Concetti Chiave
- La fine della Prima Guerra Mondiale ha provocato gravi squilibri economici in Italia, con una transizione difficile dall'economia bellica a quella civile.
- La produzione agricola italiana ha subito un crollo a causa dell'abbandono delle campagne, aggravato dalla mancanza di manodopera maschile.
- Il periodo post-bellico è segnato da scioperi e manifestazioni operaie, che esprimono il malcontento per i bassi salari e l'instabilità economica.
- Benito Mussolini ha approfittato del caos politico per fondare il movimento fascista nel 1919, attrarre nazionalisti ed ex combattenti, e promuovere un programma violento e anti-pacifista.
- Il 28 ottobre 1922, Mussolini guidò la Marcia su Roma, ottenendo il 30 ottobre il ruolo di Capo del Governo Italiano con l'approvazione del Re.
Conseguenze economiche della guerra
La prima Guerra Mondiale aveva lasciato l’Europa stremata e indebolita per lo sforzo compiuto. Oltre ai morti e alle distruzioni, si erano aggiunte anche le difficoltà economiche, che generarono dappertutto un profondo malcontento.
In Italia si notarono forti squilibri nell’economia: nel periodo del massimo sforzo bellico infatti, tutte le risorse economiche erano state usate nell’industria pesante, concentrata nel triangolo industriale di Milano-Torino-Genova. Con la fine della Guerra le industrie del Nord erano state costrette al passaggio dall’economia bellica all’economia “normale” (quella a cui erano abituate prima della Guerra); questa operazione veniva rallentata soprattutto dal tenore di vita (cioè la ricchezza) degli Italiani: erano troppo poveri.
Crisi agricola e scioperi
La crisi colpì anche la produzione agricola, crollata a causa dell’abbandono delle campagne, rese improduttive dalla lunga assenza degli uomini, che avevano combattuto al fronte.
La situazione era molto grave tant’ è che si scatenarono una lunga serie di scioperi e di manifestazioni da parte degli operai, che chiedevano un aumento degli stipendi e una maggiore stabilità.
Ascesa di Mussolini
Dello stato di confusione di quel periodo seppe approfittarne Benito Mussolini, nato a Forlì nel 1882. Dopo essere stato espulso dal Partito socialista nel 1914 per le sue posizioni interventiste, una volta rientrato dal fronte, nel 1919 creò il movimento fascista, che nel 1921 diventò partito. Attorno a sé era riuscito a raccogliere alcuni nazionalisti, gli ex combattenti e soprattutto i giovani della media borghesia, con l’appoggio dei quali aveva fondato i “Fasci di combattimento”, che esprimevano una contrapposizione forte allo stato liberale, esaltando la violenza e l’atto individuale, inoltre manifestavano dissenso verso ogni forma di pacifismo.
Il 28 ottobre 1922 Mussolini insieme ai suoi fasci si mise in viaggio verso Roma, per acquisire il potere, il 30 ottobre 1922, con il via libera dato dal Re diventò il nuovo Capo del Governo Italiano.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze economiche della Prima Guerra Mondiale in Italia?
- Come reagirono gli operai italiani alla crisi economica post-bellica?
- Chi fu Benito Mussolini e quale ruolo ebbe nel periodo post-bellico in Italia?
La Prima Guerra Mondiale lasciò l'Italia con forti squilibri economici, poiché tutte le risorse erano state concentrate nell'industria pesante del Nord, e la transizione all'economia normale fu rallentata dalla povertà degli Italiani. Anche la produzione agricola crollò a causa dell'abbandono delle campagne.
Gli operai italiani reagirono alla crisi economica con una lunga serie di scioperi e manifestazioni, chiedendo aumenti salariali e maggiore stabilità.
Benito Mussolini, nato a Forlì nel 1882, approfittò dello stato di confusione post-bellico per fondare il movimento fascista nel 1919, che divenne partito nel 1921. Con il supporto di nazionalisti, ex combattenti e giovani della media borghesia, fondò i "Fasci di combattimento" e il 30 ottobre 1922 divenne Capo del Governo Italiano.