa degli Indios furono esigui anche perché molto spesso esse non venivano applicate.
Al contrario di quando accadde nelle colonie portoghesi, gli Spagnoli si trasferirono in massa nelle nuove terre sostituendo la loro organizzazione sociale e politica a quella degli indigeni. Nelle colonie americane essi deportarono anche gli schiavi neri il cui commercio era particolarmente redditizio, ma degradante. Gli Spagnoli fondarono nuove città su modello di quelle della madrepatria e il re di Spagna affidò le terre ai coloni sotto forma di godimento: pur non essendone proprietari, essi avevano il diritto di ricavarne il maggior guadagno possibile. Sorsero così grandi piantagioni di caffè, cotone, zucchero e tabacco a cui si aggiunsero anche coltivazioni di prodotti provenienti dall’Europa che, però, era possibile coltivare anche nelle terre da poco scoperte. Contemporaneamente a questo sfruttamento su larga scala, si procedeva alla cristianizzazione degli indigeni soprattutto ad opera dei Gesuiti e dei Domenicani. A volte, essi venivano convertiti al Cristianesimo per forza e chi rifiutava era torturato e ucciso.
L'impatto delle conquiste sulla popolazione indigena
La conquista spagnola delle Americhe ebbe conseguenze devastanti per le popolazioni indigene, non solo in termini di sottomissione militare ma anche per gli impatti sociali e demografici. L'introduzione di malattie europee come il morbillo, il tifo e l'influenza decimò gli indigeni, che non possedevano le difese immunitarie necessarie per combattere questi nuovi patogeni. Le civiltà precolombiane, ricche di storia e cultura, come gli Aztechi, i Maya e gli Inca, crollarono una dopo l'altra a causa di una combinazione letale di superiorità tecnologica militare, l'uso di animali da guerra sconosciuti e lo sconforto dovuto alla perdita dei loro leader e alla conquista dei loro territori. Questa drammatica riduzione demografica fu aggravata dallo sfruttamento spietato degli indigeni, costretti a lavori estenuanti come la raccolta dell'oro, spesso preferendo la morte alla schiavitù.
Domande da interrogazione
- Chi erano i conquistadores e quale ruolo hanno avuto nella conquista dell'America?
- Quali furono le conseguenze della conquista spagnola sulle popolazioni indigene?
- In che modo gli Spagnoli gestirono le nuove terre conquistate?
- Quali furono le misure adottate da Carlo V per migliorare la situazione degli Indios?
- Come avvenne la cristianizzazione degli indigeni durante la conquista spagnola?
I conquistadores erano "hidalgos", figli cadetti dei feudatari, esclusi dall'eredità, noti per la loro violenza e fanatismo religioso. Guidati da comandanti come Hernán Cortés e Francisco Pizarro, conquistarono con la forza gli imperi azteco e inca, contribuendo alla diffusione del mito dell'America come terra promessa.
La conquista spagnola ebbe effetti devastanti sulle popolazioni indigene, causando un forte calo demografico dovuto a malattie europee sconosciute e allo sfruttamento lavorativo. Le civiltà precolombiane crollarono a causa della superiorità militare spagnola e della perdita dei loro leader.
Gli Spagnoli si trasferirono in massa nelle nuove terre, sostituendo le organizzazioni sociali e politiche indigene con le loro. Fondarono città sul modello della madrepatria e crearono grandi piantagioni, sfruttando le risorse locali e importando schiavi neri per il lavoro.
Carlo V intervenne modificando parzialmente le leggi sul lavoro degli Indios, ma gli effetti furono limitati poiché spesso le leggi non venivano applicate. La situazione degli Indios rimase critica a causa dello sfruttamento e delle condizioni di lavoro massacranti.
La cristianizzazione degli indigeni fu condotta principalmente dai Gesuiti e dai Domenicani, spesso con la forza. Gli indigeni venivano convertiti al Cristianesimo, e chi rifiutava era torturato o ucciso, integrando la religione cristiana nelle nuove colonie.