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Concetti Chiave

  • L'assolutismo centralizza il potere nelle mani del re, sostenuto da un esercito statale e un sistema fiscale gestito da funzionari borghesi.
  • I monarchi assolutisti ridussero i diritti delle assemblee e vincolarono nobili e vescovi al controllo reale per evitare frammentazioni territoriali.
  • Il re emanava leggi e giudicava controversie tramite tribunali di fiducia, sostenendo un governo unificato nelle province.
  • La burocrazia, formata da una borghesia fedele, divenne fondamentale per l'attuazione del potere assolutista.
  • Thomas Hobbes giustificava l'assolutismo per garantire sicurezza, mentre John Locke difendeva i diritti inalienabili e la teoria liberale.

Indice

  1. Il modello politico dell'assolutismo
  2. Concentrazione del potere e controllo
  3. Ruolo della borghesia e burocrazia
  4. Hobbes e la necessità dell'assolutismo
  5. Locke e la teoria liberale

Il modello politico dell'assolutismo

L’assolutismo da “ab solutus” (sciolto da limiti o condizionamenti) è un nuovo modello politico con il potere totalmente centralizzato e che, di conseguenza, necessita un apparato di guardie reali e un esercito statale (non mercenario) che possa costantemente mantenere l’ordine reprimendo ogni minaccia di insurrezione; per fare ciò deve essere reperito del denaro tramite le tasse riscosse da funzionari (solitamente borghesi), infatti i prelievi fiscali diventarono sempre più ingenti.

Concentrazione del potere e controllo

A causa delle rivolte contadine, le guerre che sconvolsero l’Europa e la crisi generale, i monarchi cercarono di estendere e rinforzare la loro autorità per avere maggiore stabilità interna e quindi sviluppo economico, per fare ciò cercarono di eliminare qualsiasi vincolo o controllo su di essi concentrando tutti i poteri pubblici su di sé. Di conseguenza questi poteri devono essere sottratti ad altre autorità e il sovrano deve avere gli strumenti adatti per esercitarli; in tutti i paesi dove si affermò l’assolutismo, e quindi Francia, Spagna, Prussia e Russia, vennero soddisfatte tali caratteristiche riducendo i diritti delle assemblee dei sudditi (come i Parlamenti) e impedendo ai nobili di essere indipendenti, in modo da ottenere un territorio che non fosse frammentato come con i feudi, rendendoli inoffensivi e sottoposti al re. Anche i vescovi furono sottoposti al potere regio, inoltre i sovrani cercarono di incamerare le proprietà ecclesiastiche nonostante l’opposizione di Roma tranne che nei paesi dove si era diffuso il protestantesimo. Per prendere tutte le decisioni politiche il re era aiutato da consiglieri da lui nominati ma era comunque lui ad emanare le leggi (senza un organo legislativo). Le controversie venivano giudicate da tribunali di sua fiducia quindi bastava solo farle eseguire secondo la sua volontà grazie ai leali funzionari periferici.

Ruolo della borghesia e burocrazia

Lo stato era diventato un’entità effettiva perché le province erano governate da funzionari di nomina regia con direttive e leggi uniformi (mentre prima si teneva conto delle tradizioni di autonomia per evitare ribellioni). Il re era anche mecenate e promuoveva bellezza, cultura e arte. La borghesia divenne uno strumento per la concretizzazione dei poteri, nacque così la burocrazia ( buro-cratos, potere agli uffici), infatti rimanevano fedeli in cambio di stipendio e carriera.

Hobbes e la necessità dell'assolutismo

Il più convinto sostenitore dell’assolutismo fu il filosofo Thomas Hobbes, per lui questa forma di governo è una necessità poiché tutti gli uomini hanno stessi diritti e desideri ( “homo homini lupus”) e per evitare la condizione distruttiva della guerra continua ognuno deve cedere tutti i suoi diritti al re, ad esclusione della vita, così quest’ultimo può garantire la sicurezza.

Locke e la teoria liberale

Al contrario, il filosofo John Locke, riteneva che ognuno ha dei diritti inviolabili e non cedibili, che gli uomini sono esseri razionali e quindi capaci di conciliare la libertà fra tutti. Addirittura disse che era il sovrano a doversi sottoporre ai sudditi, ad essere approvato e apprezzato, proprio per questo John Locke è considerato il padre della teoria liberale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la definizione di assolutismo e come si manifesta nei vari paesi?
  2. L'assolutismo è un modello politico con potere centralizzato, manifestato in Francia, Spagna, Prussia e Russia, dove i diritti delle assemblee e dei nobili furono ridotti per concentrare il potere sul sovrano.

  3. Quali furono le conseguenze economiche e sociali dell'assolutismo?
  4. L'assolutismo portò a un aumento delle tasse per finanziare l'esercito e le guardie reali, e la borghesia divenne uno strumento di potere attraverso la burocrazia, mantenendo fedeltà in cambio di stipendio e carriera.

  5. Come venivano prese e applicate le decisioni politiche sotto l'assolutismo?
  6. Le decisioni politiche erano prese dal re, assistito da consiglieri nominati, e le leggi erano emanate senza un organo legislativo, con l'esecuzione affidata a funzionari leali.

  7. Quali erano le opinioni di Thomas Hobbes e John Locke sull'assolutismo?
  8. Thomas Hobbes sosteneva l'assolutismo come necessario per evitare la guerra continua, mentre John Locke credeva nei diritti inviolabili e nella razionalità degli uomini, opponendosi all'assolutismo e promuovendo la teoria liberale.

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