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di pexolo
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Concetti Chiave

  • Il termine "feudalesimo" è stato coniato nel Settecento dall'Illuminismo e ha assunto varie definizioni storiche, da un modo di produzione a un sistema giuridico-sociale.
  • L'origine della parola "feudo" risale all'antico germanico e al latino, riferendosi inizialmente a beni concessi in cambio di servizi, evolvendosi poi in un sistema di gestione territoriale.
  • La storiografia identifica quattro fasi principali del feudalesimo, iniziando con l'età carolingia e passando attraverso la patrimonializzazione del potere pubblico fino alla formazione di una gerarchia feudale.
  • Il sistema feudale è stato storicamente visto come frammentato e anarchico, con il potere distribuito tra re, vassalli e valvassori, specialmente durante la dissoluzione dell'impero carolingio.
  • La teoria della "mutazione" postula una rivoluzione signorile tra il X e l'XI secolo, criticata per limitare fenomeni complessi a un periodo temporale troppo ristretto.

Indice

  1. Origine e definizione del feudalesimo
  2. Evoluzione storica dei rapporti vassallatico-beneficiari
  3. Fasi storiche del sistema feudale

Origine e definizione del feudalesimo

Il termine, inesistente al fenomeno, comincia ad essere usato nel Settecento dall’Illuminismo e assume poi varie definizioni, riassunte da Wickham in tre categorie di fondo: feudalesimo è uno specifico modo di produzione (Marx), feudale è l’intera società europea dei secoli X-XIII (Bloch), feudali sono le norme che regolavano le relazioni vassallatico-beneficiarie (ambito giuridico). La parola «feudo», che trae origine dall’antico germanico fihu («gregge, bestiame»), assunse presto il significato del termine latino beneficium; quest’ultimo termine, che indicava la concessione patrimoniale concessa al vassallo in cambio di un servizio, era strettamente connesso al servizio svolto e, spesso erroneamente, si è chiamato feudo il territorio ottenuto con la delega a esercitarvi poteri pubblici in luogo del compenso ottenuto per il servizio svolto.

Evoluzione storica dei rapporti vassallatico-beneficiari

Per fare chiarezza, la storiografia distingue quattro fasi in cui si sviluppò e mutò la natura dei rapporti vassallatico-beneficiari.

Fasi storiche del sistema feudale

1. In età carolingia (I fase), tali legami si costituiscono fra il sovrano e i suoi funzionari, ma restano distinti dalla delega del potere regio a esercitare poteri pubblici su un determinato territorio.

2. Fra IX e X secolo (II fase), con la fine dell’impero carolingio, l’aristocrazia (conti, duchi, marchesi) «patrimonializza» il territorio ricevuto in gestione e il beneficio connesso all’incarico, cosicché diviene dinasta nell’ambito del proprio territorio, continuato a gestire in base al sistema vassallatico-beneficiario ma in scala più ridotta.

3. Tra l’XI e il XII secolo (III fase

storiografia di fine Ottocento riteneva che un sistema di potere pubblico così frammentato (re-vassalli-valvassori-valvassini), a motivo della debolezza del potere centrale, potesse essere accostato al concetto di «anarchia». Agli inizi del Novecento la tesi della storiografia francese e tedesca (sposata dallo stesso Bloch), pur mantenendo una considerazione negativa del sistema, attribuì la causa dell’anarchia non alla cessione del potere pubblico dall’alto ma allo spontaneo sviluppo dei poteri locali, su cui giocarono un ruolo primario l’istituto dell’immunità e la patrimonializzazione del potere pubblico da parte delle famiglie dei funzionari. La cosiddetta teoria «mutazion' data-video-id='), controllando il territorio affidatogli dal proprio castello, anche il vassallo del conte, del duca o del marchese comincia a patrimonializzarlo; ciò comporta la massima frammentazione del potere pubblico.
4. Dal XII secolo in poi (IV fase) il potere gerarchico si ricostituisce all’interno di nuove compagini territoriali e viene riordinato, secondo una «piramide feudale» che sottende una rete gerarchica di rapporti feudo-vassallatici, attraverso nuovi strumenti giuridici che vengono a costituire il diritto feudale.
La storiografia di fine Ottocento riteneva che un sistema di potere pubblico così frammentato (re-vassalli-valvassori-valvassini), a motivo della debolezza del potere centrale, potesse essere accostato al concetto di «anarchia». Agli inizi del Novecento la tesi della storiografia francese e tedesca (sposata dallo stesso Bloch), pur mantenendo una considerazione negativa del sistema, attribuì la causa dell’anarchia non alla cessione del potere pubblico dall’alto ma allo spontaneo sviluppo dei poteri locali, su cui giocarono un ruolo primario l’istituto dell’immunità e la patrimonializzazione del potere pubblico da parte delle famiglie dei funzionari. La cosiddetta teoria «mutazion'>
ista», che attribuisce ad un breve periodo, compreso tra la fine del secolo X e la metà dell’XI, lo svilupparsi di una «rivoluzione signorile» in cui i funzionari regi perdono effettivamente il controllo sui propri territori, è stata criticata in quanto considera fenomeni di ampia durata entro limiti temporali troppo stringenti.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine etimologica del termine "feudalesimo"?
  2. Il termine "feudalesimo" deriva dall'antico germanico "fihu" che significa "gregge, bestiame" e si è evoluto per indicare il "beneficium" latino, una concessione patrimoniale in cambio di un servizio.

  3. Come si svilupparono i rapporti vassallatico-beneficiari durante l'età carolingia?
  4. In età carolingia, i legami vassallatico-beneficiari si costituivano tra il sovrano e i suoi funzionari, rimanendo distinti dalla delega del potere regio su un territorio specifico.

  5. Quali cambiamenti avvennero tra il IX e il X secolo nel sistema feudale?
  6. Tra il IX e il X secolo, con la fine dell'impero carolingio, l'aristocrazia iniziò a patrimonializzare i territori ricevuti, gestendoli come dinasti locali secondo il sistema vassallatico-beneficiario.

  7. In che modo la storiografia del Novecento interpretava l'anarchia del sistema feudale?
  8. La storiografia del Novecento attribuiva l'anarchia non alla cessione del potere dall'alto, ma allo sviluppo spontaneo dei poteri locali, influenzato dall'istituto dell'immunità e dalla patrimonializzazione del potere pubblico.

  9. Come si è evoluto il potere gerarchico dal XII secolo in poi?
  10. Dal XII secolo, il potere gerarchico si è ricostituito in nuove compagini territoriali, organizzato secondo una "piramide feudale" e regolato da nuovi strumenti giuridici che hanno costituito il diritto feudale.

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