Concetti Chiave
- Dopo l'anno 1000, l'Europa vede una stabilizzazione politica con la cessazione delle invasioni barbariche, portando a un aumento demografico e a un rinnovamento economico.
- Le città europee si rivitalizzano con l'afflusso di popolazione dalle campagne, grazie alla liberalizzazione dell'economia e all'incremento dei commerci.
- La rinascita urbana è accompagnata dalla nascita di mercati, fiere e pellegrinaggi, rompendo l'isolamento del sistema feudale e favorendo lo sviluppo artigianale e mercantile.
- Il declino del feudalesimo è accelerato dall'emergere di un ceto mercantile, l'uso della moneta e nuovi rapporti economici tra proprietari e contadini.
- Si assiste a una rinascita culturale con la fondazione di università e lo sviluppo delle arti liberali, influenzando anche l'architettura con lo stile romanico.
Indice
Svolta decisiva in Europa
Intorno all’anno 1000 si registrò in Europa una svolta decisiva nella vita e nei costumi dei popoli. Con lo stanziamento delle varie popolazioni barbariche nelle diverse regioni d’Europa, si ebbe la cessazione delle terribili invasioni, che affliggevano da tempo il nostro continente. La vita, quindi, si andò normalizzando e di conseguenza si verificò un vigoroso incremento demografico, tanto che la popolazione in tre secoli quasi si triplicò,con un enorme vantaggio per l’economia, perché si ebbero più braccia disponibili per il lavoro agricolo ed artigianale.
Le spopolate città, perciò si rianimarono; sorsero nuovi centri urbani e rurali; si strapparono ai boschi e ai pascoli terreni per la coltivazione e intere regioni vennero bonificate. Le migliorate condizioni di vita influirono direttamente sulla salute degli abitanti, che videro così allontanarsi lo spettro delle epidemie, molto frequenti nei secoli precedenti unitamente alle guerre, alle invasioni, al brigantaggio e alle carestie. Alcune invenzioni influirono sul progresso dell’agricoltura, fra queste vi sono la razionale regolamentazione delle acque, che poterono così essere utilizzate per le irrigazioni e ancora meglio, per azionare mulini, che macinavano cereali e olive. L’aratro diviene più pesante per poter scavare con più profondità nel terreno, mentre con l’applicazione del versoio le zolle venivano meglio rivoltate e il terreno potè meglio rinnovarsi. La rotazione triennale delle colture permise il più razionale sfruttamento dei terreni, la più avveduta utilizzazione degli strumenti da traino, come il pettorale che ora veniva applicato al petto e non alla gola dell’animale. Collaborarono a questa fervida attività rurale anche gli ordini religiosi, fra i quali si distinsero i cistercensi, i quali si misero a coltivare vaste estensioni di terreno.Rinascita delle città
Anche le antiche città si destarono dalla lunga inerzia, dalle campagne numerosi abitanti si riversarono nei centri urbani. Queste situazioni si verificavano in maggioranza fra le fila della piccola nobiltà, che si trovava in disagio per il suo diminuito potere economico. Trovarono conveniente risiedere in città, anche i proprietari terrieri che provenivano dal nuovo ceto, nato dalla liberalizzazione dell’economia, connessa al ritorno del denaro negli scambi al posto del baratto e all’incremento dei commerci. Affluirono nella città anche affittuari, coloni e braccianti, poiché qui riuscivano a trovare maggiori possibilità di lavoro e migliori condizioni di vita. La grande nobiltà feudale preferì rimanere nelle campagne per interessarsi direttamente dalla coltivazione delle terre e per poter sorvegliare meglio i loro averi. I commerci diedero una spinta decisiva alla ripresa delle città, il cui piccolo mondo economico e sociale si aprì all’afflusso di nuove energie. I vescovi erano riusciti ad organizzare nelle singole città una dignitosa forma di vita per il non eccessivo numero di cittadini. Il clero, in tali città, insegnava nella scuola diocesana, s’interessava degli ospedali, organizzava pellegrinaggi, attendeva ad opere di istruzione e di beneficenza. Quindi le città apparivano come un luogo molto sicuro e confortevole in cui vivere; questo spinse altre categorie di persone a trasferirsi dalle campagne in città. Per soddisfare le esigenze di così tanta gente, bisognosa di tutto, fiorirono commerci e il chiuso mondo feudale si aprì man mano alle necessità dei nuovi tempi. In questo periodo nacquero fiere e mercati a cui affluivano abitanti anche dalle città limitrofe. Altri incentivi a rompere l’isolamento feudale furono i pellegrinaggi religiosi, che facevano affluire masse di fedeli. Le città a partire dall’11º secolo ripresero quella che era la loro vecchia funzione, divennero luoghi fiorenti di produzione artigiana e di scambi mercantili con grande vantaggio dei propri abitanti. Man mano che le città si rinfocolavano e si ingrandivano, esse assumevano una nuova struttura sociale, perché gli antichi dipendenti del vescovo o dei feudatari, ribellandosi ai tradizionali padroni, contrastavano la loro autorità e pretendevano responsabilità di governo.
Declino del sistema feudale
Vari fattori concorsero ad incrinare la struttura del mondo feudale, ma in modo particolare la ripresa dei traffici, l’uso della moneta, l’aumento della popolazione e la circolazione degli abitanti segnalano il definitivo tramonto del giusto sistema economico e sociale di tale periodo. Gradualmente il chiuso mondo feudale si sfaldava perché la nuova società si apriva ad esigenze sempre nuove. Tra i feudatari laici ed ecclesiastici si veniva a creare un nuovo ceto quello mercantile che con la sua ricchezza minacciava seriamente il secolare strapotere della nobiltà e del clero. I coloni, oppressi dalle costrizioni feudali, preferivano la fuga in città oppure la creazione di altri rapporti con i proprietari fondiari, pertanto le relazioni tra proprietario e contadini incominciavano ad essere poste su altre basi: questi ultimi ricevevano in concessione terre dietro affitto in denaro (censo, livello, enfiteusi). In questo modo la proprietà feudale si andava frantumando e la ricchezza fondiaria perdeva quel valore che per tanti secoli le era stato attribuito.
Rinascita culturale e artistica
Unitamente al fervore di attività c’è da registrare anche una vigorosa rinascita degli studi e della cultura ad opera specialmente della Chiesa. A partire dall’11º secolo la situazione sociale, politica ed economica favorì quella ripresa della cultura che, a sua volta, interagire con le altre attività a consolidar sempre più il progresso e rendere la vita sempre migliore. Le scuole ripresero ad istruire schiere sempre più numerose di giovani secondo il tradizionale indirizzo delle sette arti liberali (grammatica, dialettica, retorica, geometria, musica, aritmetica e astronomia), cosiddette perché erano proprie dell’uomo libero. In quegli anni si fondarono e si affermarono, per iniziativa dei laici, le università, fra di esse raggiunsero grande prestigio quelli di Bologna e di Parigi. L’Università di Bologna si dedicò allo studio del diritto, rimettendo in luce la legislazione romana codificata da Giustiniano; anche Salerno si affermò in quegli anni per la sua università di medicina, che divenne famosa in tutta Europa e che fece conoscere all’Occidente i metodi curativi e chirurgici degli Arabi. Anche l’arte subì l’influsso dei nuovi tempi nacque un nuovo stile architettonico, il romanico, creato e diffuso dai maestri comacini (costruttori e scalpellini, originari di Como che operarono in varie città italiane ed europee nel corso del basso medioevo). Sorsero per la prima volta dopo il crollo dell’impero romano anche edifici civili come palazzi comunali, porte di città, torri e ponti. Infine le lingue neo latine cominciarono ad affermarsi dando l’impulso a quella che sarà la grande fioritura delle letterature romanze.
Domande da interrogazione
- Quali furono i principali cambiamenti demografici e agricoli in Europa dopo l'anno mille?
- Come influirono i cambiamenti economici e sociali sulla rinascita delle città?
- In che modo la ripresa dei traffici e l'uso della moneta contribuirono alla rottura del sistema feudale?
- Quali furono i contributi della Chiesa alla rinascita culturale dopo l'anno mille?
- Quali sviluppi architettonici e linguistici caratterizzarono il periodo della rinascita culturale?
Dopo l'anno mille, l'Europa vide un incremento demografico significativo, con la popolazione che quasi si triplicò in tre secoli. Questo portò a un vantaggio economico grazie alla disponibilità di più lavoratori per l'agricoltura e l'artigianato. Le città si rianimarono, nuovi centri urbani e rurali sorsero, e intere regioni furono bonificate per la coltivazione.
I cambiamenti economici, come il ritorno del denaro negli scambi e l'incremento dei commerci, portarono molti abitanti delle campagne a trasferirsi nelle città. Le città divennero centri di produzione artigiana e scambi mercantili, con una nuova struttura sociale che sfidava l'autorità tradizionale dei vescovi e dei feudatari.
La ripresa dei traffici e l'uso della moneta portarono alla formazione di un nuovo ceto mercantile che minacciava il potere della nobiltà e del clero. I coloni, oppressi dalle costrizioni feudali, preferivano trasferirsi in città o stabilire nuovi rapporti con i proprietari fondiari, portando alla frammentazione della proprietà feudale.
La Chiesa contribuì alla rinascita culturale promuovendo gli studi e la cultura. Le scuole ripresero a istruire giovani nelle sette arti liberali, e furono fondate università prestigiose come quelle di Bologna e Parigi. La Chiesa favorì anche la diffusione di nuove conoscenze mediche e giuridiche.
Durante la rinascita culturale, emerse il nuovo stile architettonico romanico, diffuso dai maestri comacini. Sorsero edifici civili come palazzi comunali e torri. Inoltre, le lingue neo latine iniziarono ad affermarsi, stimolando la fioritura delle letterature romanze.