Concetti Chiave
- I Longobardi, popolo germanico, invasero l'Italia nel VI secolo, stabilendo Pavia come capitale.
- La regione Lombardia prende il nome dai Longobardi, con influenze visibili nel dialetto lombardo.
- Inizialmente violenti, col tempo i Longobardi adottarono la cultura romana, inclusa la scrittura in latino.
- L'Editto di Rotari fu la prima raccolta scritta di leggi longobarde, precedentemente tramandate oralmente.
- La conversione al cattolicesimo portò a relazioni amichevoli con la Chiesa, contribuendo alla formazione dello Stato Pontificio.
Indice
Invasione longobarda in Italia
Nella seconda metà del VI secolo, pochi anni dopo la morte di Giustiniano, l’Italia fu invasa dai Longobardi, un popolo germanico proveniente dalla Pannonia, l’attuale Ungheria, e già conosciuto dai Romani. Nel giro di un secolo essi conquistarono quasi tutta l’Italia settentrionale e centrale e fissarono a Pavia la capitale dei loro possedimenti.
Fu proprio dai Longobardi che la regione delimitata dai fiumi Po, Mincio e Ticino prese il nome di Lombardia. Inoltre chiare testimonianze dei Longobardi restano nella nostra lingua, particolarmente nel dialetto lombardo. I Longobardi erano organizzati in tribù e vivevano di razzie, caccia e allevamento. La loro dominazione fu molto dura: città e campagne vennero saccheggiate e ai proprietari romani furono tolte le loro terre.Contributi culturali e sociali
Con il trascorrere del tempo, però, i rapporti tra vincitori e vinti migliorarono. Dai Romani, i Longobardi impararono a costruire edifici e acquedotti e a organizzare i trasporti e i rifornimenti. Impararono a leggere e a scrivere il latino e iniziarono a mettere per iscritto le leggi e documenti. In particolare, in latino venne scritto l’Editto di Rotari ( dal nome del re longobardo di quel tempo), ossia una raccolta di leggi che fino ad allora erano state tramandate a voce.
Abilità artigianali e conversione
I Longobardi furono abilissimi nella lavorazione di metalli, affidata ad artigiani che si spostavano di villaggio in villaggio; essi conoscevano tecniche di lavorazione molto raffinate, come quella dello smalto, dell’incastonatura di pietre preziose e dello sbalzo. Con la conversione al cattolicesimo, avvenuta per impulso dalla regina Teodolinda, i Longobardi giunsero a riconoscere l’autorità del Papa e il Papa a sua volta accettò l’autorità dei re longobardi. I Longobardi vollero rinsaldare l’amicizia con la Chiesa donando al Pontefice alcuni territori conquistati nelle vicinanze di Roma. Nasceva così lo Stato Pontificio.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze dell'invasione longobarda in Italia?
- Come si evolsero i rapporti tra Longobardi e Romani nel tempo?
- Quali furono i contributi dei Longobardi in ambito artigianale e religioso?
L'invasione longobarda portò alla conquista di gran parte dell'Italia settentrionale e centrale, con Pavia come capitale. La dominazione fu dura, con saccheggi e confisca delle terre ai proprietari romani.
Col tempo, i rapporti migliorarono. I Longobardi appresero dai Romani tecniche di costruzione e organizzazione, impararono il latino e iniziarono a scrivere leggi e documenti, come l'Editto di Rotari.
I Longobardi erano esperti nella lavorazione dei metalli, utilizzando tecniche avanzate. La conversione al cattolicesimo, promossa dalla regina Teodolinda, portò al riconoscimento reciproco tra Longobardi e Papa, contribuendo alla nascita dello Stato Pontificio.