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Concetti Chiave

  • Umbertino da Casale, nato nel 1259, fu un francescano spirituale noto per la sua difesa rigorosa della Regola francescana e la critica dei papi che la ammorbidivano.
  • Nonostante la scomunica per la sua opera "Arbor vitae crucifixae Jesu Christi", continuò a sostenere la povertà francescana e fu coinvolto in discussioni teologiche con i papi.
  • Fu convocato ad Avignone per mediare tra le fazioni francescane, ma continuò a sostenere la sua posizione sulla povertà, causando ulteriori conflitti con le autorità ecclesiastiche.
  • Nel 1322, partecipò a una disputa sulla povertà di Cristo, e la sua risposta diplomatica placò temporaneamente il Papa, ma causò divisioni all'interno dell'ordine francescano.
  • Nonostante le molteplici scomuniche, Ubertino rimase influente e fu ricordato in opere letterarie, tra cui "Il Nome della Rosa" di Umberto Eco e nella "Divina Commedia" di Dante.

Umbertino da Casale
Ubertino nacque a Casale Monferrato nel 1259 ed entrò in un convento francescano in provincia di Genova nel 1273.

Indice

  1. Carriera di predicatore
  2. Conflitti con il papato
  3. Convocazione ad Avignone
  4. Dibattito sulla povertà
  5. Ultimi anni e morte

Carriera di predicatore

Dopo gli studi a Parigi, nel 1287 U. si stabilì in Toscana, nel convento di Santa Croce a Firenze, dove divenne discepolo di Pietro di Giovanni (Pierre Jean) Olivi. Intraprese quindi la carriera di predicatore e ben presto venne considerato il punto di riferimento dei francescani spirituali della Toscana, i più accaniti nel condannare, senza mezzi termini, papi, come Gregorio IX (1227-1241) o Niccolò III (1277-1280), che avevano permesso qualsiasi forma di ammorbidimento della dura Regola francescana.

Conflitti con il papato

Tuttavia Papa Benedetto IX (1303-1304), non gradendo le critiche ai suoi predecessori convocò U. e gli intimò di ritirarsi nel convento di La Verna (vicino a Perugia), proibendogli ulteriori attività di predicatore. Ma perfino nel convento egli si mise nei guai scrivendo nel 1305 la sua opera principale, Arbor vitae crucifixae Jesu Christi, dove egli difese gli ideali di povertà degli spirituali, e a causa della quale fu scomunicato.

Convocazione ad Avignone

Nel 1310, per intercessione del teologo spagnolo Arnaldo di Villanova (o di Villanueva) presso il re di Napoli Carlo II d'Angiò (o forse suo figlio Roberto) U. fu convocato ad Avignone da Papa Clemente V (1305-1314) per discutere la possibilità di una rappacificazione tra le due anime dei francescani, i conventuali, rappresentati dal generale dell'ordine, Gundisalvo di Valleboa e gli spirituali, rappresentati dai capi, Raymond Gaufredi, Guy de Mirepoix, Bartolomeo Sicardi e U. stesso. Durante l'incontro U. non fece altro che riaffermare con forza il suo convincimento che i frati minori dovessero seguire alla lettera la Regola ed il Testamento di San Francesco. Fu posto quindi sotto la custodia del cardinale Giacomo Colonna fino al 1317, quando gli fu ordinato da parte del nuovo Papa Giovanni XXII (1316-1334), in un incontro ad Avignone a cui partecipò anche Bernard Délicieux, di ritirarsi nel convento di Gembloux, vicino a Liegi in Belgio.

Peggio andò ad altri 25 spirituali, che furono torturati da parte dell'Inquisizione e quattro di essi, che non riconobbero l'autorità papale sul movimento, furono bruciati sul rogo nel 1318.

Dibattito sulla povertà

Nel 1322, U. fu nuovamente convocato dal Papa ad Avignone per esprimere il suo parere sul litigio in atto tra Domenicani e Francescani sulla povertà di Gesù Cristo e degli apostoli. U. se la cavò con una diplomatica risposta, che soddisfò l'irascibile papa: egli affermò che Gesù e gli apostoli erano poveri in termini di proprietà personali, ma che avevano potuto far uso di beni e denari per ogni necessità.

Tuttavia questo compromesso provocò la convocazione del Capitolo Generale dei Francescani da parte del generale Michele da Cesena, fino a quel momento allineato su posizioni moderate. Il Capitolo dichiarò solennemente l'assoluta povertà di Gesù Cristo e degli apostoli, provocando la reazione di Giovanni XXII, che scomunicò questa affermazione nel 1323.

Ultimi anni e morte

Avendo fatto una dichiarazione gradita al papa, si poteva pensare che U. fosse al sicuro da ogni attacco: eppure, solo tre anni dopo l'episodio di Avignone, nel 1325, egli fu nuovamente scomunicato per aver difeso il pensiero del suo maestro Pietro di Giovanni Olivi. Tuttavia egli intuì in anticipo l'ennesima condanna e fuggì da Avignone, per aggregarsi alla corte dell'imperatore Ludovico il Bavaro, accompagnandolo, assieme a Giovanni di Jandun, Michele da Cesena, Guglielmo di Occam e Marsilio di Padova, nel suo viaggio a Roma nel 1328.

Morì verso il 1330, assasinato secondo la versione dei fraticelli, eredi degli spirituali, che lo venerarono come un santo.

Ubertino da Casale fu ricordato da Umberto Eco nel romanzo "Il Nome della Rosa" e da Dante nel dodicesimo canto del Paradiso (XII, 121-126):

Domande da interrogazione

  1. Chi era Umbertino da Casale e quale fu il suo ruolo all'interno dell'ordine francescano?
  2. Umbertino da Casale era un frate francescano nato a Casale Monferrato nel 1259, noto per essere un punto di riferimento dei francescani spirituali in Toscana, critici verso l'ammorbidimento della Regola francescana.

  3. Quali furono le conseguenze delle critiche di Umbertino ai papi e alla Regola francescana?
  4. Le critiche di Umbertino portarono alla sua convocazione da parte di Papa Benedetto IX, che gli proibì di predicare e lo costrinse a ritirarsi nel convento di La Verna. Successivamente, fu scomunicato per la sua opera "Arbor vitae crucifixae Jesu Christi".

  5. Come si svolse l'incontro ad Avignone tra le due anime dei francescani?
  6. Nel 1310, Umbertino fu convocato ad Avignone da Papa Clemente V per discutere una possibile rappacificazione tra i francescani conventuali e spirituali, ma riaffermò la necessità di seguire rigorosamente la Regola di San Francesco.

  7. Quale fu la posizione di Umbertino sulla povertà di Gesù Cristo e degli apostoli?
  8. Umbertino affermò che Gesù e gli apostoli erano poveri in termini di proprietà personali, ma potevano usare beni e denari per necessità, una risposta diplomatica che soddisfece il papa ma provocò tensioni all'interno dell'ordine francescano.

  9. Quali furono le ultime vicende della vita di Umbertino da Casale?
  10. Dopo essere stato nuovamente scomunicato nel 1325, Umbertino fuggì da Avignone e si unì alla corte dell'imperatore Ludovico il Bavaro. Morì intorno al 1330, presumibilmente assassinato, e fu venerato come un santo dai fraticelli.

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