Concetti Chiave
- Nella prima metà del XIV secolo, l'Europa raggiunse una popolazione di 85 milioni, favorendo l'espansione delle aree coltivabili grazie a innovazioni come la rotazione triennale e l'aratro pesante.
- Ripetuti cattivi raccolti e limitate risorse dei pascoli portarono a una crisi agricola, riducendo la disponibilità di forza animale e letame, essenziali per l'agricoltura medievale.
- La diminuzione della fertilità dei terreni e delle rese produttive rese la popolazione vulnerabile alle carestie durante le avversità meteorologiche.
- L'espansione agricola a discapito di pascoli e boschi aggravò la crisi, riducendo il legname disponibile per costruzioni e riscaldamento, essenziale per la civiltà medievale.
- L'Europa medievale era sovrappopolata, con regioni come la Francia che faticavano a mantenere un equilibrio tra risorse disponibili e popolazione crescente.
Indice
Popolazione e innovazioni agricole
Nella prima metà del XIV secolo, l'Europa aveva raggiunto un livello di popolazione pari a 85 milioni di abitanti. Ciò aveva permesso di fare in modo che la popolazione estendesse le aree coltivabili, così da stabilire un rapporto proporzionato tra produzione e ambiente. Questo fu dato anche dalle grandi invenzioni che furono introdotte, per esempio la rotazione triennale, il mulino, l'aratro pesante, per citarne alcune.
Crisi agricola e meteo avverso
Ciò che però ruppe questo delicato legame fu un ciclo di ripetuti cattivi raccolti che misero a dura prova l'agricoltura di quel periodo. In primo luogo i contadini trovavano sempre più difficoltà nell'allevamento, il cui livello era sceso notevolmente.
I bovini e i cavalli servivano come traini per poter muovere mezzi pesanti come l'aratro stesso; la causa era data dalla quantità limitata di risorse fornite dai pascoli. La forza umana non era sufficiente, pertanto ci si doveva affidare alla forza animale. Anche la disponibilità di letame scese notevolmente e ciò portò ovviamente a una riduzione della fertilità dei terreni. Il sistema agricolo risentì tanto di questa crisi: avendo sempre meno terreni fertili, anche la resa produttiva scendeva, si tese quindi ad un abbassamento delle rese medie.
Perciò quando si trattava di affrontare condizioni meteorologiche dure, la carestia si faceva sentire sempre di più, considerando che i rendimenti erano già scesi. La crisi agraria toccò il culmine quando le avversità metereologiche divennero sempre più permanenti.
Impatto su pascoli e boschi
Parallelamente a ciò, la crisi colpì soprattutto i pascoli e i boschi. Bisogna tener conto in paticolare del fatto che l'agricoltura era stata più estensiva che intensiva, quindi ciò significò allargare le aree coltivabili a spese dei pascoli e dei boschi.
Se, infatti, dovevano farne i primi le spese, l'allevamento scarseggiò notevolmente e di conseguenza la disponibilità di energia animale diminuì, inoltre la civiltà medievale era la civiltà del legno, per cui dai boschi veniva procurato il legno necessario per costruire strumenti, case, imbarcazioni, per il riscaldamento, cuocere alimenti. Pertanto si procedette al divieto dei disboscamenti e ad importare il legname dalle regioni baltiche.
Sovrappopolazione e risorse limitate
Da non dimenticare inoltre che il Continente europeo era in parte sovrappopolato: alcune aree, come per esempio la Francia, possedevano un numero enorme di abitanti,che ovviamente andava un po' a contrastare l'equilibrio che doveva stabilirsi da risorse e popolazione.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali della crisi agricola medievale nel XIV secolo?
- Come influì la sovrappopolazione europea sulla crisi agricola?
- Quali misure furono adottate per affrontare la scarsità di legname durante la crisi?
La crisi agricola medievale fu causata da una serie di cattivi raccolti, difficoltà nell'allevamento, riduzione della fertilità dei terreni e condizioni meteorologiche avverse, che portarono a una diminuzione delle rese produttive.
La sovrappopolazione, in particolare in aree come la Francia, contribuì a squilibrare il rapporto tra risorse disponibili e popolazione, aggravando la crisi agricola.
Per affrontare la scarsità di legname, si vietarono i disboscamenti e si iniziò a importare legname dalle regioni baltiche.