Concetti Chiave
- La Prima Guerra Mondiale coinvolse numerosi paesi dal 1914 al 1918, con l'Europa come principale teatro di conflitto.
- Le tensioni nazionalistiche nei Balcani e l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando furono fattori scatenanti del conflitto.
- Il conflitto si trasformò in una guerra di massa, caratterizzata dall'uso di trincee, mitragliatrici e cannoni, causando milioni di morti.
- L'entrata in guerra degli Stati Uniti nel 1918 fu decisiva per il ritiro delle truppe tedesche e la conclusione del conflitto.
- Il Trattato di Versailles del 1919 ridisegnò l'assetto politico mondiale, umiliando la Germania e promuovendo la nascita di nuovi modelli politici.
Indice
L'inizio della Prima guerra mondiale
Dal 4 agosto 1914 all'11 novembre 1918 quasi tutti i Paesi si affrontarono in un conflitto che interessò tutto il mondo e dove vi fu una violenza senza precedenti: la Prima guerra mondiale che coinvolse anche il Giappone e gli Stati Uniti. L'Europa fu il centro principale in cui si imbracciarono le armi, ma si combatté anche nel vicino Oriente.
Un altro evento che scosse l'Europa fu inoltre la Questione balcanica, ovvero la rinascita del sentimento nazionale dei greci, slavi e bulgari; questo era il quadro storico all'alba del grande conflitto. Tuttavia le cause erano molto più profonde:
- le rivalità fra le potenze europee;
- le volontà di indipendenza dei popoli dominati dagli Imperi;
- i conflitti sociali delle singole nazioni.
Cause e conseguenze del conflitto
La causa scatenante che condusse al conflitto fu l'assassinio del legittimo erede al trono dell'Impero austro-ungarico, Francesco Ferdinando il 28 giugno 1914 a Sarajevo. Un mese dopo l'imperatore dichiarò guerra alla Serbia e bombardò la capitale. Otto ore dopo il bombardamento la Russia mobilitò l'esercito per aiutare la Serbia trascinando con sé le sue alleate: Francia e Gran Bretagna, mentre la Germania si schierò con l'Austria e l'Italia si dichiarò neutrale. I generali tedeschi prevedevano di sconfiggere la Francia con una guerra-lampo di sei settimane; il 4 agosto 1914 le truppe tedesche invasero il Belgio e sul finire del mese erano a soli 40 chilometri da Parigi. Però la guerra lampo fallì, i francesi riuscirono a fermare i tedeschi e a respingerli oltre il fiume Marna. Negli anni successivi i due eserciti restarono bloccati nelle trincee, fossati nei quali i soldati vivevano in condizioni pietose.
Furono introdotti i cannoni e le mitragliatrici e numerosi furono i morti. La Grande guerra era ormai una guerra di massa che coinvolse anche le industrie. La Gran Bretagna, con la sua flotta di 591 navi, bloccava nell' Atlantico i rifornimenti agli imperi centrali, la Germania reagì con i suoi sommergibili. Nel frattempo nell'impero ottomano il regime dei "Giovani turchi" si macchiò dello sterminio degli Armeni, una minoranza cristiano-ortodossa alleata con i Russi. Furono massacrati dai curdi, un'altra minoranza che di lì a poco sarebbe stata anch'essa sterminata.
L'Italia e la guerra
Quando il presidente del Consiglio Antonio Salandra e il Ministro degli Esteri Sonnino proclamarono la neutralità dell'Italia, in realtà già stavano preparando l'entrata in guerra con l'appoggio del re Vittorio Emanuele III; il problema era legato al fatto che la maggioranza del Parlamento era pacifista. Erano favorevoli all'entrata in guerra gli interventisti, come Mussolini e gli industriali. Gli interventisti convinsero l'opinione pubblica che bisognava dichiarare la quarta guerra d'indipendenza. Nel frattempo fu sancito un Trattato segreto: il Patto di Londra, un accordo segreto in base al quale in caso di vittoria l'Italia avrebbe ottenuto il Trentino, l' Alto Adige, l'Istria e l'Albania. Così il 24 maggio 1915 l'Italia dichiarò guerra all'Austria.
L' esercito era formato da un milione e mezzo di contadini non addestrati, quindi anche se l'esercito austriaco era inferiore dal punto di vista numerico, era superiore per l' esperienza e l'addestramento. Inoltre, il comandante supremo Luigi Cadorna teneva basso il morale delle truppe. Dopo le quattro prime battaglie dell'Isonzo, in cui morirono tante persone, la guerra si bloccò e proseguì nelle trincee; il 24 ottobre 1917 le difese italiane furono travolte a Caporetto. Per l'Italia fu la disfatta, per cui l'armata fu costretta a ripiegare e ad attestarsi sulla linea del fiume Piave.
La crisi economica e sociale
Nel 1917 tutte le Nazioni in guerra indistintamente subirono un vero e proprio crollo economico e morale, i civili erano ridotti alla fame e molti abbandonavano la propria terra. Le industrie producevano soltanto armamenti, divise, scarpe e farmaci spesso di cattiva qualità.
Le fabbriche erano occupate da sole operaie, veniva imposta una disciplina di tipo militare, non erano riconosciuti i diritti sindacali e nonostante tutto i lavoratori manifestavano nelle strade. La crisi fu particolarmente drammatica in Russia e le rivolte popolari costrinsero il Paese a ritirarsi dalla guerra . Lo zar fu costretto ad abdicare la Rivoluzione d'Ottobre e si instaurò una Repubblica socialista guidata dai soviet, comitati di operai e soldati; la Repubblica si affrettò ad avviare una pace separata con gli Imperi centrali. In Europa ci furono numerose proteste contro la guerra e numerosi furono gli ammutinamenti.
L'Italia seppe reagire con forza alla disfatta di Caporetto e sotto il nuovo comandante Armando Diaz le truppe italiane riuscirono a bloccare l'avanzata austriaca, sferrando la controffensiva nel corso della primavera del 1918.
Un evento decisivo stava per rovesciare la guerra, l'entrata in guerra degli Stati Uniti, decisa dal presidente Wilson. Le truppe americane sbarcarono nei primi mesi del 1918 e fecero ritirare i tedeschi dal Belgio e dalla Francia, intanto Diaz sbaragliava gli austriaci a Vittorio Veneto. Furono firmati gli Armistizi e l'11 novembre 1918 la guerra era finita.
La fine della guerra e la pace
La grande guerra aveva causato nove milioni di morti e numerosi milioni di feriti. L'opinione pubblica mondiale chiese una pace definitiva. Uno dei principi più importanti di questo periodo fu quello dell'autodeterminazione dei popoli. La Conferenza per la pace si aprì a Parigi nel gennaio 1919, prendendo in considerazione il crollo di quattro Imperi importanti: quello russo, quello turco, quello austro-ungarico e quello tedesco. L'autodeterminazione dei popoli fu concessa solo ai popoli balcanici, baltici e slavi.
Inoltre fu fondata a Ginevra la Società delle Nazioni per garantire la risoluzione pacifica delle varie controversie tra i vari popoli. La Prima guerra mondiale segnò la fine dell'egemonia europea, cessarono di esistere le monarchie a carattere ereditario e divino e si affermarono nuovi modelli politici: il comunismo e il fascismo. Intanto la Conferenza di Parigi si concluse con la stipulazione del Trattato di Versailles.
La Germania fu umiliata politicamente e distrutta dal punto di vista economico, fu ritenuta responsabile di aver generato il conflitto, dovette risarcire tutti i danni di guerra, perse le colonie e subì pesanti ridimensionamenti dal punto di vista territoriale. In Turchia invece lo smembramento dell'Impero ottomano favorì la modernizzazione del paese, essendo proclamata la Repubblica e trasferita la capitale da Istanbul ad Ankara.
Infine le potenze vincitrici calpestarono il principio di autodeterminazione dei popoli, provocando un'ondata di delusione e di risentimento. L'Egitto nel 1922 fu il primo Paese a conquistare l'indipendenza e in India a partire dal 1920 Gandhi, un uomo che credeva nella non violenza, diede vita a un movimento di indipendenza per il suo Paese.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali della Prima Guerra Mondiale?
- Qual è stato l'evento scatenante che ha portato all'inizio del conflitto?
- Come ha reagito l'Italia all'inizio della guerra e quale fu il suo ruolo successivo?
- Quali furono le conseguenze economiche e sociali della guerra?
- Quali furono gli esiti della Conferenza di pace di Parigi?
Le cause principali furono le rivalità tra le potenze europee, le volontà di indipendenza dei popoli dominati dagli Imperi e i conflitti sociali delle singole nazioni.
L'assassinio dell'erede al trono dell'Impero austro-ungarico, Francesco Ferdinando, il 28 giugno 1914 a Sarajevo, fu l'evento scatenante.
L'Italia inizialmente si dichiarò neutrale, ma successivamente entrò in guerra contro l'Austria il 24 maggio 1915, dopo il Patto di Londra.
La guerra causò un crollo economico e morale, con civili ridotti alla fame e industrie che producevano solo armamenti. In Russia, le rivolte portarono alla Rivoluzione d'Ottobre e al ritiro dalla guerra.
La Conferenza portò al Trattato di Versailles, che umiliò la Germania e favorì la modernizzazione della Turchia. Tuttavia, il principio di autodeterminazione fu calpestato, causando delusione e risentimento.