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Concetti Chiave

  • Il modello economico curtense favoriva il commercio locale e le fiere, ma non supportava il commercio su larga scala a causa di guadagni limitati.
  • Nonostante i guadagni modesti, c'era un continuo scambio di beni di lusso provenienti dall'Oriente, come stoffe, spezie e incenso.
  • I traffici internazionali dell'VIII e IX secolo si concentravano in aree specifiche, tra cui le città costiere italiane e le coste del mare del Nord.
  • Carlo Magno completò una riforma monetaria con l'introduzione di un sistema monometallico basato sull'argento, con il denaro come moneta base.
  • Per prevenire frodi durante le transazioni, il commercio notturno era vietato, mantenendo così la trasparenza nelle trattative.

Indice

  1. Il modello economico curtense
  2. Commercio e traffici internazionali
  3. Riforma monetaria di Carlo Magno

Il modello economico curtense

Il modello economico curtense non era adatto ad aumentare il commercio su larga scala. Nonostante ciò, data la presenza di eccessi dei prodotti agricoli e artigianali, prevedeva la pratica dello scambio ma anche quella del commercio in mercati locali e fiere dove si potevano vendere o acquistare i prodotti essenziali per la sussistenza, o i manufatti realizzati dagli artigiani. Nonostante ciò, i guadagni non erano tali da arricchire i mercanti di professione, come succedeva invece nell’antichità romana. Continuava però la circolazione di beni di lusso molto spesso provenienti dall’Oriente, tra i più importanti: stoffe preziose, spezie, incenso, papiro, ecc.

Commercio e traffici internazionali

I traffici internazionali fra l’VIII e l’IX secolo avvenivano in aree precise:

- In Italia, nelle città costiere controllate da Bisanzio.

- In Francia, dove mercanti ebrei commerciavano con gli arabi di Spagna;

- sulle coste del mare del Nord, abitate dai Frisi, che esercitavano un monopolio sulle merci riservate al mondo anglosassone.

Riforma monetaria di Carlo Magno

Carlo Magno terminò una fondamentale riforma monetaria iniziata da suo padre, che si basava sull'adozione di un sistema monometallico, quindi l'utilizzo solo di monete d'argento. La moneta base era il denaro, del peso di 1,7 g. Per i pagamenti più grandi esisteva anche un multiplo, la lira che valeva 240 denari, mentre non esisteva una moneta da usare negli scambi quotidiani, per i quali si effettuava ancora il baratto. Per evitare che il venditore frodasse il cliente, non si poteva commerciare di notte.

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