Concetti Chiave
- Le colonie americane affrontarono un conflitto istituzionale tra sostenitori della confederazione e federalisti dopo l'indipendenza.
- Thomas Jefferson guidava il movimento confederale, mentre Alexander Hamilton e James Madison sostenevano il federalismo attraverso i "Federalist Papers".
- I confederali, prevalentemente nel sud, temevano un governo centrale autoritario e volevano limitare i poteri nazionali alla politica estera.
- I federalisti proponevano un congresso nazionale per risolvere i problemi complessi delle colonie, preservando l'autonomia e garantendo stabilità.
- Il sistema di checks and balances fu introdotto per prevenire un governo dispotico, portando i confederali ad accettare la forma federale.
Indice
Conflitti post-indipendenza
A seguito della tanto agognata indipendenza sorgeranno numerosi conflitti circa la forma istituzionale che il nuovo governo statunitense avrebbe dovuto adottare, come accadde anche in Inghilterra a seguito della cattura di Carlo I, quando si dovettero definire i principi repubblicani. Ai vertici del nuovo stato si opponevano i sostenitori della confederazione, fra cui il terzo presidente e uno dei padri fondatori degli USA Thomas Jefferson e i federalisti, guidati da Alexander Hamilton e James Madison, autori de “Federalist Papers” ossia di una serie di articoli che gettavano le basi di un governo federale e in grado di scongiurare il rischio di un’anarchia.
Dibattito tra confederali e federalisti
Il movimento confederale, radicato nella parte meridionale del paese, temeva un governo dispotico e autoritario di uno stato centralizzato in virtù della precedente esperienza inglese e, quindi, pianificava di delegare a un’autorità nazionale poteri limitati nel campo della politica estera per lasciare maggiori libertà agli stati individuali.
Soluzione federale e checks and balances
La fazione federale, al contrario, consapevole dei problemi complessi delle colonie, reputava che questi potessero essere risolti solamente affidando decisioni di interesse generale a un congresso unico e nazionale, descritto nelle carte del federalismo, preservando così l’autonomia coloniale e garantendo al contempo un governo forte e stabile. All’obbiezione circa la possibilità che tale parlamento assuma toni dispotici e autocratici, questi elaborarono i cosiddetti checks and balances, ovvero un sistema di controlli e contrappesi degli organi costituzionali. Di fronte all’esponenziale crescita delle divisioni all’interno delle colonie degli anni successivi, il partito confederale approvò la forma federale.