Concetti Chiave
- La stregoneria nel Medioevo era vista come un atto antisociale, legato a forze soprannaturali e demoniache, ereditato dall'antica Roma e reinterpretato dal Cristianesimo.
- La Chiesa primitiva aveva un atteggiamento ambiguo verso la stregoneria, condannandola per la sua associazione con divinità pagane, ma negando spesso la reale esistenza di streghe in contatto con il diavolo.
- Tra i Franchi, le credenze sulle streghe erano così radicate che le leggi prevedevano pene severe, mentre i Longobardi, più scettici, vietavano l'uccisione di presunte streghe.
- Con il supporto di teologi come Sant'Agostino e San Tommaso d'Aquino, la Chiesa adottò una posizione più ferma sull'esistenza della stregoneria e dei sortilegi demoniaci.
- Nel XIII secolo, la paura delle potenze demoniache crebbe, portando a una sovrapposizione tra eresia e stregoneria, e all'intervento dell'Inquisizione nelle questioni di magia.
Indice
Origini e definizioni della stregoneria
Il termine stregoneria è associato un’operazione di tipo magico per la cui realizzazione, una persona dotata di particolari forze, ricorre a poteri soprannaturali o a forze demoniache: lo scopo è di arrecare un danno alle persone o costringere ad agire in modo contrario alla volontà.
Stregoneria e Cristianesimo
L’antica Roma trasferì al Cristianesimo questa definizione. Già al tempo dei Romani la stregoneria era considerata un’attività antisociale perché rivolta alla civitas, la collettività per eccellenza. Per il Cristianesimo, la stregoneria diventò un’azione rivolta contro la civica Dei. Tuttavia, la Chiesa primitiva, nei confronti di tale questione mantenne una posizione contraddittoria. Da un lato, essa condannò la stregoneria perché si identificava con le divinità pagane gli spiriti che le streghe e gli stregoni invocavano per raggiungere il loro scopo. In occasione dei Concili, non mancò mai di infliggere pene spirituali a coloro che si fossero dedicarti a pratiche magiche. Dall’altro, lato però, più volte la Chiesa negò l’esistenza di individui in grado di tenere contatti con il diavolo e di esercitare la stregoneria.
Credenze popolari e legislazione
Le popolazioni barbariche innestarono le loro credenze sulle basi cristiane e sull’eredità classica. Presso i Franchi, per esempio, esisteva la credenza secondo cui le streghe si nutrivano di carne umana, uccidevano i bambini, impedivano i parti e, tramite appositi filtri magici, nuocevano alle persone, agli animali e alle cose. Tali credenze erano talmente radicate che il Pactus Legis Salicae prevedeva per le streghe la stessa pena pecuniaria prevista per l’omicidio. I Longobardi erano meno creduli e nell’opporsi alle credenze popolari, l’Editto di Rotari pose il divieto assoluto di uccidere una serva perché ritenuta una strega.
Evoluzione delle credenze e Inquisizione
All’inizio, la legislazione della Chiesa si mantenne piuttosto possibilista e l’atteggiamento diventò più deciso grazie al pensiero di Sant’Agostino e di San Tommaso d’Aquino, i quali sostennero con forza che la stregoneria esisteva e che i sortilegi erano opera demoniaca. Alla fine dell’XI cominciò anche a diffondersi la credenza nel “sabba delle streghe” cioè di una riunione di tutte le streghe in determinati giorni dell’anno (il 2 febbraio, giorno della Candelora, il 1° maggio, il 1° agosto, il 1° novembre, giorno d’Ognissanti). I luoghi di incontro sarebbero stati il Brocken in Germania e il noce di Benevento, località in cui un tempo venivano celebrati dei riti pagani, durante i quali sappiamo che i partecipanti si lasciavano andare a delle danze sfrenate, a orge a sfondo sessuale e a uccisioni rituali. Stimolate dalla diffusione delle eresie, nel XIII secolo le paure delle potenze demoniache crebbero notevolmente a tal punto che eresia e stregoneria, in certi momenti, arrivarono a coincidere. Nel 1235, fu istituita l’Inquisizione, ma delle sue competenze furono esclusi i delitti per magia e stregoneria se non avevano un rapporto immediato e preciso con un’eresia. Più tardi, l’Inquisizione si occupò anche di arti magiche perché comunque sempre ispirate dal demonio.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del termine "stregoneria" e come è stato percepito nel tempo?
- Come si è evoluto l'atteggiamento della Chiesa nei confronti della stregoneria?
- Quali erano alcune delle credenze popolari riguardanti le streghe presso le popolazioni barbariche?
- Qual è stato il ruolo dell'Inquisizione nei confronti della stregoneria?
Il termine "stregoneria" è associato a operazioni magiche che coinvolgono poteri soprannaturali o demoniaci per arrecare danno o costringere le persone. Nell'antica Roma, era vista come un'attività antisociale, e il Cristianesimo ha ereditato questa definizione, considerandola un'azione contro la civica Dei.
Inizialmente, la Chiesa aveva una posizione contraddittoria, condannando la stregoneria ma negando l'esistenza di individui in grado di contattare il diavolo. Con il tempo, grazie a pensatori come Sant'Agostino e San Tommaso d'Aquino, l'atteggiamento divenne più deciso nel riconoscere la stregoneria come opera demoniaca.
Presso i Franchi, si credeva che le streghe si nutrissero di carne umana, uccidessero bambini e nuocessero tramite filtri magici. Queste credenze erano così radicate che il Pactus Legis Salicae prevedeva pene severe per le streghe, simili a quelle per l'omicidio.
L'Inquisizione, istituita nel 1235, inizialmente escludeva i delitti di magia e stregoneria a meno che non fossero legati a un'eresia. Tuttavia, successivamente si occupò anche delle arti magiche, considerandole ispirate dal demonio.