Concetti Chiave
- Il contadino medioevale era centrale per l'economia, ma spesso disprezzato e soggetto a pregiudizi degli abitanti urbani.
- Le testimonianze dirette dei contadini sono scarse, poiché erano in gran parte analfabeti e la loro cultura era tramandata oralmente.
- Il paesaggio rurale e l'arte medioevale rappresentano l'impatto duraturo del lavoro agricolo dei contadini nel tempo.
- La letteratura dell'epoca spesso derideva i contadini, contribuendo a una connotazione negativa dei termini "villano" e "rustico".
- I contadini erano visti come superstiziosi, con pratiche pagane e uso di erbe medicinali sospettate di stregoneria.
Indice
Il ruolo del contadino medioevale
Il contadino è stato un protagonista essenziale della vita economica medioevale; spesso disprezzato ed oggetto di pregiudizi da parte degli abitanti della città, egli conduceva un’esistenza difficile fatta di difficoltà e di privazioni.
La cultura e la vita del contadino
Le notizie che abbiamo a proposito della vita del contadino medioevale sono sempre indirette; la loro viva voce non ci è giunta mai con delle apposite testimonianze; essi, chiamati anche villani o rustici, sono rimasti a lungo analfabeti e la loro cultura è sempre stata trasmessa oralmente, di generazione in generazione, e non è stata mai ritenuta degna, tale da essere fissata sui libri. Inoltre, essi sono state spesso vittime e non protagonisti dei grandi cambiamenti della storia e le grandi decisioni venivano prese sulle loro teste, ben distanti dalla campagna.
Il paesaggio e l'arte come testimonianze
Il paesaggio rurale che ci circonda è la prima testimonianza dell’attività plurisecolare del contadino perché rappresenta il risultato dell’intervento dell’uomo sull’ambiente naturale, il cui scopo è soddisfare i propri bisogni esistenziali. Anche l’arte medioevale costituisce una testimonianza. Infatti, l’arte del Medioevo rappresenta spesso, sotto forma di rappresentazione allegorica, i vari lavori agricoli accanto ai segni zodiacali che servono per simboleggiare i mesi, come si può osservare nel ciclo delle sculture di Benedetto Antelami, nel Battistero di Parma.
La satira del villano nella letteratura
Spesso, nel Medioevo, ma anche in epoca moderna, la letteratura ha come oggetto l’uomo che vive in campagna. Tuttavia, gli scrittori manifestano generalmente diffidenza, scherno o pregiudizio nei suoi confronti, dando vita ad un apposito filone letterario, denominato “satira del villano”. Gli stessi termini “rustico” o “villano” assumono ben presto una connotazione negativa. Infatti, inizialmente, il termine “villano” indicava colui che abitava la “villa”, cioè la grande unità agricola composta da campi, bosco, e pascoli, accudita dall’uomo, mentre tutt’intorno il terreno restava incolto. Anche il termine “pagano”, inizialmente, aveva un significato diverso. Esso indicava colui che abitava il “pagus”, cioè il villaggio agricolo. Proprio da qui sembra avere origine la diffidenza degli uomini istruiti ed abitanti della città, nei confronti degli abitatori delle campagne e delle aree più difficilmente raggiungibili della montagna. In tali zone, poiché i predicatori arrivano con difficoltà, esisteva meno possibilità di diffondervi il Cristianesimo per cui gli abitanti continuavano a praticare i culti pagani, come quello della fertilità, a Carnevale, degli alberi e delle fonti a cui si aggiungevano pratiche magiche, sortilegi o pratiche superstiziose. Anche l’uso delle erbe a scopo medicinale, molto diffusa fra la popolazione contadina, era considerato come una forma di stregoneria e quindi sospetto anche perché, di solito, tali conoscenze venivano trasmesse di madre in figlia.
Pregiudizi e credenze sul contadino
Gli alimenti di cui il contadino si nutriva erano rozzi, poco raffinati; essi venivano considerati più adatti ad un animale che ad un essere umano. Non va sottovalutato il fatto che nel Medioevo si credeva che la qualità dell’alimentazione influisse direttamente sull’anima e quindi anche sui sentimenti morali. Il contadino veniva, pertanto, considerato sporco, succube degli istinti più bassi, spesso litigioso e caparbio. Tuttavia, si era anche convinti che fosse molto astuto, capace di architettare raggiri ed imbrogli vari.
Domande da interrogazione
- Qual era il ruolo del contadino nel Medioevo?
- Come veniva trasmessa la cultura contadina nel Medioevo?
- Quali erano le percezioni comuni sui contadini nella letteratura medioevale?
- Quali pratiche dei contadini erano viste con sospetto?
Il contadino era un protagonista essenziale della vita economica medioevale, nonostante fosse spesso disprezzato e oggetto di pregiudizi da parte degli abitanti della città.
La cultura contadina veniva trasmessa oralmente di generazione in generazione, poiché i contadini erano spesso analfabeti e la loro cultura non era ritenuta degna di essere fissata sui libri.
La letteratura medioevale spesso manifestava diffidenza, scherno o pregiudizio nei confronti dei contadini, dando vita a un filone letterario noto come “satira del villano”.
Le pratiche come l'uso delle erbe a scopo medicinale e i culti pagani erano viste con sospetto, spesso considerate forme di stregoneria o superstizione.