Concetti Chiave
- Roma si espande attraverso un sistema provinciale, utilizzando i tributi come base per nuove conquiste.
- La gestione delle province avviene tramite magistrati romani inviati con poteri militari, detti cum imperio.
- Roma adotta il sistema delle pro-magistrature, inviando ex consoli e pretori nelle province come governatori con poteri estesi.
- L'amministrazione provinciale è affidata a pro-consoli e pro-pretori che gestiscono giustizia e difesa, favorendo l'espansione romana.
- L'oligarchia romana mantiene il controllo senza espandere la classe dirigente, utilizzando competenze fidate per gestire territori lontani.
L'espansione di Roma
Il mondo in evoluzione sta prendendo una brutta piega, perché Roma diventa sempre più una civiltà in cui, nonostante la disomogeneità, la conquista ha il primo piano; uno dei motivi per cui questa conquista diventa motivo di arricchimento è costituito dal sistema provinciale: i tributi sono punti di riferimento per le realtà che circondano le aree provinciali, da cui Roma parte per nuove conquiste; nelle provincie, mentre le colonie romane, latine ed i foedera si autogestivano, vengono inviati magistrati romani. Roma è governata da una fase di magistratura ristretta (due consoli, due pretori, due questori che stanno aumentando, due tribuni che aumentano sino a dieci, due censori, un dittatore all'occorrenza), composta da una classe piccola di magistrati che entrano in Senato (anche l’assemblea senatoria slitta da 100 a 300 membri), essendo un gruppo dirigente oligarchico (cioè di pochi, in questo caso pochissimi, perché governano un territorio sempre più ampio); essa controlla perlopiù territori che si autogestiscono, ma con le provinciae (come la Sicilia) questo non è più possibile, circondate da nemici, in cui deve dunque mandare dei magistrati cum imperio (con potere militare), cioè con un esercito.
Il sistema provinciale
Roma adotta un sistema di pro-magistrature: quando un console finisce il suo incarico, egli viene mandato in provincia come pro-console, cioè come ex console; le prime provinciae sono quindi gestite da consoli usciti di carica, che in virtù della propria bravura, sagacia, vedono prorogato il proprio imperium (comando militare) in qualità di pro-consoli. Dunque, senza creare nuovi magistrati e senza allargare la classe dirigente, ma utilizzando le migliore competenze, si amministra un territorio lontano con persone di fiducia (una delle esigenze dell’oligarchia era quella di non allargarsi e mantenersi serrata, fra le poche famiglie egemoni, il controllo del mondo, ora improvvisamente molto più ampio); quando le provinciae aumentano il sistema non cambia: oltre ai consoli vengono adottati gli altri magistrati con imperium (che potevano guidare eserciti), ovvero i pretori (che amministravano la giustizia e dovevano ovviamente essere dotati di potere militare), quindi pro-pretori vengono inviati come governatori provinciali. Le provincie sono così guidate, governate e gestite da pro-consoli o pro-pretori dotati di imperium, perché si stabiliscono nella città principale restando pronti ad attaccare e a difendere la provincia romana, o ad espandere la conquista; essi amministrano la giustizia tra i cittadini romani che abitano in provincia (ex soldati che vi si sono stanziati, creando nuove città, colonie e municipia).
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo del sistema provinciale nella conquista romana?
- Come viene gestito il governo delle province romane?
- Qual è la strategia di Roma per mantenere il controllo senza espandere la classe dirigente?
Il sistema provinciale è fondamentale per l'arricchimento di Roma, poiché i tributi delle province finanziano nuove conquiste. Le province sono gestite da magistrati romani che mantengono il controllo e l'ordine.
Le province sono governate da pro-consoli o pro-pretori con imperium, che amministrano la giustizia e sono pronti a difendere o espandere il territorio romano.
Roma utilizza pro-magistrature, inviando ex consoli e pretori come governatori provinciali, mantenendo il controllo nelle mani di poche famiglie egemoni senza creare nuovi magistrati.