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Concetti Chiave

  • Nel 1300, l'Europa affrontò il rallentamento economico e demografico, aggravato dalla peste, che decimò un terzo della popolazione.
  • La cattività avignonese segnò il trasferimento della sede papale ad Avignone tra il 1309 e il 1377, scatenando tensioni tra papato e regni europei.
  • La Guerra dei Cent'Anni (1337-1453) tra Francia e Inghilterra vide l'ascesa delle monarchie nazionali, culminando con la riscossa francese grazie a Giovanna d'Arco.
  • La Reconquista, durata 750 anni, portò alla riconquista dei territori cristiani in Spagna, culminando nel 1492 con la caduta di Granada.
  • Il Rinascimento italiano, avviato dalla pace di Lodi nel 1454, segnò una rinascita culturale e artistica, sostenuta dal mecenatismo dei signori italiani.

La peste

Indice

  1. L'inizio della peste in Europa
  2. Diffusione e impatto della peste
  3. Conseguenze sociali ed economiche
  4. Cattività avignonese e crisi del papato
  5. Conflitto tra papato e monarchie
  6. Guerra dei cent'anni: prima fase
  7. Guerra dei cent'anni: seconda fase
  8. Guerra dei cent'anni: terza fase
  9. La reconquista e i regni iberici
  10. Regno di Portogallo e Castiglia
  11. Regno di Aragona e unificazione
  12. Caduta di Costantinopoli e impero ottomano
  13. Nascita delle signorie italiane
  14. Ducato di Milano e i Visconti
  15. Vespri siciliani e regno di Sicilia
  16. Italia del '400 e pace di Lodi

L'inizio della peste in Europa

Agli inizi del 1300, in Europa, ci fu un notevole rallentamento dell’espansione economica e demografica iniziata nell’XI secolo.

Terminarono le opere di dissodamento dei terreni, i raccolti divennero scarsi e le carestie quindi sempre più frequenti.

La popolazione era particolarmente indebolita, e questo favorì l’apparizione di un’epidemia che non si manifestava da cinque secoli: la peste.

Diffusione e impatto della peste

Il morbo, altamente mortale (con un tasso di mortalità tra il 60 e il 100%), veniva trasmesso all’essere umano attraverso le pulci del topo nero, perché succhiando il suo sangue assumeva anche il batterio.

Si pensa che l’origine dell’epidemia fosse un focolaio permanente di peste situato ai piedi dell’Himalaya, dove il bacillo aveva trovato condizioni ideali.

Fu portata poi in Cina nel 1331, in Kazakistan nel 1338, a Samarcanda nel 1342 e a Caffa, colonia di Genova in Crimea, nel 1346. Da Caffa i genovesi sparsero il contagio in tutto il Mediterraneo.

Conseguenze sociali ed economiche

Nei due anni successivi la malattia si attenuò fino a spegnersi, spazzando via un terzo della popolazione del continente.

Le vittime principali furono i poveri, per via dell’alimentazione insufficiente e squilibrata (carenza di proteine e vitamine), e le condizioni ambientali decisamente insalubri delle città medievali.

Le teorie più accreditate di allora in campo epidemiologico erano quelle della medicina greco-romana, che interpretava la pestilenza come “malattia dell’aria”, e araba, che invece pensava fosse una influenza degli astri.

Considerato che i medici veri e propri erano una rarità, la peste si combatteva con il riposo quasi assoluto, una dieta ferrea e nubi aromatiche per purificare il corpo.

La diffusione della malattia influenzò profondamente la mentalità collettiva, creando un isterismo generale combattuto con amuleti, sortilegi e qualsiasi cosa che potesse alimentare fiducia in una protezione soprannaturale.

Cattività avignonese e Grande Scisma

Cattività avignonese e crisi del papato

Per cattività avignonese si intende il trasferimento della sede papale da Roma ad Avignone, negli anni dal 1309 al 1377.

Conflitto tra papato e monarchie

Nel corso del XIV secolo ci fu una crisi del papato e dell’impero coincidente con la nascita delle monarchie nazionali, con protagonisti il papa Bonifacio VIII e il sovrano di Francia Filippo IV, detto il Bello. Quest’ultimo, a causa della guerra contro l’Inghilterra, aveva bisogno di finanziamenti: impose pesanti tassazioni agli ecclesiastici senza l’assenso del pontefice, il quale fece in modo che gli ecclesiastici si opponessero.

Si aprì così lo scontro tra la Corona e il papato che causò la cattività avignonese.

Dopo l’arresto per lesa maestà di un vescovo, Bonifacio VIII scrisse una bolla intitolata “Asculta fili” al sovrano in cui ricordava tutti i doveri del buon cristiano.

Filippo si appellò alla nazione e convocò per la prima volta nella storia di Francia gli Stati generali (1302), un’assemblea comprendente clero, nobiltà e borghesia cittadina.

Il papa rispose con un’altra bolla, “Unam sanctam”, nella quale ribadiva i principi teocratici su cui si fondava il potere temporale del papa.

L’uomo di fiducia del re, Nogaret, si recò ad Anagni nel 1303 e riuscì a prendere in ostaggio il papa, leggenda vuole schiaffeggiandolo (schiaffo di Anagni).

Concluso con la morte del pontefice il conflitto tra Bonifacio VIII e Filippo IV, il papato cercò di sanare i rapporti con la Francia eleggendo un papa francese, Clemente V. Il nuovo pontefice si rifiutò di tornare a Roma per la consacrazione, che avvenne in Francia (Lione), e trasferì la sede papale ad Avignone, territorio appartenente ai sovrani di Sicilia, vassalli della Chiesa.

Fino al 1376, si succedettero sette papi francesi ad Avignone, dove questi potevano essere protetti dal re di Francia ed evitare gli attacchi dell’Impero.

Durante la guerra dei 100 anni, ne 1377, Gregorio XI rispostò la sede papale a Roma malgrado l’opposizione francese.

Alla sua morte, nel 1378, venne eletto un pontefice italiano per via del clamore del popolo di Roma: Urbano VI. Proprio per il clima in cui si svolse l’elezione, i cardinali francesi la fecero dichiarare nulla e nominarono a Fondi Clemente VII, che pose la sede di nuovo ad Avignone.

La chiesa si ritrovò quindi con due papi e due collegi cardinalizi, e i vari Stati europei dovettero scegliere quale seguire: Germania, Inghilterra, Fiandre, Polonia, Ungheria, Stati italiani riconobbero Urbano VI; Francia, Regno di Napoli, Scozia e Regni Iberici invece si schierarono con Clemente VII.

Nel 1409 le due parti si riunirono in concilio a Pisa ed elessero, dopo aver scomunicato il papa romano e quello avignonese, un terzo papa: Alessandro V.

Urbano VI e Clemente VII, però, non si dimisero, quindi ci furono tre pontefici contemporaneamente.

Durante il Concilio di Costanza (1414-1417), grazie all’iniziativa del sovrano Sigismondo di Lussemburgo e del nuovo papa Giovanni XXIII (successore Alessandro V), i tre pontefici abdicarono e al loro posto fu eletto Martino V.

Guerra dei cent’anni

-Prima fase

Guerra dei cent'anni: prima fase

Nel periodo della guerra dei cent’anni, tra il 1337 e il 1453, si assistette alla nascita, nei paesi più coinvolti nel conflitto, delle monarchie nazionali: ci fu quindi un indebolimento del potere nobiliare, un’ascesa della borghesia, un ridimensionamento dei centri di potere locale, l’ampliamento del territorio della corona…

I protagonisti assoluti della guerra furono la Francia e l’Inghilterra, in contrasto a causa di complicati rapporti feudali: il re d’Inghilterra Edoardo III, in quanto vassallo del re di Francia Filippo VI di Valois, deteneva vasta parte del territorio francese. Altro motivo dello scontro furono le Fiandre: un territorio legato all’Inghilterra dal punto di vista economico (si lavoravano le lane inglesi) ma politicamente alla Francia.

La tensione sfociò in aperto conflitto nel 1337 con l’arrivo in Normandia di Edoardo III, che si era proclamato legittimo re di Francia.

La prima fase della guerra fu favorevole agli inglesi, che vinsero a Crecy (1346), Calais (1347) e Poitiers (1356), presso la quale catturarono il nuovo re francese Giovanni II (“il buono”). Si concluse con la pace di Bretigny del 1360, in cui l’Inghilterra rinunciava alla corona francese ottenendo però un vasto territorio della Francia sud-occidentale.

Il segreto dei successi inglesi durante la prima fase della guerra consisteva nella tattica militare: mentre la Francia possedeva un esercito composto da cavalieri, l’Inghilterra impiegava fanti di estrazione contadina, armati di arco e frecce, le quali investirono da una lunga distanza l’esercito nemico sbaragliandolo.

-Seconda fase

Guerra dei cent'anni: seconda fase

Nel 1372 i francesi riuscirono a sconfiggere gli inglesi nella battaglia navale di Rochelle, con l’aiuto dei castigliani e bloccando i rifornimenti nemici servendosi di pirati.

Nel 1380 Carlo V (“il saggio”) riuscì a riconquistare tutti i territori francesi persi dopo Bretigny, a causa dell’incapacità militare di Giovanni di Gand, figlio di Edoardo III.

Le sconfitte inglesi, quindi, furono indicative di una crisi interna dovuta alle ribellioni che raggiunsero il culmine con la marcia su Londra del 1381.

Con l’ascesa al trono francese di Carlo VI, soprannominato “il pazzo”, scoppiò una guerra civile anche in Francia, dovuta alle ambizioni personali dei suoi due reggenti: Luigi d’Orleans e Filippo di Borgogna. La Francia, dopo l’uccisione del secondo, si spaccò in due: gli orleanisti (anti-inglesi, la nobiltà della Francia meridionale) e i borgognoni (filo-inglesi, la Francia del Nord, Parigi, gli stati generali e il popolo).

Enrico V, re d’Inghilterra, nel 1415 sconfisse i francesi (orleanisti) nella Battaglia di Azincourt e occupò la Normandia e Parigi.

Nel 1420 fu stipulata la pace di Troyes.

-Terza fase

Guerra dei cent'anni: terza fase

Quando tutto sembrava perduto per i francesi, una giovane contadina che si diceva chiamata dal Signore a una missione, Giovanna d’Arco, diventò il simbolo della loro ripresa.

Si recò dal re, Carlo VII, e riuscì ad ottenere un piccolo esercito con il quale nel 1429 liberò la città di Orleans. Voleva continuare la sua campagna e liberare l’intera Francia, però fu catturata a Parigi dai borgognoni e bruciata a Rouen.

Dopo Giovanna d’Arco si ebbe una riscossa del sentimento nazionale dei francesi, che tra il 1429 e il 1453 riuscirono a riconquistare tutti i territori, ad eccezione di Calais che rimase agli inglesi.

Reconquista

La reconquista e i regni iberici

Gli arabi avevano conquistato la penisola iberica nel 711, ad eccezione del piccolo regno cristiano (ciò che rimaneva del regno dei visigoti) di Asturie, nella Spagna del Nord. I musulmani non avevano intenzione di conquistarlo perché non pensavano che i pastori e i contadini potessero esser un problema, e da lì partì invece la rivolta (ribellione di Pelagio 718).

Con reconquista si intende il processo plurisecolare, durato 750 anni, di riconquista dei territori cristiani presi dagli arabi e che diede origine alla monarchia nazionale spagnola (regni cristiani di Portogallo, Navarra, Aragona e Castiglia). Si concluse nel 1492, e ai musulmani rimase soltanto quella che oggi è chiamata Andalusia (Regno di Granada).

Regno di Portogallo

Regno di Portogallo e Castiglia

Fu il primo a superare le difficoltà, grazie alla dinastia degli Aviz e Giovanni I che diede un forte impulso alle attività commerciali: contadini e pastori portoghesi diventarono marinai e mercanti, circumnavigando le coste dell’Africa per trovare una nuova via per l’Asia. Nel 1487 Bartolomeo Diaz raggiunse il punto più basso, Capo di Buona Speranza.

Regno di Castiglia

Contrariamente, il regno di Castiglia ampliò il suo dominio all’interno con la fondazione di nuovi insediamenti e l’assegnazione di feudi ai cavalieri, che andarono a costituire una potente nobiltà terriera. Nel ‘300 co fu una guerra civile dovuta all’aggressività della nobiltà, che aveva un peso maggiore in Castiglia.

Il potere regio e quello nobiliare riuscirono a trovare un compromessi con la periodica convocazione delle Cortes, assemblee rappresentative dei regni iberici.

Regno di Aragona

Regno di Aragona e unificazione

Aveva una regione chiamata Aragona e una Catalogna. La popolazione appartenente alla prima viveva di agricoltura e pastorizia, la seconda era costituita da mercanti e marinai, quindi notevolmente più ricca e con una politica mediterranea.

Spesso il re era aragonese: scoppio in Catalogna una guerra di secessione perché voleva separarsi dall’Aragona. Giovanni II d’Aragona combinò il matrimonio del figlio, Ferdinando d’Aragona, con Isabella di Castiglia.

1479 i due regni si uniscono formalmente sotto di loro

1492 Anno della scoperta dell’America, Granada fu espugnata (ultima città araba)

Caduta di Costantinopoli e nascita dell’impero ottomano

Caduta di Costantinopoli e impero ottomano

Nel XIII secolo, mentre i cristiani si allontanavano dalla terra santa, una tribù di turchi ottomani spinti dai mongoli arrivò in Asia Minore e sconfisse l’impero dei turchi selgiuchidi formando vari emirati.

Othman, appartenente all’emirato di Bitinia, fu il fondatore dell’impero che da lui poi prenderà il nome: dal 1301 al 1337 i turchi ottennero una serie di vittorie sui bizantini e sugli emirati circostanti. Si spinsero fino a Costantinopoli, che venne inaspettatamente salvata da Tamerlano, capo dei tartari, una tribù mongola. 1402 battaglia di Ankara e vittoria di Tamerlano.

Nel 1451 divenne sultano dei turchi ottomani Maometto II, che costruì un castello sul Mar Baltico di fronte a Costantinopoli e prese d’assedio la città eludendo la catena che la difendeva (passò per terra con le navi in una notte, dietro Galata).

L’assedio di Costantinopoli avvenne nel 1453: l’imperatore, Costantino, combatti ma venne ucciso. Subito dopo la conquista, Costantinopoli venne chiamata Istanbul, “la città”.

Maometto II nominò un nuovo patriarca, capo della chiesa ortodossa: Gennadio II. Per la prima volta nella storia un sultano, non cristiano, nominò il patriarca.

Maometto lasciò la libertà di culto e la burocrazia esattamente com’era, per garantirsi la fedeltà dei sudditi, anche quelli non convertiti all’Islam.

Clima di tolleranza, base di consenso popolare che creò un impero autorevole.

Nascita signorie

Nascita delle signorie italiane

Nel 1300 si ha la nascita delle monarchie nazionali, e anche in Italia avvenne ciò a causa della crisi dei comuni dovuta alla mancanza di partecipazione politica da parte del contado e alla lotta tra fazioni sempre più presente.

In particolare, si assistette a un contrasto tra nobiltà e popolo, ma non una lotta tra classi, bensì uno scontro politico-istituzionale che i magistrati non riuscirono a tenere sotto controllo.

Venne introdotta la figura del podestà, per abbassare la tensione e prendere decisioni imparziali, ma non riuscì a gestire la situazione perché la nobiltà prese il potere. I comuni popolari entrarono in crisi a causa della loro eterogeneità, e per mantenere una continua linea di governo nacquero le signorie, espedienti provvisori che divennero necessari per stabilizzare il gioco politico.

La figura del signore quindi, a partire dal XIII secolo, si inserì al vertice del governo cittadino grazie alle circostanze più varie: poteva essere un podestà che si era imposto, l’esponente di una famiglia prestigiosa, o un individuo che era riuscito a prendere il potere. Comunque, i signori dovevano essere legittimati sia dal “basso”, ovvero dai consigli comunali, sia dal papa o dall’imperatore, e avevano potere quasi assoluto in vece di mediatore tra i diversi interessi.

Ducato di Milano

Ducato di Milano e i Visconti

Nel XIII secolo Milano assistette a una guerra tra due fazioni per il possesso della città: i della Torre, che seguivano la credenza di Sant’Ambrogio e governarono la signoria fino al predominio della seconda fazione, i Visconti, famiglia antica ghibellina legata ad un’associazione di mercanti.

Il fondatore della dinastia può essere considerato Matteo Visconti, vicario dell’imperatore Enrico VII di Lussemburgo dal 1294, che riprese la politica di espansionismo territoriale in Italia settentrionale, allargando l’influenza viscontea sulle regioni circostanti (Lombardia, Piemonte, Emilia, Svizzera, Liguria).

Gian Galeazzo Visconti portò il dominio milanese in Veneto, Toscana, Umbria.

Sposò Isabella, figlia del re di Francia, e ottenne dall’imperatore Venceslao il titolo di duca di Milano: la città divenne quindi un ducato nel 1395.

L’improvvisa morte di Gian Galeazzo segnò il crollo del dominio visconteo, che sotto il suo successore Giovanni Maria si ridusse alla Lombardia.

Vespri siciliani

Vespri siciliani e regno di Sicilia

1258 fu incoronato re di Sicilia il figlio di Federico II, Manfredi.

Con lui ci fu una ripresa del movimento ghibellino e filoimperiale nei comuni dell’Italia centro-settentrionale, e papa Clemente IV, volendo impedire l’unione del Regno di Sicilia e d’Italia sotto un unico monarca, scomunicò Manfredi e proclamò re di Sicilia il fratello del re di Francia Carlo d’Angiò: Manfredi fu sconfitto e ucciso nella battaglia di Benevento del 1266.

Il papa chiamò proprio lui perché voleva consolidare il rapporto feudale che legava la chiesa al Mezzogiorno, e poi voleva creare attorno alla figura del nuovo sovrano una lega guelfa. 

Il regno di Sicilia passo dagli svevi tedeschi agli angioini francesi. Carlo voleva creare un vasto dominio personale che arrivasse fino a Costantinopoli: i suoi desideri non coincidevano con quelli del papa.

Gli angioini imposero un dominio molto duro, aumentando la pressione fiscale, mandando funzionari e nobili francesi totalmente estranei alla realtà dell’isola, e trasferendo la capitale da Palermo a Napoli. La nobiltà sollecitò l’intervento del re di Aragona Pietro III, considerato legittimo erede in quanto marito della figlia di Manfredi, e la tensione sfociò in una rivolta.

Chiamati i vespri siciliani perché scoppiò prima del tramonto, durante l'ora dei vespri (preghiere della sera). 

1282 il lunedì di Pasqua alcuni ragazzi palermitani si scontrarono con i soldati francesi che si trovavano in città (per vendicarsi, perché uno dei soldati aveva molestato una nobildonna siciliana).

Questa rissa fece scoppiare un moto insurrezionale in tutta la Sicilia.

La leggenda vuole che per vedere se qualcuno era francese gli facevano vedere i ceci, che non riuscivano a pronunciare bene. 

Noi non sappiamo se fu una rivolta spontanea o organizzata da qualcuno, ma i siciliani poi offrirono la corona a Pietro III d'Aragona. Aveva sposato una della casata degli svevi e voleva che la Sicilia diventasse il perno di un dominio che si estendesse a tutto il mediterraneo. Era simile alla politica di d'Angiò, solo che i sudditi di Pietro lo appoggiavano. 

Carlo era il re del regno di Sicilia, ma era subordinato al papa (vincolo feudale). 

Filippo l'Ardito guidò la crociata del papa, in Catalogna. 

Le cose sembrarono migliorare con Bonifacio VIII >1295 trattato di Anagni con cui Giacomo II (figlio di Pietro III) rinunciò alla Sicilia in cambio della Sardegna e della Corsica. Si ribellarono ancora e diedero la corona a Federico III (figlio di Giacomo). Vi è sempre il vincolo formale col papa, ma dopo un po' perse il significato. 

Il Papa decise di accettare Federico come re di Sicilia, ma a patto che alla sua morte il regno tornasse agli angioini (quindi alla chiesa). Quindi fu nominato re di Trinacria, non di Sicilia. Tutto questo avvenne con il trattato di Caltabellotta. 

Regina Giovanna I 1372 trattato di Avignone: agli aragonesi fu riconosciuto il possesso della Sicilia dal papa e lei. 

Italia del ‘400

Italia del '400 e pace di Lodi

1454 viene firmata tra gli Stati italiani la pace di Lodi, dopo una lunga guerra tra Milano, la Repubblica di Venezia e la Repubblica fiorentina (preoccupate per l'espansionismo milanese). Seconda fase: Milano e Firenze contro Venezia. 

La pace di Lodi iniziò un lungo periodo di pace, con una politica di equilibrio voluta soprattutto dai Medici di Firenze (Cosimo e poi Lorenzo il Magnifico). 

>Rinascita delle humanae littarae (studi classici), ovvero la nascita dell'Umanesimo.

Il concetto di Medioevo nacque nel 1400, perché gli umanisti criticavano il gotico.

Riscoprono la storicità dei classici, come frutto di una cultura a se stante, e non come previsione del cristianesimo> prospettivismo storico

Lorenzo Valla fu uno dei più importanti umanisti, e scoprì grazie a uno studio filologico la falsità della donazione di Costantino.

Filologia= amore per la parola

Poggio Bracciolini era uno degli umanisti cacciatori di manoscritti , scoprì tante opere classiche tra cui il "de rerum natura" (Lucrezio)- epicureismo

Arrivarono in Italia dotti. Dialoghi di Platone tradotti in latino da Marsilio Ficino.

Cosimo dei Medici regalò a Ficino la villa di Correggi per tradurre Platone, dove creerà la famosa Accademia platonica di Firenze

In questo periodo nacque anche il mecenatismo, perché i signori volevano avere a disposizione gli artisti più bravi (prestigio). Dato che gli artisti si facevano pagare, si intuisce che gli Stati nel 400 erano ricchi. 

Invenzione della polvere da sparo, della stampa (in Germania)

Rinascimento in Italia dalla pace di Lodi   

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le cause principali della diffusione della peste in Europa nel 1300?
  2. La peste si diffuse in Europa a causa di una popolazione indebolita da carestie e condizioni ambientali insalubri, e fu trasmessa attraverso le pulci del topo nero. L'epidemia si originò ai piedi dell'Himalaya e si diffuse attraverso rotte commerciali fino a Caffa, da dove i genovesi la portarono nel Mediterraneo.

  3. Cosa fu la cattività avignonese e quali furono le sue conseguenze?
  4. La cattività avignonese fu il trasferimento della sede papale da Roma ad Avignone dal 1309 al 1377, causato da un conflitto tra il papato e la corona francese. Questo periodo portò a una crisi del papato e culminò nel Grande Scisma, con la presenza di più papi contemporaneamente.

  5. Quali furono le fasi principali della Guerra dei Cent'anni e i suoi protagonisti?
  6. La Guerra dei Cent'anni, tra il 1337 e il 1453, vide la Francia e l'Inghilterra in conflitto per questioni territoriali e dinastiche. La guerra si divise in tre fasi principali: la prima favorevole agli inglesi, la seconda con una ripresa francese, e la terza caratterizzata dalla riscossa francese guidata da Giovanna d'Arco.

  7. Come si sviluppò la Reconquista nella penisola iberica?
  8. La Reconquista fu un processo durato 750 anni per riconquistare i territori cristiani occupati dagli arabi, culminando nel 1492 con la caduta di Granada. Portogallo, Castiglia e Aragona furono i principali regni coinvolti, con il Portogallo che si espanse commercialmente e la Castiglia e l'Aragona che si unirono attraverso il matrimonio di Ferdinando e Isabella.

  9. Quali furono le conseguenze della caduta di Costantinopoli nel 1453?
  10. La caduta di Costantinopoli segnò la fine dell'Impero Bizantino e l'inizio dell'Impero Ottomano sotto Maometto II. La città fu rinominata Istanbul e divenne un centro di tolleranza religiosa e amministrativa, consolidando il potere ottomano nella regione.

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