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Concetti Chiave

  • L'economia dei secoli VI-X è vista da alcuni come un'invenzione germanica, mentre altri la collegano alle tradizioni romane.
  • Pirenne attribuisce il cambiamento economico all'ascesa dell'impero arabo, che ha isolato l'Europa dall'Oriente e spostato il baricentro politico verso il Nord.
  • Karl Polanyi sottolinea l'importanza delle istituzioni nel promuovere l'economia, sostenendo che l'impero ha incentivato l'iniziativa privata tramite infrastrutture e città.
  • Il passaggio dalla moneta aurea a quella argentea è visto da Pirenne come un segnale di crisi economica, mentre Grierson lo interpreta come un segno di ripresa sotto Carlo Magno.
  • L'analisi economica di questo periodo secondo Polanyi non dovrebbe basarsi su categorie moderne, ma considerare l'influenza delle strutture istituzionali dell'epoca.

Indice

  1. L'economia medievale e le sue interpretazioni
  2. Il ruolo delle istituzioni e dell'impero
  3. La transizione monetaria e le sue implicazioni

L'economia medievale e le sue interpretazioni

L’economia dei secoli VI-X, ripiegata sulla terra e sull’autosufficienza, fu letta da alcuni storici come un’invenzione germanica e da altri in continuità con le forme romane; secondo Pirenne, storico belga, determinante fu l’ascesa dell’impero arabo, che trasformando il Mediterraneo in un «lago musulmano» aveva isolato l’Europa dall’Oriente e spostato verso il Nord il baricentro della vita politica.

Il ruolo delle istituzioni e dell'impero

Tuttavia, secondo Karl Polanyi non si deve studiare l’economia di questi secoli a partire dalle categorie economiche moderne, ma considerando il peso assolutamente determinante dei condizionamenti da parte delle istituzioni: fu l’impero a incentivare l’iniziativa privata, mantenendo le condizioni (vie di comunicazione, navi, corporazioni, città) per quei meccanismi di scambio essenziali alla propria espansione politica.

La transizione monetaria e le sue implicazioni

Sul passaggio dalla moneta aurea a quella argentea, pienamente compiuto solo alla fine dell’VIII secolo, ci sono differenti interpretazioni: secondo Pirenne esso è il segnale della crisi, ossia del passaggio a un’economia chiusa, secondo Grierson, invece, dato che nel V secolo c’era stata un’interruzione nella produzione monetaria, divenute le monete auree un oggetto di lusso e tramontato ormai l’uso frequente della moneta negli scambi, la coniazione di monete argentee da parte di Carlo Magno era anzi un sintomo di ripresa economica.

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