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di Carnek
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Concetti Chiave

  • L'elezione di Clemente V segnò l'inizio della cattività avignonese, un periodo di 70 anni in cui la sede papale fu trasferita ad Avignone sotto l'influenza francese.
  • Durante l'epoca avignonese, il papato subì una riforma amministrativa e divenne noto per la vendita di cariche ecclesiastiche e indulgenze, perdendo prestigio morale.
  • Il lusso e la gestione finanziaria opulenta della corte papale portarono a un inasprimento dei tributi alla cristianità, danneggiando l'immagine della Chiesa.
  • Roma soffrì economicamente e socialmente per l'assenza papale, culminando nella rivolta guidata da Cola di Rienzo contro i baroni locali per ristabilire l'ordine.
  • Dopo il fallimento di Cola di Rienzo, Egidio di Albornoz ristabilì l'ordine a Roma con le costituzioni egidiane, fondamentali per l'amministrazione dello Stato della Chiesa.

Indice

  1. L'elezione di Clemente V
  2. La cattività avignonese
  3. Il lusso e il vizio ad Avignone
  4. Le conseguenze per Roma
  5. La rivolta di Cola di Rienzo
  6. Il fallimento di Cola di Rienzo
  7. Il lavoro di Egidio di Albornoz

L'elezione di Clemente V

Dopo la morte di Bonifacio VIII, e il breve pontificato di Benedetto XI, venne eletto Clemente V. La lotta tra il Regno di Francia e il papato dunque si era conclusa con l’elezione di un papa Francese. Il nuovo Papa decise di trasferire la sede papale a Avignone.

La cattività avignonese

Iniziò così un periodo di lunga assenza del papato a Roma, una fase che durò 70 anni, dal 1305 al 1377, definita cattività avignonese. In questo periodo di succedettero 7 papi tutti francesi, subalterni alla politica del re.

Clemente V dimostrò subito questa sua subordinazione: fece ratificare tutte le accuse mosse contro Bonifacio VIII dal re di Francia, garantì ai francesi le preponderanza nel collegio cardinalizio e soppresse i templari i quali erano divenuti così potenti da riuscire a impensierire la monarchia.

Il lusso e il vizio ad Avignone

Nell’epoca avignonese il papato riformò il sistema amministrativo della Chiesa, rafforzandolo di nuovo personale. Nella curia si vendevano cariche ecclesiastiche e si distribuivano indulgenze a pagamento: Avignone insomma era diventata la capitale del vizio.

Il lusso e i fasti della corte papale, le spese per il mantenimento dell’edificio, le nuove costruzioni, i pagamenti degli artisti e degli artigiani strangolavano le finanze della Chiesa. Un rimedio per recuperare denaro era inasprire i tributi e le decime alla cristianità. Il mondo cattolico percepì questo come un sopruso, e il papato veniva visto sempre più lontano dalla sua missione religiosa: fu questo il punto più basso della sua storia.

Le conseguenze per Roma

La città di Roma subì gravi conseguenze per il trasferimento della sede papale ad Avignone: essa si impoverì e divenne poco più di un grande paese, senza nessun contorno politico. Non vi erano più gli uffici papali e nemmeno i pellegrinaggi che portarono ricchezza alla città negli anni passati.

La rivolta di Cola di Rienzo

Roma era abbandonata al dominio della famiglie nobiliari e alle insorgenze pubbliche. È in questa situazione che si colloca la vicenda di Cola di Rienzo, un notaio che nel 1347 si mise a capo di una rivolta contro i baroni. Il suo programma prevedeva principalmente la riorganizzazione delle milizie militari, il controllo dei prezzi, la difesa dei più deboli e la lotta appunto contro i baroni. Il suo operato sostenuto dal popolo riuscì a far calmare i prezzi e a riportar l’ordine in quel di Roma.

Il fallimento di Cola di Rienzo

Il tribuno della pace, della libertà, della giustizia e liberatore della sacra repubblica romana, come si definiva lui, aveva l’ambizione di riportare in vita la libertà romana, estendendosi per tutta la penisola. Questa politica suscitò il contrasto del papato, che in un primo momento lo aveva appoggiato. Le sue numerose ambizioni personali, tuttavia, fecero alienare anche nei suoi seguaci simpatie nei suoi confronti e allora fu costretto, dopo soli 7 mesi di governo, a fuggire da Roma vestito da frate. Cola rientrò nel 1354 a Roma ma fu riconosciuto e massacrato dalla gente.

Il lavoro di Egidio di Albornoz

Dopo di lui toccò a Egidio di Albornoz, un delegato papale, cercare di rimettere ordine a Roma. Con un lavoro di 13 anni, caratterizzato sia dall’uso della forza, che della diplomazia, riuscì a riorganizzare le terre pontificie e ad attenuare le lotte tra famiglie. Furono molto importanti le così dette costituzioni egidiane, che istituivano i principi fondamentali dell’amministrazione papale e definivano i rapporti con i poteri locali. Esse furono la base dello Stato della Chiesa.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le conseguenze del trasferimento della sede papale ad Avignone?
  2. Il trasferimento della sede papale ad Avignone portò a un periodo di 70 anni di assenza del papato a Roma, noto come cattività avignonese. Roma si impoverì, perdendo uffici papali e pellegrinaggi, e fu dominata da famiglie nobiliari e disordini pubblici.

  3. Come si manifestò la subordinazione di Clemente V al re di Francia?
  4. Clemente V dimostrò la sua subordinazione al re di Francia ratificando le accuse contro Bonifacio VIII, garantendo ai francesi la preponderanza nel collegio cardinalizio e sopprimendo i templari.

  5. Quali furono le riforme amministrative durante l'epoca avignonese?
  6. Durante l'epoca avignonese, il papato riformò il sistema amministrativo della Chiesa, vendendo cariche ecclesiastiche e distribuendo indulgenze a pagamento, trasformando Avignone nella capitale del vizio.

  7. Chi era Cola di Rienzo e quale fu il suo ruolo a Roma?
  8. Cola di Rienzo era un notaio che guidò una rivolta contro i baroni a Roma nel 1347, con un programma di riorganizzazione militare, controllo dei prezzi e difesa dei deboli, ma le sue ambizioni personali portarono alla sua caduta.

  9. Quali furono le azioni di Egidio di Albornoz a Roma?
  10. Egidio di Albornoz, delegato papale, lavorò per 13 anni per riorganizzare le terre pontificie e attenuare le lotte tra famiglie, istituendo le costituzioni egidiane che definirono i principi dell'amministrazione papale e i rapporti con i poteri locali.

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