Concetti Chiave
- In molti Paesi europei, le invasioni barbariche sono viste come fondamentali per la formazione nazionale, mentre in Italia il giudizio sui Longobardi è stato più incerto.
- Gli intellettuali italiani del Rinascimento e del Settecento vedevano i Longobardi come parte integrante della nazione italiana, soprattutto dopo la loro conversione al cattolicesimo.
- Alessandro Manzoni, nell'Ottocento, ribaltò questa visione, vedendo i Longobardi come dominatori stranieri e sottolineando il conflitto con la popolazione romana.
- Manzoni enfatizzò l'antagonismo etnico e politico tra i Longobardi e il papato, considerandolo un periodo negativo per l'Italia.
- Oggi è riconosciuto che Longobardi e Romani si fusero in un unico popolo, e la questione longobarda evidenzia come le ideologie influenzino la percezione storica.
Indice
Influenza dei barbari in Europa
In molti Paesi europei di oggi, i barbari che si sono stanziati sul loro territorio all’epoca delle invasioni sono considerati un ingrediente fondamentale per la formazione della nazione moderna. È così, per esempio, per i Goti in Spagna e ancor più per i Franchi, che in Francia sono sempre stati popolarissimi: i re di Francia pretendevano di essere discendenti dei re franchi, e ancor oggi Clodoveo è visto come uno dei grandi fondatori della nazione francese.
La questione longobarda in Italia
In Italia, invece, il giudizio sui Longobardi è stato più incerto.
Pesava il fatto che al loro arrivo essi sono descritti come particolarmente arretrati e violenti, e soprattutto il cattivo rapporto che hanno sempre avuto con Roma. Fin dal Rinascimento gli intellettuali italiani si sono interrogati sulla “questione longobarda”, per capire se i Longobardi possano essere considerati una delle componenti della moderna nazione italiana, o fossero invece soltanto dei dominatori stranieri.
Manzoni e la visione ottocentesca
Per molto tempo la risposta fu favorevole ai Longobardi: tanto Machiavelli e gli storici del Settecento, come il Muratori, riconobbero che essi erano confluiti nella nazione italiana e che il loro regno, una volta convertito al cattolicesimo, era a tutti gli effetti un regno italiano. Ma questa visione venne completamente ribaltata all’inizio dell’Ottocento. La posizione più nota è quella di Alessandro.
Manzoni, che sceglie proprio la caduta del regno longobardo come tema del suo dramma Adelchi.
Per Manzoni era ovvio che anche i Longobardi erano stati dei dominatori stranieri, che la popolazione italiana dell’epoca, ridotta in servitù dai barbari, li aveva odiati e non si era mai fusa con loro: nell’Adelchi ci sono pagine potenti sulla contrapposizione fra i biondi padroni stranieri e il «volgo disperso» dei Romani sottomessi. Per di più il Manzoni è cattolico, e vede nel papato la vera forza spirituale che può guidare l’Italia; i frequenti scontri politici fra i re longobardi e i papi del loro tempo sono per lui la prova che l’epoca longobarda è stata un periodo negativo della storia d’Italia.
Fusione culturale e riflessioni storiche
Oggi non c’è più dubbio che i Longobardi e i Romani al tempo della caduta del regno si erano già fusi in un unico popolo, e che nell’Italia di allora non c’era alcuna traccia dell’antagonismo etnico descritto nell’Adelchi. La storia della “questione longobarda” serve comunque a ricordarci che l’agenda politica del momento e le ideologie in cui viviamo immersi condizionano il nostro modo di guardare alla storia, e anche noi rischiamo, senza saperlo, di esserne vittime.
Domande da interrogazione
- Qual è stato il ruolo dei Longobardi nella formazione della nazione italiana?
- Come sono stati percepiti i Longobardi rispetto ad altri popoli barbari in Europa?
- Qual è stata la posizione di Alessandro Manzoni riguardo ai Longobardi?
- Qual è la visione moderna sulla fusione tra Longobardi e Romani?
I Longobardi sono stati a lungo considerati una componente della nazione italiana, specialmente dopo la loro conversione al cattolicesimo, ma nel tempo questa visione è stata messa in discussione, come evidenziato da Manzoni che li vedeva come dominatori stranieri.
A differenza dei Goti in Spagna e dei Franchi in Francia, i Longobardi in Italia hanno avuto un giudizio più incerto, spesso visti come arretrati e violenti, con un cattivo rapporto con Roma.
Manzoni considerava i Longobardi come dominatori stranieri e sottolineava l'odio della popolazione italiana dell'epoca nei loro confronti, vedendo nel papato la vera forza spirituale per l'Italia.
Oggi si ritiene che al tempo della caduta del regno longobardo, Longobardi e Romani si fossero già fusi in un unico popolo, senza tracce dell'antagonismo etnico descritto da Manzoni.