Concetti Chiave
- La Chiesa di Ginevra si distingue per una struttura collegiale e democratica, con il Consiglio generale che nomina il Concistoro, composto da pastori e laici.
- Il Concistoro, a maggioranza laica, controlla la disciplina ecclesiastica e la moralità dei fedeli, e può ricorrere a sanzioni severe, inclusa la scomunica.
- La città di Ginevra, sotto la guida di Calvino, si propone come modello cristiano, vietando comportamenti immorali e attirando esuli da tutta Europa.
- Nonostante la rigida moralità imposta, la reazione dei cittadini di Ginevra fu forte, con tensioni che quasi portarono a una rivolta contro le misure del Concistoro.
- Ginevra divenne la capitale morale di un movimento riformatore che si diffuse in Europa, sostenuto da un'accademia che formava nuovi predicatori.
Indice
Struttura della chiesa di Ginevra
La chiesa di Ginevra si fonda su due organi di carattere collegiale e democratico, molto distante dalla forma autoritaria della dottrina luterana. I ministri o pastori costituiscono la Venerabile compagnia dei pastori e si occupano dell’amministrazione dei sacramenti e della predicazione dei Vangeli.
Ruolo del Concistoro
Il Consiglio generale della città provvede alla nomina del Concistoro, formato dai pastori della città e da dodici laici scelti per la loro autorevolezza e per la loro integrità morale. I compito del Concistoro e il controllo della disciplina ecclesiastica e della moralità dei fedeli. Il Concistoro può comminare l’ammonizione ed eventualmente la scomunica agli indegni. Esso può ricorrere al magistrato civile quando si rendano necessari castighi di ordine materiale, come l’ammenda o il carcere. In casi gravissimi e di immoralità scandalosa o di diffusione di eresie si può arrivare fino alla condanna a morte.
Il fatto che il Concistoro sia formato da una maggioranza di laici impedisce il formarsi di una casta sacerdotale come invece avviene nel cattolicesimo e nel contempo viene rifiutata ogni forma di sottomissione all’autorità dello Stato come invece avviene con il Luteranesimo. Addirittura, il Concistoro ha l’autorità di ammonire lo stesso governo della città qualora le sue azioni siano contrario all’insegnamento del Vangelo e alla morale cristiana.
Influenza di Calvino su Ginevra
Calvino voleva fare di Ginevra la città cristiana modello. Infatti ogni aspetto immorale veniva bandito e addirittura erano proibiti il gioco, il ballo, l’abbigliamento lussuoso. Per questo motivo molti esuli, soprattutto francesi ed italiana, si trasferirono nella città svizzera ed ottengono tutti i diritti connessi alla cittadinanza. Addirittura voiene aperta un’ Accademia con lo scopo di preparare i nuovi predicatori che partono per tutta l’Europa per diffondere la Riforma.
Reazioni alle misure del Concistoro
I cittadini di Ginevra non esitarono a reagire alle rigide misure moralistiche del Concistoro, col rischio di far scoppiare una rivolta contro Calvino e i suoi sostenitori. Il Concistoro non esitò ad adottare misure violente gli avversari del riformatore ed arrivò perfino alla condanna al rogo, nel 1553, dl medico spagnolo Michele Serveto. In ogni modo, Ginevra diventò la capitale morale di un vasto movimento che piano piano si estese in tutta l’Europa.
Domande da interrogazione
- Quali sono le caratteristiche principali della Chiesa di Ginevra secondo il calvinismo?
- Qual è il ruolo del Concistoro nella Chiesa di Ginevra?
- Come reagirono i cittadini di Ginevra alle misure moralistiche del Concistoro?
La Chiesa di Ginevra si basa su organi collegiali e democratici, con la Venerabile compagnia dei pastori e il Concistoro, che include pastori e laici, per amministrare i sacramenti e mantenere la disciplina ecclesiastica.
Il Concistoro controlla la disciplina ecclesiastica e la moralità dei fedeli, può ammonire e scomunicare, e in casi gravi, ricorrere a punizioni materiali o condanne a morte, mantenendo l'autorità anche sul governo cittadino.
I cittadini reagirono alle rigide misure moralistiche, rischiando una rivolta contro Calvino e i suoi sostenitori, mentre il Concistoro adottò misure violente contro gli avversari, come la condanna al rogo di Michele Serveto nel 1553.