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Concetti Chiave

  • La peste nel Trecento, originata in Asia centrale, si diffuse in Europa tramite mercanti genovesi e condizioni igieniche precarie.
  • La medicina dell'epoca era arretrata, con pochi medici e rimedi inefficaci basati su teorie antiche e fenomeni celesti.
  • L'epidemia causò un drammatico crollo demografico, uccidendo 25 milioni di persone e bloccando la ripresa demografica.
  • Le città furono più colpite delle campagne, ma alcune regioni come Lombardia e parti della Spagna furono ripopolate grazie alle migrazioni.
  • Il numero dei poveri aumentò nelle città, con strutture assistenziali sostenute da classi abbienti e provvedimenti governativi contro la mendicità.

Indice

  1. Origine e diffusione della peste
  2. Condizioni igieniche e medicina del tempo
  3. Effetti demografici devastanti
  4. Impatto differenziato nelle regioni
  5. Aumento della povertà nelle città
  6. Strutture assistenziali e provvedimenti governativi

Origine e diffusione della peste

La peste (malattia, trasmessa all’uomo attraverso la puntura delle pulci dei ratti, che può assumere una triplice forma: bubbonica, polmonare e intestinale) ebbe origine tra il 1338 e il 1339 nell’Asia centrale e da qui si propagò in Europa tramite una flotta di navi di mercanti genovesi provenienti da Caffa: infatti, i mongoli che assediavano la città, catapultavano i cadaveri infetti oltre le mura allo scopo di sterminare gli assediati e fu proprio così che i mercanti genovesi sopravvissuti finirono per diffondere in tutto il Mediterraneo il morbo, che poi si estese dai porti italiani in Spagna, in Francia, nei Balcani e nella penisola scandinava.

Condizioni igieniche e medicina del tempo

Al diffondersi della peste contribuirono le pessime condizioni igieniche, l’estrema carenza di misure profilattiche e l’arretratezza della medicina del tempo.

Inoltre, coloro che esercitavano la professione medica erano davvero pochi e costoro, non solo non disponevano di mezzi e strumenti sufficienti, ma continuavano anche ad avere come riferimento teorie e pratiche dell’antichità. Proprio per questo, spesso furono individuate come cause particolari fenomeni celesti, come una congiunzione nefasta degli astri, e ci si limitò a suggerire come rimedi una serie di espedienti senza alcun effetto curativo.

Effetti demografici devastanti

La malattia ebbe degli effetti devastanti sulla già grave situazione dell’Europa del Trecento, provocando un vertiginoso crollo demografico, con la morte tra il 1348 e 1350 di ben 25 milioni di persone, con la conseguente diminuzione del 30% della popolazione, e con lo scatenarsi ciclico di nuove epidemie, il che bloccò per lungo tempo ogni ripresa demografica.

La peste ebbe maggiore incisività nelle città che nelle campagne, a causa della maggiore concentrazione della popolazione e delle peggiori condizioni igieniche.

Impatto differenziato nelle regioni

Tuttavia, il declino demografico causato dalla peste non fu uniforme. Infatti in alcune regioni, come la Lombardia o parte della Spagna, non si verificarono dei cali demografici rilevanti. La scarsa entità del calo della popolazione però non fu dovuto a un tasso di mortalità più basso, bensì al ripopolamento di tali località per effetto di numerose immigrazioni verso le zone fertili di facile coltivazione, ma anche verso quelle città che, per altri fattori economici e giuridico-sociali, offrivano maggiore sicurezza rispetto alle campagne.

Aumento della povertà nelle città

Nelle città tuttavia aumentò enormemente il numero dei poveri, costituiti non soltanto da invalidi, malati, lebbrosi e ciechi ma anche da imprenditori che, a causa del crollo della domanda, non erano riusciti a far fronte alla concorrenza delle imprese più grandi, da lavoratori salariati che avevano perso il lavoro e da lavoratori stagionali che non riuscivano più a trovare un impiego (“nuovi poveri”).

Strutture assistenziali e provvedimenti governativi

Malati e indigenti trovavano ricovero negli ospedali e all’interno di luoghi fondati dalla Chiesa o dalle confraternite, finalizzate ad attività liturgiche e ad opere di carità nei confronti dei bisognosi di ogni genere. Dunque non mancavano né le strutture assistenziali né i fondi, dal momento che le classi più abbienti erano tenute ad investire parte dei loro profitti in opere caritatevoli. Nonostante ciò, alcuni governi cominciarono ad emanare dei provvedimenti per limitare il diffondersi della mendicità e del vagabondaggio; per esempio, Pietro I di Castiglia proibì agli uomini sani, e quindi in grado di lavorare, di chiedere l’elemosina, sotto la minaccia di pene severissime.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata l'origine della peste nel Trecento e come si è diffusa in Europa?
  2. La peste ebbe origine tra il 1338 e il 1339 nell'Asia centrale e si diffuse in Europa tramite una flotta di navi di mercanti genovesi provenienti da Caffa, dove i mongoli catapultavano cadaveri infetti oltre le mura.

  3. Quali fattori hanno contribuito alla diffusione della peste nel Trecento?
  4. La diffusione della peste fu facilitata dalle pessime condizioni igieniche, dalla carenza di misure profilattiche e dall'arretratezza della medicina del tempo.

  5. Quali furono gli effetti demografici della peste in Europa nel Trecento?
  6. La peste causò un crollo demografico vertiginoso, con la morte di 25 milioni di persone tra il 1348 e il 1350, riducendo la popolazione del 30% e bloccando la ripresa demografica.

  7. Come variava l'impatto demografico della peste tra le diverse regioni europee?
  8. L'impatto demografico non fu uniforme; in alcune regioni come la Lombardia e parte della Spagna, il calo demografico fu meno rilevante grazie al ripopolamento dovuto a immigrazioni.

  9. Quali misure furono adottate per affrontare la povertà crescente nelle città colpite dalla peste?
  10. Malati e indigenti trovavano ricovero in ospedali e luoghi fondati dalla Chiesa, mentre alcuni governi, come quello di Pietro I di Castiglia, emanavano provvedimenti per limitare la mendicità e il vagabondaggio.

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