Concetti Chiave
- La crisi demografica in Europa nel Trecento fu causata principalmente da carestie ricorrenti, guerre devastanti e una grave epidemia di peste.
- L'abbandono dei villaggi fu un fenomeno diffuso, con percentuali variabili di scomparsa, come il 40% in Sardegna e Sicilia.
- La peste del 1346-51 fu una pandemia che ridusse drasticamente la popolazione europea e colpì in particolare le aree urbane.
- La scienza medievale suggeriva di eliminare i rifiuti e isolare le zone infestate per limitare la diffusione della peste.
- Gli Ebrei furono ingiustamente accusati di diffondere la peste, subendo persecuzioni violente e pogrom in diverse regioni europee.
Cause della crisi demografica
Indice
Crescita e crisi demografica
La crescita della popolazione europea iniziò verso l’anno Mille. Continuò fino a inizio Trecento, quando raddoppiò: dai 40 milioni del 1000 ai circa 80 del 1300. Per sfamare la numerosa popolazione, nuove aree vennero messe a coltura.
Carestie e abbandono dei villaggi
In mancanza di un’adeguata concimazione, i raccolti risultarono sempre più magri. Una serie di annate molto piovose culminò con la carestia del 1315-17. La produzione agricola non era più per la popolazione: molta gente moriva di fame. Meno persone si occupavano dei campi, quindi un’ulteriore riduzione dei raccolti e un aumento dei morti per denutrizione. Nel Trecento l’Europa fu colpita da una carestia ogni dieci anni. Ciò causò migliaia di vittime.
La conquista di nuove terre sviluppatasi dal X secolo fa invertita nel Trecento con l’abbandono dei villaggi. Questo fenomeno ebbe una consistenza diversa in ogni area: in Sardegna e in Sicilia scomparve il 40% dei villaggi, mentre nel Vercellese il 20% e in Toscana 10%. I villaggi abbandonati erano frequenti in tutta Europa.
Guerre e peste
Oltre alle carestie, a determinare una vera e propria crisi demografica concorsero altre due cause:
le guerre che fecero migliaia di vittime e devastarono le campagne;
una epidemia di peste.
La peste del 1346-51 ha ridotto la popolazione europea. Fermò la crescita demografica dell’Europa fino al secolo successivo. Le conseguenze della peste furono più gravi sulla popolazione urbana. Lì i fattori di contagio erano maggiori che in campagna. Infatti, le persone vivevano a stretto contatto e vi era una scarsa igiene.
Diffusione della peste
Nel 1346, la colonia di Caffa fu attaccata dai Tartari. Tra di essi scoppiò improvvisamente la peste. Per prendere la città, catapultarono oltre le mura i corpi dei compagni morti. L’epidemia si diffuse tra gli accerchiati, che si arresero. Alcuni fuggirono sulle navi che andavano in Occidente e in Italia. In questo modo, portarono lì il contagio.
La peste si diffuse a Costantinopoli, a Genova, a Venezia e in Sicilia. Dilagò rapidamente nell’Africa del Nord, in Medio Oriente e in Europa. Questa fu una pandemia (un’epidemia a larghissima estensione).
La peste durò fino al 1351. Gli ultimi casi si ebbero nel 1353. L’epidemia uccise quasi 1/3 della popolazione. Tra la metà del Trecento e il Seicento, però, la peste si ripresentò in Europa ogni otto anni circa. L’Europa faticò a riprendersi dalla crisi demografica: solo nel Cinquecento riavrà la stessa popolazione dell’inizio del Trecento.
Tipi di peste
La peste si può presentare in tre modi:
bubbonica: si manifesta nelle ghiandole inguinali o ascellari provocando tumefazioni, note come bubboni;
polmonare: quando sono interessati i polmoni;
setticemica: si manifesta con emorragie cutanee che provocano chiazze nere. Da qui deriva l’espressione peste nera. Per altri significa “terribile”. Prevede febbri alte, emicranie e deliri e, entro 24 ore, la morte.
Nel Trecento si diffusero la peste bubbonica e quella setticemica. In Europa non giunse mai la peste polmonare.
Cause e prevenzione della peste
Oggi sappiamo che la peste è provocata da un bacillo, la Pasteurella pestis, che si sviluppa nei ratti comuni. La pulce, parassita del topo, può succhiare il suo sangue e con esso il bacillo.
Spostandosi sull’uomo, può inoculare il batterio con il morso o per via aerea (per la forma polmonare). Appare saggia l’indicazione della scienza medievale di rimuovere i mucchi di immondizia: le città erano un ambiente ideale per ratti e parassiti. Lungimirante fu chiudere le porte ai provenienti dalle zone infestate, in particolare ai mercanti.
Gli uomini medievali interpretarono questo flagello come la manifestazione della collera divina.
La medicina riteneva che la malattia fosse legata alla “corruzione dell’aria”. Si consigliava di evitare l’aria sopra le acque stagnanti e gli acquitrini, e di eliminare i cumuli di sporcizia. Ci si sciacquava con acqua e aceto, o si bruciavano sostanze odorose per disinfettare. Erano sconsigliati il movimento e l’attività sessuale, che dilatavano i pori e facevano inspirare una maggiore quantità d’aria.
Si suggeriva di sistemare i malati su un soppalco: si sospettava che l’aria calda, che si sposta verso l’alto, fosse causa di contaminazione. Contraddittoriamente, si accendevano fuochi perché il fumo purificasse l’ambiente. Si aprivano le finestre perché l’aria fresca nuoce alla peste, ma l’aria della città era considerata pericolosa.
Reazioni sociali alla peste
Alla ricerca di un colpevole contro cui sfogarsi, le popolazioni si scagliarono contro gruppi sociali emarginati. Tra questi vi erano gli Ebrei, accusati di aver assassinato Gesù Cristo e non tollerati per la loro diversità. Circolò la voce che avvelenassero l’acqua dei pozzi e l’aria col veleno, e che diffondessero la peste per odio contro i cristiani. In generale, si riteneva la peste una manifestazione della collera divina per la malvagità degli uomini.
Dei penitenti, i flagellanti, fustigavano il proprio corpo per il perdono di Dio, e invitavano a imitarli. Quando ci si accorgeva che non bastava a far cessare il contagio, i flagellanti si scagliavano sulle comunità israelitiche locali. Migliaia di Ebrei morirono nei pogrom (persecuzioni avvenute soprattutto in Francia, Svizzera e Germania).
Persecuzioni contro gli Ebrei
Le persecuzioni antisemitiche avevano motivazioni profonde e diverse. Le leggi impedivano agli Ebrei di svolgere una serie di professioni, ed essi erano obbligati a darsi ad attività odiose per la popolazione, come il prestito a usura. Gli Ebrei erano considerati commercianti abili e pericolosi concorrenti. L’aristocrazia, eliminando gli Ebrei, intendeva estinguere i propri debiti.
Le autorità ecclesiastiche giustificavano le persecuzioni contro gli Ebrei sulla base della tradizione cristiana che li indicava come assassini di Cristo. Tuttavia il papa Clemente VI si pronunciò contro i pogrom.
Ambiguità delle autorità
I sovrani laici mantennero un atteggiamento ambiguo. In Germania il regnante locale concedeva protezione agli Ebrei, ma li considerava suoi servi: poteva imporre loro una tassa cospicua, disporre dei loro crediti o venderli.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali cause della crisi demografica in Europa nel Trecento?
- Come si diffuse la peste in Europa nel 1346-51?
- Quali furono le reazioni degli uomini medievali di fronte alla peste?
- Perché gli Ebrei furono presi di mira durante la peste?
- Quali furono le conseguenze a lungo termine della peste sul demografia europea?
Le principali cause furono le carestie, le guerre, e una devastante epidemia di peste che ridusse significativamente la popolazione europea.
La peste si diffuse in Europa quando i Tartari, durante l'assedio della colonia di Caffa, catapultarono i corpi dei compagni morti per la peste oltre le mura, diffondendo così l'epidemia tra gli assediati e successivamente in Occidente tramite le navi.
Gli uomini medievali interpretarono la peste come una manifestazione della collera divina, adottando misure basate sulla credenza della "corruzione dell'aria" e ricorrendo a pratiche come l'uso di acqua e aceto, la purificazione dell'aria con il fumo, e l'isolamento dei malati.
Gli Ebrei furono accusati di avvelenare l'acqua dei pozzi e di diffondere la peste per odio contro i cristiani, diventando capro espiatorio delle paure e delle tensioni sociali esacerbate dalla crisi.
La peste causò la morte di quasi un terzo della popolazione europea e rallentò la crescita demografica fino al Cinquecento, quando l'Europa riuscì finalmente a recuperare i livelli di popolazione dell'inizio del Trecento.