Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Nel Medioevo, vi erano due principali conflitti: tra i Comuni e l'Imperatore e tra il Papato e l'Impero, influenzando politica interna ed estera.
  • Federico I Barbarossa rivendicò diritti sottratti dai Comuni, portando a conflitti significativi come le diete di Roncaglia e la battaglia di Legnano.
  • Federico II ambiva a creare uno Stato centralizzato nell'Italia meridionale, limitando l'autonomia dei Comuni tramite un'efficiente burocrazia.
  • Il conflitto tra Papato e Impero intrecciava le lotte comunali, generando divisioni tra guelfi e ghibellini, influenzando alleanze e opposizioni politiche.
  • Il Sacro Romano Impero di Carlo Magno cercava di unire autorità temporale e spirituale, mirando alla salvezza spirituale universale.

Indice

  1. Introduzione
  2. Federico I Barbarossa e i Comuni
  3. Federico II e i Comuni
  4. Lo scontro fra Papato e Impero
  5. Il modello del Sacro Romano Impero di Carlo Magno

Introduzione

Il Medioevo, è caratterizzato da due filoni di ostilità: Comuni e Imperatore, Papato e Imperatore, che si intersecano a vicenda sia livello di politica interna che estera.

Federico I Barbarossa e i Comuni

I Comuni non condividevano le aspirazioni universalistiche degli imperatori tedeschi perché contrarie ai propri interessi politici ed economici e soprattutto all’autonomia.
I primi scontri avvengono contro Federico I Barbarossa, nelle due assemblee generali o diete di Roncaglia, rispettivamente nel 1154 e nel 1158, in cui egli rivendica a sé tutti quei diritti che i Comuni gli avevano sottratto: diritti politici, fiscali e di proprietà terriera.
Alle rivendicazioni dell’imperatore, i Comuni lombardi rispondono una strenua resistenza che, tuttavia, vede, nel 1159, la distruzione di Crema e tre anni più tardi quella di Milano. Segue la costituzione della Lega Lombarda, la vittoria dei Comuni nella battaglia di Legnano, avvenuta nel 1176. Nel 1183, la pace di Costanza sancisce la libertà e l’autonomia dei Comuni per cui a quest’ultime è come se venisse riconosciuto ufficialmente il ruolo di interlocutori e antagonisti del potere imperiale.
Dobbiamo però precisare che la lotta dei Comuni risponde ad interessi locali e del momento e non si proponeva scopi di unificazione nazionale per cui non è corretto attribuire alle ostilità un significato che anticipa il Risorgimento, come spesso ha fatto la critica e la letteratura del XIX secolo, alla ricerca com’era di modelli di patriottismo nella precedente Storia d’Italia.

Federico II e i Comuni

Più tardi lo scontro avviene anche con Federico II, il cui ruolo è stato rilevante non solo in politica, ma anche nella storia letteraria perché il suo nome è legato alla Scuola poetica siciliana. Tuttavia, pur condividendo con i predecessori la consapevolezza del ruolo dell’Impero, si rende conto che, ormai, il centro del potere erano i regni i quali erano in grado di creare un’organizzazione burocratica efficace gestita dai funzionari del re, il cui ruolo era nettamente superiore alle tendenze particolaristiche sia dei feudi che dei Comuni. In pratica, Federico II ha l’obiettivo, piuttosto ambizioso, dui creare nell’Italia meridionale uno Stato moderno, accentrato intorno ad una burocrazia molto efficiente, in grado di sopprimere ogni tendenza particolaristica. In un simile progetto non esisteva, ovviamente, alcun spazio per l’autonomia dei Comuni. Per questo motivo, furono soprattutto le citta dell’Italia meridionale a risentire di questa politica, mentre nel Nord, i Comuni continuarono ad esistere con estrema vitalità.

Lo scontro fra Papato e Impero

La lotta dei Comuni contro l’Imperò dura per tutto il Duecento e parte del Trecento e si interseca con la lotta fra Papato e Impero. Essa influisce sulla politica interna ed estera del Comune perché crea fazioni contrarie o favorevoli al potere papale (i ghibellini che parteggiano per l’Imperatore e i guelfi che sostengono il Papa). In politica estera si hanno numerose e mutevoli alleanze e opposizioni fra i vari Comuni a seconda del predominio che le opposte fazioni riuscivano ad acquisire all’interno della città.
Lo scontro Papato/Impero genera profondi conflitti sia nella politica che nel dibattito ideologico del Medioevo. Occorre, però, precisare che:
1) nel mondo classico non esisteva alcun contrasto fra autorità religiosa e autorità politica. I due poteri si integravano a vicenda e nello Stato l’individuo raggiungeva la sua piana realizzazione praticando le virtù civili, come l’amore per la Patria e il valore militare, e quelle religiose. Non era casuale il fatto che l’imperatore romano rivestisse anche il ruolo di “pontefice massimo”.
2) l’opposizione fra autorità politica e religiosa nasce con il Cristianesimo perché la morale cristiana prevede una prospettiva ultraterrena che per la derivazione divina e finalità (= salvezza eterna) è totalmente differente dalle leggi dello Stato. Infatti, i primi pensatori cristiani vedono lo Stato come “magnum latrocinium”, perché fonte di delitti e atti di violenza. Invece, più tardi, Sant’Agostino vede nello Stato un mezzo per frenare la malvagità umana, ossia come “remedium peccati”.

Il modello del Sacro Romano Impero di Carlo Magno

Il modello dell’impero romano con la sua vocazione universalistica e l’aspirazione della Chiesa a realizzare “un solo pastore ed un solo ovile” confluiscono nell’impero di Carlo Magno. A questo proposito, è molto significativa l’espressione “Sacro Romano Impero”: l’ambito dell’impero è terreno, ma in vista della generale salvezza spirituale del genere umano. Si raggiunge, così, un’unità superiore.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali cause di conflitto tra Federico I Barbarossa e i Comuni?
  2. I Comuni si opponevano alle aspirazioni universalistiche di Federico I Barbarossa, che rivendicava diritti politici, fiscali e di proprietà terriera sottratti dai Comuni, portando a scontri significativi come le diete di Roncaglia e la battaglia di Legnano.

  3. In che modo Federico II cercò di gestire i Comuni e quale fu il suo obiettivo politico?
  4. Federico II mirava a creare uno Stato moderno e centralizzato nell'Italia meridionale, sopprimendo le tendenze particolaristiche dei Comuni attraverso un'efficiente burocrazia, limitando così l'autonomia comunale.

  5. Come si intrecciarono le lotte tra Papato e Impero con quelle dei Comuni?
  6. Le lotte tra Papato e Impero influenzarono la politica interna ed estera dei Comuni, creando fazioni guelfe e ghibelline e determinando alleanze mutevoli tra i Comuni a seconda del predominio delle fazioni.

  7. Qual era la visione del potere politico e religioso nel mondo classico rispetto al Medioevo?
  8. Nel mondo classico, i poteri politico e religioso si integravano, mentre nel Medioevo, con il Cristianesimo, nacque un'opposizione tra autorità politica e religiosa, con la morale cristiana che introduceva una prospettiva ultraterrena.

  9. Qual era l'aspirazione del Sacro Romano Impero di Carlo Magno?
  10. Il Sacro Romano Impero di Carlo Magno aspirava a unire l'ambito terreno dell'impero con la salvezza spirituale universale, realizzando un'unità superiore tra potere temporale e spirituale.

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