Concetti Chiave
- Nel 1848, le insurrezioni in Italia iniziarono con le rivolte in Sicilia e Napoli, spingendo Ferdinando II di Borbone a concedere la Costituzione.
- L'anno precedente, riforme come la libertà di stampa furono concesse da Pio IX e altri sovrani in risposta a crescenti agitazioni.
- Lombardia e Veneto si unirono alle rivolte dopo le insurrezioni di Vienna e Berlino, liberando leader democratici a Venezia.
- Milano insorse il 18 marzo sotto la guida di Carlo Cattaneo, costringendo le truppe austriache a ritirarsi dopo cinque giorni di combattimenti.
- L'insurrezione si espanse ulteriormente nei ducati di Parma e Lucca, evidenziando un movimento insurrezionale diffuso in Italia.
Indice
Tentativi insurrezionali del 1848
In Italia i tentativi insurrezionali si ebbero nei primi giorni del 1848.
Riforme e concessioni
Già nell'anno precedente c'erano state varie agitazioni che avevano convinto il papa Pio IX (il cardinale Giovanni Mastai Ferretti eletto nel luglio del 1846) a concedere la libertà di stampa ed altre riforme, il che aveva costretto anche altri sovrani italiani (il re di Sardegna Carlo Alberto, Leopoldo II granduca di Toscana) a concedere analoghe riforme.
Insurrezioni in Sicilia e Napoli
Nel 1842 i patrioti italiani cercarono di portare avanti il movimento per ottenere nuove conquiste democratiche.
Nel gennaio insorsero i Siciliani, guidati da Rosolino Pilo e Giuseppe La Masa; dopo pochi giorni insorgeva Napoli. Ferdinando II di Borbone fu allora costretto a concedere la Costituzione, il che obbligò anche gli altri sovrani e il papa a fare lo stesso nei loro stati.Insurrezioni in Lombardia e Veneto
Quando poi si ebbe notizia delle insurrezioni di Vienna e di Berlino, i patrioti della Lombardia e del Veneto insorsero anche loro.
Liberazione e governo provvisorio a Venezia
Vennero liberati a Venezia i capi democratici Daniele Manin e Niccolò Tommaseo (imprigionati dalla polizia austriaca) e fu creato un governo provvisorio.
Insurrezione e lotta a Milano
Il giorno dopo (18 marzo) insorse anche Milano, sotto la direzione di un consiglio di guerra, del quale faceva parte Carlo Cattaneo.
Estensione dell'insurrezione
Dopo cinque epiche giornate di lotta i milanesi costrinsero le truppe austriache comandate dal maresciallo Radetsky ad abbandonare la città per trincerarsi nelle fortezze del «Quadrilatero» (Mantova, Peschiera, Verona, Legnano).
L’insurrezione si estese anche nei ducati di Parma e Lucca.