Concetti Chiave
- I bestiari medievali erano raccolte di descrizioni allegoriche di animali, spesso con riferimenti biblici, diffusi soprattutto in Francia e Inghilterra tra il XIII e il XIV secolo.
- Questi testi si basavano su opere più antiche come il "Physiologus", che utilizzava simboli per rappresentare significati metafisici e morali.
- I bestiari sono noti per le loro dettagliate miniature, che aiutavano a trasmettere messaggi allegorici a un pubblico in gran parte analfabeta.
- Alcuni bestiari, come il "Bestiario d'Amore", si concentravano su temi non religiosi, esplorando invece rappresentazioni amorose e classificazioni naturali.
- Gli animali nei bestiari medievali avevano significati simbolici, ad esempio, la volpe rappresentava la malvagità e l'unicorno era legato alla purezza e alla figura di Cristo.

Indice
I bestiari medievali, l’origine, le caratteristiche e la diffusione dei testi sugli animali nel medioevo
I bestiari medievali erano una particolare tipologia di libri che raccoglievano descrizioni riguardo l’anatomia ed il comportamento di animali o bestie, reali o fantastici.
Essi non avevano l’intento di classificare in maniera zoologica e scientifica gli animali, bensì di darne spiegazioni moraleggianti con riferimenti tratti dalla Bibbia. I bestiari si diffusero soprattutto in Francia e in Inghilterra tra il XIII ed il XIV secolo insieme ad altri generi di raccolte simili per impostazione, ma di diverso contenuto come i Lapidari, che mostravano le virtù delle pietre e dei minerali e gli Erbari, spesso di carattere medico, che illustravano le proprietà terapeutiche delle piante.
I bestiari prendono ad esempio testi ancora più antichi come il Physiologus, un’opera enciclopedica di origine greca redatta tra il II e il III secolo d.C. da un autore ignoto ad Alessandria d’Egitto, che contiene la descrizione simbolica di animali, piante e pietre che presentati in chiave allegorica, attraverso alcune citazioni dalle sacre scritture, rimandano a significati metafisici inerenti alle realtà celesti o al comportamento dell’uomo. Questo testo ottenne grande riconoscimento in epoca medievale grazie alla traduzione in latino ad opera di Isidoro di Siviglia.
Ciò che caratterizza i bestiari è la miriade di miniature molto dettagliate ivi presenti, sia per quanto riguarda gli animali descritti, sia per quanto riguarda i temi religiosi trattati, come ad esempio la storia della creazione degli animali tratta dal libro della Genesi. Queste miniature erano essenziali per garantire una piena comprensione al popolo la cui maggioranza era analfabeta. Tra i bestiari decorati più importanti vi sono il Bestiario di Aberdeen, conservato nella biblioteca dell’omonima università scozzese e l’Ashmole 1511 della biblioteca di Oxford. Nonostante rappresentino animali realmente esistenti spesso le miniature li raffiguravano distorti, rimpiccioliti o ingigantiti, con colori insoliti poiché all’artista non interessava tanto l’aspetto naturalistico quanto piuttosto il senso allegorico che potevano assumere, così da dare anche un senso grafico all’allegoria. Nei bestiari quindi non era importante la descrizione dell’animale in sé, bensì l’interpretazione che gli veniva attribuita. L’ammonimento contenuto in questi libri è quindi quello di abbandonare i vizi e proseguire sulla strada delle virtù.
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Altri esempi di bestiari senza finalità morali
Si possono individuare bestiari che si distaccano dalla concezione religiosa. Ad esempio nel Bestiario d’Amore, scritto dal francese Richard de Fournival nel XIII secolo, l’autore esamina molteplici animali solo in funzione della propria potenziale rappresentazione amorosa. Ebbe grande fortuna ed ispirò il Libellus de natura animalium di autore ignoto, che invece tenta di confrontare e classificare gli animali divisi in quattro classi, volatili, quadrupedi, pesci e rettili, con i quattro elementi della natura (aria, terra, acqua e fuoco). Questi trattavano di animali reali e conosciuti e sono presenti molte analogie con il De materia medica di Diosocride.
Un particolare bestiario medievale del tredicesimo secolo contenente animali fantastici e creature mostruose è il Liber monstrorum de diversis generibus, il libro dei diversi generi di mostri, anch’esso accompagnato da disegni. Questo libro riporta tutti i mostri e le bestie che rientrano nel mito e nel folklore. La premessa dell’autore ci dà un’importante nozione sulla mentalità dell’uomo medievale riguardo allo “sconosciuto”. Infatti si prefigge di parlare di “mostri” non nella accezione moderna del termine, ma di creature strane e misteriose solo perché la nostra conoscenza è limitata e non è ancora nella condizione di poter conoscere tutto ciò che esiste. Non vi è quindi un ripudio delle cose oscure ma una curiosità nel cercare di comprendere fino in fondo le meraviglie del mondo. In questo libro manca la volontà di moralizzare in favore del tentativo di stupire i lettori con mirabilia, perlopiù tratti da autori latini classici. Ad esempio la balena nel mare, che nei bestiari era solita essere ricondotta al Diavolo che porta nelle profondità del mare i peccatori, non è riconosciuta come segno di sventura ma un evento affascinante che dimostra quanto poco conosciamo le creature marine.
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Alcuni esempi di animali illustrati nei bestiari medievali
Ogni animale quindi ha una propria simbologia ed ogni sua caratteristica fisica o morale ha particolari significati. Secondo la concezione della Chiesa medievale infatti la natura, nata dalla creazione divina, era ricca di significati nascosti da interpretare, in particolare agli animali venivano attribuiti aspetti negativi e positivi che sottolineavano vizi e virtù che tuttavia appartenevano alla natura dell’uomo. L’elenco degli animali trattati nei bestiari è enorme e se ne portano alcuni ad esempio. La volpe con il pelo rosso come i capelli di Giuda rappresentava la malvagità, nella lupa vedevano la cupidigia, nella sirena la tentazione, nel gatto la vanità, nel cane la fedeltà. Il grillo, animale innamorato del canto, talmente dedito alla sua passione da dimenticarsi tutto il resto tanto che si lascia morire di fame proseguendo imperterrito il suo canto. La donnola rappresenta il fedele che ascolta la parola divina ma dopo non agisce secondo i dettami cristiani. Viene raffigurata mentre concepisce attraverso la bocca e partorisce dalle orecchie. Essa era però l’unico animale in grado di sconfiggere il mitico basilisco, rappresentato il più delle volte come un gallo con la coda di serpente.
L’unicorno, mitologico cavallo con un unico corno sulla fronte, in origine era rappresentato come un capretto con un corno, irrequieto e difficile da cacciare, tanto che per poterlo catturare c’era bisogno di una vergine, la quale grazie alla sua purezza era in grado di attirare l’animale che poggiando la testa sul suo ventre si prestava ad essere catturato dai cacciatori. Vi è una chiara analogia con l'immagine di Cristo che nasce dal grembo della Vergine e poi è messo a morte, dove l’irrequietezza rappresenta l’impossibilità da parte del maligno di trattenere Cristo. Nelle rappresentazioni medievali il capretto prende le sembianze di un asino e poi di un cavallo, come sull’arazzo di Cluny, e quest’ultima immagine è quella che poi si è affermata nell’immaginario collettivo.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine e la funzione principale dei bestiari medievali?
- Quali sono alcuni dei testi di riferimento più antichi per i bestiari medievali?
- Come venivano rappresentati gli animali nei bestiari medievali?
- Esistono bestiari medievali senza finalità morali?
- Quali sono alcuni esempi di animali e il loro simbolismo nei bestiari medievali?
I bestiari medievali sono libri che descrivono animali reali o fantastici con spiegazioni moraleggianti, spesso basate su riferimenti biblici, piuttosto che su classificazioni scientifiche. Si diffusero principalmente in Francia e Inghilterra tra il XIII e XIV secolo.
I bestiari medievali si ispirano a testi antichi come il "Physiologus", un'opera enciclopedica di origine greca del II-III secolo d.C., che descrive animali, piante e pietre in chiave allegorica con significati metafisici.
Gli animali nei bestiari medievali erano spesso raffigurati con miniature dettagliate, ma distorti o con colori insoliti per enfatizzare il loro significato allegorico piuttosto che il loro aspetto naturalistico.
Sì, esistono bestiari come il "Bestiario d’Amore" di Richard de Fournival, che esamina animali in chiave amorosa, e il "Liber monstrorum de diversis generibus", che esplora creature fantastiche senza intento moralizzante.
Nei bestiari medievali, la volpe rappresenta la malvagità, la lupa la cupidigia, la sirena la tentazione, il gatto la vanità, e il cane la fedeltà. L'unicorno simboleggia Cristo, attirato dalla purezza di una vergine, analogamente alla nascita di Cristo dalla Vergine Maria.