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Concetti Chiave

  • Napoleon Bonaparte's rise began with his military successes in Italy, securing key victories and treaties, which established French influence in the region.
  • Despite initial triumphs, Napoleon faced growing opposition from European coalitions, leading to significant challenges and eventual defeats.
  • Napoleon's domestic policies, including the Napoleonic Code, reformed French society, emphasizing legal equality and bolstering state control.
  • The failed Russian campaign marked a turning point, severely depleting French forces and leading to a series of defeats by allied European powers.
  • After a brief return to power during the "Hundred Days," Napoleon was ultimately defeated at Waterloo and exiled to Saint Helena, where he died in 1821.

Indice

  1. Il contesto economico e politico
  2. Le campagne militari di Napoleone
  3. Le vittorie in Italia
  4. La creazione delle repubbliche sorelle
  5. Le insorgenze popolari
  6. La spedizione in Egitto
  7. Il ritorno di Napoleone in Francia
  8. Il colpo di Stato del 18 brumaio
  9. La seconda campagna d'Italia
  10. Il Codice civile napoleonico
  11. L'espansione dell'impero napoleonico
  12. La campagna di Russia
  13. La caduta di Napoleone
  14. Il ritorno e la sconfitta finale

Il contesto economico e politico

I giacobini e i sanculotti divennero nella società un ruolo di secondo piano.

Per i più poveri questo significò trovarsi privi di una rappresentanza in un momento tra l’altro dove l’economia era allo sbando; gli imprenditori dell’alta e media borghesia invece trassero vantaggio da questa situazione, poiché riuscirono ad accumulare (in modo disonesto) ingenti patrimoni: questo fu possibile grazie alla guerra, che riuscì ad assicurare proficue entrate per le forniture militari.

Anche i deputati del Direttorio trassero vantaggio da questa situazione, poiché molti imprenditori erano disposti a pagare ingenti somme.

L’obiettivo del Direttorio diventò quello di spodestare i monarchi regnanti; di conseguenza ai soldati francesi fu assegnato il compito di divulgare gli ideali di progresso della Rivoluzione.

Le campagne militari di Napoleone

Siccome la Prussia e la Spagna si erano ritirate dalla prima coalizione antifrancese, rimasero solo Gran Bretagna e Austria.

-Due armate furono schierate lungo il Reno e la Mosa, con l’ordine di marciare su Vienna e conquistarla.

-Una terza armata fu impiegata nell’Italia settentrionale; questa armata avrebbe dovuto semplicemente impedire che gli austriaci attaccassero la Francia da sud, attraverso il Piemonte: il generale che la comandava però riuscì a separare i 2 eserciti austriaci e a vincere numerose battaglie.

Il generale si chiamava Napoleone Bonaparte, nato ad Ajaccio (Corsica) nel 1769, particolarmente favorevole alla Rivoluzione.

Secondo i suoi principi, le varie cariche pubbliche, dovevano spettare solo a coloro che si meritavano di compiere tali carriere (secondo lui bastava essere bravi).

A 24 anni riconquistò Tolone, difese la Convenzione da un attacco di monarchici e sposò la vedova di un generale (Giuseppina di Beauharnais).

Le vittorie in Italia

Nel 1796 Napoleone guidò la sua armata attraverso le Alpi fino alla pianura padana, dove incontrò sia l’esercito piemontese dei Savoia, sia quello austriaco degli Asburgo.

Nonostante ciò:

-Riuscì a battere di nuovo i piemontesi, firmando anche l’armistizio di Cherasco, con il quale concessero libero passaggio all’esercito francese e cedettero numerose fortezze e territori alla Francia (tra cui Nizza e Savoia).

-Riuscì a sconfiggere anche gli austriaci nella battaglia di Lodi, aprendo così la strada verso Milano.

Queste vittorie suscitarono molto scalpore.

Ciò che rimaneva da fare a Napoleone era convincere gli italiani che quell’esercito francese non era un esercito di un tiranno con un obiettivo di conquista, ma era più un esercito concepito con l’intento di “liberare”.

La creazione delle repubbliche sorelle

Napoleone avanzò nei territori dell’Emilia-Romagna creando governi provvisori a Bologna, Ferrara, Modena e Reggio.

Queste città fondarono poi la Repubblica cispadana (“al di qua del Po”).

Poco dopo Bonaparte riuscì ad impadronirsi anche di Mantova, per poi spingersi anche nel territorio austriaco, dove a quel punto i nemici accettarono di firmare un accordo, ovvero il trattato di pace di Campoformio (Udine): gli asburgo rinunciarono ai Paesi Bassi, alla Lombardia e all’Emilia, però furono ricompensati con la Repubblica di Venezia.

Nel giugno del 1797, la Repubblica cispadana comprendeva gran parte della pianura padana (Milano capitale); intanto la Repubblica di Genova cadde e al suo posto rinacque la Repubblica ligure.

L’esercito di Napoleone occupò poi anche lo Stato pontificio deponendo papa Pio VI e vi installò la nuova Repubblica romana; re Ferdinando IV di Borbone fu costretto a fuggire in Sicilia dove poi nacque la Repubblica partenopea.

Nelle 4 repubbliche (cispadana, ligure, romana e partenopea) furono promulgate costituzioni simili a quella francese: furono eliminati sia i privilegi feudali, sia i titoli nobiliari; furono incamerati i beni della Chiesa, proclamata l’uguaglianza dei cittadini; libertà di associazione, di stampa e la parità fra i culti.

Le “repubbliche sorelle” quindi si ritrovarono libere ed uguali fra loro; tuttavia non furono mai sullo stesso piano della Francia (per motivi ovvi).

Le nomine per le cariche pubbliche furono imposte alle autorità francesi; Napoleone affidò i ruoli di maggior importanza a esponenti di gruppi politici più moderati, solitamente uomini appartenenti alla nobiltà e ritenuti capaci di svolgere in modo ottimale gli incarichi (esempio → Pietro Verri).

Diversi patrioti italiani, delusi da queste innovazioni, passarono ad una opposizione clandestina; in risposta le autorità francesi, iniziarono repressioni con arresti e con lo scioglimento delle organizzazioni giacobine, smentendo così i principi di libertà e uguaglianza.

Le insorgenze popolari

Le classi popolari furono quelle che si sentirono più minacciate e che si rivelarono dunque ostili alle ideologie e alle forme politiche richieste da Napoleone (i contadini erano coloro che facevano spesa dei saccheggi, erano quelli che erano obbligati alla leva militare).

Di conseguenza furono proprio loro a dare inizio a delle rivolte (dette “insorgenze”).

-La prima scoppiò a Verona, dove Napoleone poco dopo prese come pretesto le “Pasque veronesi” per attaccare Venezia.

-Le più importanti si verificarono a Napoli, dove inizialmente i francesi ebbero la meglio ma, grazie a Ferdinando IV di Borbone e all’appoggio inglese, partì un battaglione militare per riconquistare i territori. Questa spedizione riuscì grazie anche al reclutamento nelle campagne dell’armata della Santa Fede, ossia un esercito di contadini ai quali erano stati promessi una spartizione delle terre dei latifondi.

La spedizione in Egitto

Dopo le vittorie contro gli austriaci, Napoleone tornò in patria per prepararsi ad attaccare la Gran Bretagna.

Il Direttorio propose di sbarcare con l’esercito francese lungo le coste inglesi, opzione che però fù scartata da Napoleone in quanto, sì da una parte l’esercito francese era più numeroso, ma dall’altro uno scontro nelle acque della Manica i britannici avrebbero avuto la meglio.

Era necessario però agire, in quanto gli inglesi avevano conquistato le Antille (colonia francese di cotone). Napoleone così decise di rispondere allo stesso modo, ossia conquistando una colonia inglese. Si decise dunque di conquistare l’Egitto, che non era una vera e propria colonia inglese ma costituiva un fondamentale punto di diramazione per i traffici dei britannici con l’India.

Il Direttorio accettò questa proposta, anche perché voleva allontanare il generale da Parigi in quanto aveva guadagnato troppa popolarità.

Dunque Napoleone salpò verso l’Africa con 38.000 soldati conquistando l’arcipelago di Malta e approdando poi ad Alessandria d’Egitto.

I francesi poi vinsero un’altra battaglia, detta battaglia delle Piramidi; poco dopo però una flotta britannica guidata dall’ammiraglio Horatio Nelson, penetrò nella baia di Abukir e distrusse tutte le navi francesi: così Napoleone e i suoi uomini si ritrovarono intrappolati in Egitto.

Questa spedizione riunificò gli avversari della Francia, ossia Gran Bretagna, Russia, Austria, Impero ottomano e Regno di Napoli formando la seconda coalizione antifrancese.

I francesi riuscirono a resistere nell’Europa centrale, ma furono sconfitti nell’Italia settentrionale dalle truppe austro-prussiane; di conseguenza le repubbliche sorelle caddero e il sovrano e il pontefice ripresero i loro troni (ritorno allo status quo, “situazione prima della guerra”).

Il ritorno di Napoleone in Francia

Durante il 1799 la Francia venne colpita da una crisi, aggravata anche dalle sconfitte.

L’opinione pubblica si mostrava disposta a rinunciare a gran parte delle proprie libertà in cambio di ordine e onestà in politica: ovviamente tale situazione richiamava in causa la figura di un generale dell’esercito, quindi in questo caso, Napoleone.

Di conseguenza quest’ultimo si imbarcò in segreto e ad ottobre tornò in patria (dopo 1 anno e mezzo di assenza).

Fu accolto trionfalmente, soprattutto dalla borghesia, che vedeva in lui un uomo giusto; stessa cosa per le classi popolari che lo ritenevano un paladino della libertà, poiché aveva impedito il ritorno dell’Antico regime.

Il colpo di Stato del 18 brumaio

Un gruppo di cospiratori prese come punto di riferimento Napoleone per dare vita ad un colpo di Stato, il quale concluse la Rivoluzione francese: il 18 brumaio 1799 (9 novembre).

Il Direttorio e le 2 camere del parlamento furono sciolte, la Costituzione fu abrogata e fu nominato un triumvirato di consoli a cui fu assegnato il potere esecutivo.

Si stese una nuova Costituzione dove non era più presente la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.

Il meccanismo elettorale fu svuotato dai contenuti democratici.

Napoleone fu nominato primo console e gli furono concessi molti privilegi esecutivi e legislativi.

Gli altri 2 consoli avrebbero dovuto aiutarlo, e 3 assemblee avrebbero dovuto controbilanciare il potere; questo però non avvenne perché coloro che facevano parte delle assemblee erano scelti dalle autorità centrali.

La Francia dunque si avviò verso una dittatura; nel 1800 fu indetto un plebiscito per approvare la Costituzione: i “sì” furono più di 3 milioni, i “no” circa 1.500, gli astenuti più di 4 milioni.

La seconda campagna d'Italia

-La seconda campagna d’Italia e i trattati con Austria e Gran Bretagna:

Napoleone adesso si trovava a pieno comando dell’esercito, per questo decise di valicare le Alpi sfidando nuovamente gli austriaci, sconfiggendoli nella battaglia di Marengo (Alessandria), e in Baviera. Gli austriaci, impauriti di un possibile attacco a Vienna, decisero di firmare la pace di Lunéville (1801).

In seguito a questo episodio anche la Gran Bretagna tenne in considerazione il fatto di cessare la guerra, tant’è che nel 1802 questo accadde con la pace di Amiens: gli inglesi riconsegnarono alla Francia le Antille; mentre la Francia riconsegnò l’isola di Ceylon agli inglesi, agli ottomani riconsegnò l’Egitto e Malta ai Cavalieri dell’ordine di San Giovanni.

In seguito pure l’Italia fu riorganizzata: la Repubblica cispadana fu ribattezzata con

Repubblica italiana con la presidenza assunta da Napoleone; rinacque la Repubblica ligure; il Piemonte passò alla Francia; in Toscana prese il comando Lodovico di Borbone. La Francia adesso non era più minacciata.

Fra i primi atti di Napoleone ci fu quello di sbarazzarsi dei giacobini (i quali lo accusavano di aver tradito gli ideali della Rivoluzione) e dei realisti (i quali lo definivano un usurpatore del potere monarchico).

-Contro i giacobini decise di reprimerli in modo violento;

-Contro i realisti invece si comportò in modo più moderato, poiché voleva dimostrare al mondo di essere un governatore giusto.

Per questo Napoleone decise di promuovere una pacificazione con la Chiesa di Roma, stipulando con papa Pio VII un concordato (1801).

Il Cattolicesimo divenne religione di Stato; fu assicurato il mantenimento del clero a spese pubbliche; la Santa Sede riconobbe la Repubblica francese e rinunciò alla restituzione dei beni confiscati, ottenendo così la libertà di azione pastorale e la cancellazione della legge secondo cui i parroci dovevano essere nominati dal popolo.

Ciò permise a Napoleone di farsi proclamare console a vita; in più pochi giorni dopo il Senato gli attribuì anche il potere di nominare il suo futuro successore.

Napoleone avviò un’opera di riorganizzazione della Francia.

-Per prima cosa definì più dettagliatamente le competenze dei vari ministeri;

-Introdusse la figura del prefetto (1 per ogni dipartimento), ossia un funzionario dipendente dal Ministero degli interni, incaricato di rappresentare il governo facendo applicare le leggi, mantenendo l’ordine pubblico, controllare gli amministratori locali, gestione militare.

-Rinnovò l’apparato di polizia;

-Selezionò una nuova classe dirigente, sia scegliendo uomini che ritenne capaci e degni di fiducia, ma anche stabilendo le varie modalità di formazione dei tecnici e funzionari;

-Potenziò l’istruzione pubblica con nuovi licei, università e politecnici;

-Promosse l’attività di commissione scientifica, la quale definì nuove unità di misura (metro, litro, chilogrammo) basate sul sistema metrico decimale, così da favorire gli scambi commerciali.

Il Codice civile napoleonico

La Francia fu riorganizzata anche dal punto di vista giuridico: Napoleone avviò la redazione di un nuovo Codice civile (marzo 1804).

Questo Codice civile (detto anche “napoleonico”):

-Riaffermò l’uguaglianza giuridica dei cittadini, la laicità dello Stato e la libertà di pensiero e di culto.

-Tutelava la borghesia con la proprietà privata, vietando agli operai di riunirsi in organizzazioni e reintrodusse la schiavitù nelle colonie.

-Non erano presenti i diritti più importanti dei sanculotti (diritto all’esistenza e al lavoro).

Nel Codice civile figuravano diversi articoli dedicati esclusivamente alla famiglia.

-Ai figli maggiorenni venne riconosciuto il diritto di sposarsi senza il consenso dei genitori.

-Ai figli cadetti il diritto di ereditare una quota di patrimonio uguale a quella del primogenito.

-La famiglia patriarcale (basata sulla figura del padre e marito) divenne molto importante, in quanto fu stabilito che il padre potesse far incarcerare i figli ribelli fino ad un massimo di 6 mesi e, inoltre venne sottolineata l’inferiorità della donna.

-Il divorzio fu mantenuto ma con diverse limitazioni, soprattutto a discapito della donna.

Una delle cose più importanti che segnò questo Codice civile, è che che servì come modello per molti Stati europei.

Napoleone si trovò a superare anche diversi ostacoli, non solo da parte dei giacobini ma anche da parte degli intellettuali, che ora diffidavano di lui, delusi dal suo autoritarismo.

Questi caratteri iniziarono a delineare un nuovo modello politico detto “bonapartismo”.

In questo periodo inoltre riprese anche la guerra contro la Gran Bretagna, la quale aggravò il malcontento dei sostenitori della monarchia.

In seguito alla scoperta di una congiura da parte dei realisti, Napoleone riuscì a ritorcere la situazione a suo vantaggio, sostenendo che solo una nuova dinastia avrebbe garantito la sicurezza della Francia, facendo così redarre una nuova Costituzione e indicendo un nuovo plebiscito in cui si chiedeva di votare a favore oppure contro la trasformazione della Repubblica in impero ereditario: i “si” furono 3 milioni e mezzo e i “no” 2.500.

Così il 2 dicembre 1804 nella cattedrale di Notre-Dame, fu celebrato il trionfo di Napoleone, il quale cinse la corona di imperatore dei francesi.

L’assolutismo di Napoleone però era diverso, in quanto il suo potere non era più considerato di origine divina, ma veniva descritto come derivato dalla nazione; inoltre la concentrazione di tutti i poteri di Napoleone, era resa possibile grazie all’appoggio di una ricca borghesia, di una nuova nobiltà e di un esercito disciplinato e fedelissimo.

Poco dopo Napoleone ottenne anche il titolo di re d’Italia (26 maggio 1805), mentre il compito di governare il regno fu affidato al figlio di Giuseppina, Eugenio di Beauharnais.

L'espansione dell'impero napoleonico

-L’ostilità delle potenze europee verso la Francia:

Le mire espansionistiche dei francesi apparivano molto preoccupanti per gli altri stati europei, in particolare per la Gran Bretagna sul piano economico.

Secondo il trattato di Amiens, la Gran Bretagna avrebbe dovuto restituire l’isola di Malta, però questo non avvenne; Napoleone così decise di ordinare alle proprie flotte di compiere dei sabotaggi alle navi inglesi e, progettando anche un’invasione in Inghilterra passando dalla Manica (progetto difficilmente realizzabile).

La Gran Bretagna allora, riuscì a convincere le altre potenze europee a creare una terza coalizione antifrancese (Austria, Russia, Svezia e Regno di Napoli)(1805).

Napoleone di fronte a questa nuova situazione, decise di spostare la maggior parte delle sue truppe nell’Europa centrale: la Grande armée (esercito di Napoleone) sconfisse l’esercito austro-russo a Ulm e anche ad Austerlitz; però i francesi persero a largo di capo Trafalgar (Spagna) contro la flotta inglese (morì anche l’ammiraglio Nelson).

Gli austriaci dopo la sconfitta firmarono la pace di Presburgo, con la quale cedettero il Veneto, l’Istria e la Dalmazia; inoltre nacque anche la Confederazione del Reno, formata da diversi principati tedeschi che si schierarono con Napoleone (in questo modo si sciolse il Sacro romano impero germanico).

Si unì a Napoleone anche Ferdinando IV di Borbone, in quanto il generale attaccò anche l’Italia arrivando fino a Napoli, dove a quel punto Ferdinando fuggì a Palermo e sul trono di Napoli salì il fratello di Napoleone, Giuseppe Bonaparte.

Gli avversari di Napoleone non potevano accettare questo nuovo assetto, di conseguenza si riunirono nella quarta coalizione antifrancese, con l’aggiunta della Prussia.

Ancora una volta però i francesi ebbero la meglio nella battaglia di Jena contro i prussiani, occupando anche Berlino (capitale prussiana).

Proprio da qui, Napoleone enunciò un embargo contro la Gran Bretagna, ovvero che nessuna nave proveniente dalla Gran Bretagna o dalle sue colonie, non poteva attraccare nei porti dell’impero francese, nè tanto meno in quelli degli Stati alleati alla Francia; progetto che doveva, col tempo, espandersi a tutte le nazioni europee, per questo fu chiamato “blocco continentale” (ciò avrebbe portato l’Inghilterra ad una grave crisi).

Nel frattempo la guerra continuava contro la Russia e la Prussia, però ancora una volta i francesi vinsero nelle battaglie di Eylau e di Friedland.

A questo punto lo zar Alessandro I, incontrò Napoleone per firmare gli accordi di Tilsit, con i quali si spartirono l’Europa e, il generale aggiunse un altro Stato al blocco continentale.

Fra i paesi che non avevano accettato di interrompere i propri commerci con la Gran Bretagna ci fu il Portogallo.

Nel 1807 allora Napoleone , con l’appoggio del re di Spagna Carlo IV e con la promessa di una parte di conquiste, inviò il generale Gioacchino Murat nel territorio portoghese che portò a termine la missione, con la casa regnante dei Braganza che fuggì in Brasile.

Ci fu però un complotto di corte, in seguito al quale Carlo IV fu detronizzato dal figlio Ferdinando VII; Carlo si rivolse a Napoleone per essere reinsediato, ma quest’ultimo fece abdicare sia lui che il figlio, ottenendo così l’intera penisola iberica (Inizialmente a capo di questi territori salì il fratello Giuseppe, ed in seguito Murat).

Gli spagnoli però, animati da un forte spirito nazionalistico, diedero vita ad una guerriglia, alla quale fecero parte anche delle truppe inglesi capitanate dal generale Arthur Wellesley.

In questo caso i francesi non riuscirono a stroncare del tutto la ribellione.

La Gran Bretagna e l’Austria decisero di dare vita ad una quinta coalizione antifrancese, ma anche questa volta i francesi ebbero la meglio nella battaglia di Wagram.

In seguito alla pace di Schönbrunn ci fu la seguente spartizione:

-L’Austria cedette Salisburgo e il Tirolo settentrionale alla Baviera;

-Il Tirolo meridionale passò al Regno d’Italia;

-Cracovia e Galizia passarono al Granducato di Varsavia;

-Carinzia, Croazia, Trieste e Fiume passarono alla Francia → in seguito queste formarono insieme anche all’Istria e alla Dalmazia la regione delle Province illiriche.

Mentre si combatteva la guerra di Wagram, le truppe francesi entrarono anche nel palazzo del Quirinale e arrestarono papa Pio VII (decretando la fine del dominio dei papi).

Napoleone divorziò dalla prima moglie Giuseppina, che non gli aveva dato eredi, e si sposò nel 1810 con Maria Luisa d’Asburgo, figlia dell’imperatore d’Austria. Ovviamente era un matrimonio politico, a scopo di parentela.

Da Maria nacque un erede maschio, a cui venne attribuito il titolo di “re di Roma” (a significare che l’impero napoleonico era altrettanto glorioso di quello romano).

Fino al 1812 in Europa ci fu la pace, anche se all’interno dell’impero napoleonico iniziava a crescere il malcontento, soprattutto da parte dei democratici, cattolici e nostalgici della monarchia, per il trattamento inflitto al papa.

Iniziarono a scoppiare nuove insurrezioni antifrancesi in tutti i “paesi satelliti” dell’impero napoleonico.

La campagna di Russia

La Russia non rispettò gli accordi di Tilsit, in quanto continuò a commerciare con la Gran Bretagna lungo il mar Baltico, poiché tale commercio forniva grande prosperità al paese.

Napoleone inizialmente non reagì, poiché sapeva che la Russia gli serviva per combattere gli inglesi; tuttavia si convinse della necessità di punire lo zar. Iniziò dunque a progettare una nuova campagna militare.

Con un esercito di 700.000 uomini e senza una dichiarazione di guerra, Napoleone entrò in territorio russo avanzando verso Mosca.

L’esercito russo comandato da Michail Illarionovič Kutuzov, arretrava utilizzando la tattica della terra bruciata; tecnica che colpì duramente l’esercito di Napoleone, abituato a rifornirsi con i saccheggi.

L’esercito francese riuscì a sconfiggere i russi nella battaglia di Borodino, ma quando arrivarono a Mosca, si trovarono davanti una città deserta; lo zar continuava a non voler trattare; mancavano sia rifornimenti che ricoveri ed inoltre si avvicinava il rigido inverno russo.

Dopo un mese di esitazione Napoleone ordinò la ritirata, tuttavia i soldati francesi morirono in grandi quantità, fino a tornare in patria con solo 100.000 uomini.

La caduta di Napoleone

Gli avversari di Napoleone approfittarono della sua debole situazione per allearsi nuovamente tutti insieme, dando vita alla sesta coalizione antifrancese, sconfiggendo l’esercito francese nella battaglia di Lipsia (“la battaglia delle nazioni”).

Fece seguito poi l’invasione diretta in Francia, dove i nemici entrarono a Parigi facendo abdicare Napoleone e spodestando gli altri titolari.

In Europa tornarono i legittimi regnanti (in Francia Luigi XVIII di Borbone, fratello di Luigi XVI).

A Napoleone fu concesso il solo dominio dell’isola d’Elba.

Questo avvenimenti costituirono la cosiddetta Restaurazione, stabilita in congresso a Vienna nel 1814.

Il ritorno e la sconfitta finale

Napoleone tuttavia non si arrese, nel 1815 fuggì dall’isola d’Elba, sbarcò nel sud della Francia, raggruppò un manipolo di soldati e marciò verso Parigi dove in molti lo accolsero trionfalmente.

Napoleone riuscì a riconquistare potere, facendo fuggire Luigi in Belgio.

Per consolidare il suo potere, decise di promulgare una nuova Costituzione liberale, ma il suo nuovo impero durò poco più di 3 mesi (i “cento giorni”), in quanto i suoi avversari si riunirono nuovamente nella settima coalizione antifrancese. Il piccolo esercito di Napoleone fu sconfitto dalle truppe anglo-prussiane a Waterloo (Bruxelles, 18 giugno 1815), poco dopo altri soldati invasero la Francia e riportarono sul trono Luigi XVIII.

Napoleone abdicò e poi cercò di fuggire negli Stati Uniti, ma non ci riuscì, di conseguenza si consegnò agli inglesi.

I patti prevedevano che in cambio della sua resa, gli sarebbe stato concesso di trascorrere i rimanenti suoi giorni in Gran Bretagna o negli Stati Uniti. Questi patti però non furono rispettati; gli inglesi decisero di mandare Napoleone nell’isola di Sant’Elena in mezzo all’Atlantico dove poi morì il 5 maggio 1821.

Nei suoi ultimi anni di vita scrisse il Memoriale di Sant’Elena, con il quale volle lasciare una specie di testamento politico, riaffermando i valori della Rivoluzione.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le conseguenze della ripresa delle ostilità contro l'Austria per la Francia?
  2. La ripresa delle ostilità contro l'Austria portò alla formazione di due armate francesi lungo il Reno e la Mosa con l'obiettivo di marciare su Vienna, mentre una terza armata operava in Italia settentrionale, riuscendo a separare e sconfiggere gli eserciti austriaci.

  3. Come iniziò la carriera di Napoleone Bonaparte e quali furono i suoi primi successi?
  4. Napoleone Bonaparte iniziò la sua carriera riconquistando Tolone e difendendo la Convenzione da un attacco monarchico. A 24 anni, sposò Giuseppina di Beauharnais e guidò la prima campagna d'Italia, ottenendo vittorie significative contro i piemontesi e gli austriaci.

  5. Quali furono le caratteristiche delle "repubbliche sorelle" italiane sotto la tutela francese?
  6. Le "repubbliche sorelle" italiane adottarono costituzioni simili a quella francese, eliminando privilegi feudali e titoli nobiliari, e proclamando l'uguaglianza dei cittadini. Tuttavia, furono sotto la pesante tutela francese, con nomine pubbliche imposte da Napoleone e repressioni contro i patrioti italiani.

  7. Quali furono gli esiti della campagna d'Egitto condotta da Napoleone?
  8. La campagna d'Egitto portò inizialmente a successi francesi, come la conquista di Malta e la vittoria nella battaglia delle Piramidi. Tuttavia, la flotta britannica distrusse le navi francesi nella baia di Abukir, lasciando Napoleone e i suoi uomini intrappolati in Egitto.

  9. Come si concluse l'impero napoleonico e quale fu il destino di Napoleone dopo la sua caduta?
  10. L'impero napoleonico crollò dopo la sconfitta nella battaglia di Lipsia e l'invasione della Francia da parte della sesta coalizione antifrancese. Napoleone fu esiliato all'isola d'Elba, fuggì per i "cento giorni" di ritorno al potere, ma fu definitivamente sconfitto a Waterloo e esiliato a Sant'Elena, dove morì nel 1821.

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