Concetti Chiave
- Le civiltà precolombiane erano considerate inferiori dagli europei, nonostante le loro tradizioni e differenze culturali.
- Bartolomé de Las Casas si oppose al trattamento degli indigeni, documentando le atrocità e cercando di difendere i loro diritti.
- Le Leggi di Burgos fallirono nel proteggere gli indigeni, mentre la Spagna continuava a trarre profitto dallo sfruttamento coloniale.
- I tentativi di creare colonie pacifiche, come quello di Bartolomé a Cumaná, furono ostacolati da interessi coloniali.
- La Dichiarazione ONU del 2007 ha finalmente riconosciuto i diritti delle popolazioni indigene a livello internazionale.
Indice
Riflessioni sulla superiorità europea
All'epoca gli europei si consideravano “superiori” rispetto ai popoli precolombiani, ma si può veramente dire così?
Le civiltà precolombiane erano più arretrate dal punto di vista tecnologico e a volte avevano tradizioni sangunose come il sacrificio umano degli Aztechi, ma come possiamo considerarci superiori se li abbiamo sterminati tutti a sangue freddo quando non ubbidivano ai nostri ordini e quando tentavano di praticare il loro culto li abbiamo bruciati vivi?
Bartolomè de Las Casas e la sua missione
Queste domande se le è fatte anche Bartolomè de Las Casas.
Inizialmente si era trasferito nel Nuovo Mondo per prendere possesso della fattoria di suo zio, il quale aveva fatto parte della seconda spedizione di Colombo. Poi, dopo aver letto il libro di Antonio de Montesino, si rese conto del modo in cui sfuttava gli indios e decise di aiutarli a far valere i loro diritti. Si fece sacerdote e scrisse la Brevissima relazione della distruzione delle Indie. Ma fu anche testimone di morti e massacri da parte degli spagnoli.Testimonianze di crudeltà
“I cristiani, con i loro cavalli, spade e lance, cominciarono a fare crudeli stragi tra quelli. Entravano nelle terre, e non lasciavano né fanciulli né vecchi né donne gravide né di parto […] Di solito uccidevano i signori e la nobiltà in questo modo: facevano alcune graticole di legni e ve li legavano sopra, e sotto vi mettevano fuoco lento, onde, a poco a poco, dando strida disperate in quei tormenti, mandavano fuori l’anima.
Io vidi una volta che, essendo sopra le graticole quattro o cinque signori […] che gridavano e davano fastidio o impedivano il sonno al capitano, questi comandò che li strangolassero, ma […] non volle soffocarli; anzi, con le sue mani pose loro alcuni legni nella bocca perché non si facessero sentire, e attizzò il fuoco finché si arrostirono pian piano com’egli voleva...”
Le leggi di Burgos e il loro fallimento
Le leggi di Burgos, che tenevano in piedi l'ecomenienda non avevano sortito gli effetti desiderati, e i massacri di Indios erano all’ordine del giorno. La maggior parte dei Domenicani chiedeva l’evangelizzazione pacifica dei nativi. Il Re non li ascoltò. Ormai gli interessi in gioco erano troppo alti. La Spagna stava guadagnando fiumi di denaro dallo sfruttamento delle risorse, umane e naturali, del Nuovo Mondo.
Opinioni contrastanti sui nativi
Tommaso Ortiz, un frate domenicano, rese pubblico che gli indigeni americani dovevano diventare tutti schiavi. Scrisse che loro si nutrivano di carne umana, non esisteva né giustizia né leggi, erano svestiti, erano esseri inutili, non avevano umanità e non prendevano decisioni. Aveva la stessa opinione Juan Gines de Sepulveda che li definì “omuncoli”.
“ … Il fatto poi che alcuni di loro sembrino avere dell'ingegno, per via di certe opere di costruzione, non è la prova di una più umana perizia, dal momento che vediamo certi animaletti, come le api e i ragni, costruire opere che nessuna attività umana saprebbe imitare… ”
Il tentativo di Bartolomeo a Cumanà
Bartolomeo riuscì a riportare un incredibile successo politico quando fu autorizzato, dal Consiglio di Castiglia, a costituire una colonia pacifica presso Cumanà (Venezuela). Inizialmente l’esperimento sembrò riuscire, ma non appena Bartolomeo lasciò la colonia ci fu una ribellione dei nativi. Alcuni storici dicono che la rivolta fu fomentata da emissari dei conquistadores, che vedevano nel tentativo pacifico di Bartolomeo un gravissimo attentato al sistema dell'Encomenienda.
Riconoscimento dei diritti indigeni
Solo il 13 settembre 2007, con l'approvazione dell'ONU della Dichiarazione dei Diritti dei Popoli
Indigeni, i diritti delle popolazioni indigene sono stati riconosciuti.
143 Paesi hanno aderito, 4 erano contrari (Australia, Canada, Nuova Zelanda e Stati Uniti) e 11 gli astenuti (Azerbaijan, Bangladesh, Bhutan, Burundi, Colombia, Georgia, Kenia, Nigeria, Federazione Russa, Samoa e Ucraina). Ecco un estratto del documento:
“Affermando che i popoli indigeni sono uguali a tutti gli altri popoli, pur riconoscendo il
diritto di tutti i popoli ad essere diversi, a considerarsi diversi, e ad essere rispettatati
come tali […] Affermando inoltre che tutte le dottrine, politiche e pratiche che si basano o che
sostengono la superiorità dei popoli o degli individui sulla base dell'origine nazionale,
razziale, religiosa, etnica o di differenze culturali sono razziste, scientificamente false,
giuridicamente nulle, moralmente esecrabili e socialmente ingiuste...”
Domande da interrogazione
- Qual era la percezione degli europei nei confronti dei popoli precolombiani?
- Chi era Bartolomé de Las Casas e quale fu il suo contributo?
- Quali erano le opinioni di Tommaso Ortiz e Juan Gines de Sepulveda sugli indigeni americani?
- Quale fu l'esperimento politico di Bartolomeo e quale fu il suo esito?
- Quando sono stati ufficialmente riconosciuti i diritti delle popolazioni indigene?
Gli europei si consideravano "superiori" rispetto ai popoli precolombiani, nonostante le civiltà precolombiane avessero tradizioni e tecnologie diverse.
Bartolomé de Las Casas era un sacerdote che, dopo aver compreso lo sfruttamento degli indios, si impegnò a difendere i loro diritti e documentò le atrocità commesse dagli spagnoli.
Tommaso Ortiz e Juan Gines de Sepulveda consideravano gli indigeni americani inferiori, descrivendoli come esseri inutili e privi di umanità.
Bartolomeo riuscì a fondare una colonia pacifica a Cumanà, ma l'esperimento fallì a causa di una ribellione dei nativi, probabilmente fomentata dai conquistadores.
I diritti delle popolazioni indigene sono stati riconosciuti il 13 settembre 2007 con l'approvazione della Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni da parte dell'ONU.