Rosabianca 88
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Concetti Chiave

  • La guerra d'indipendenza italiana incontrava ostacoli dalle potenze europee, che temevano un'eccessiva influenza francese.
  • L'opinione pubblica francese era divisa, preoccupata per il possibile impatto sul potere temporale del papato.
  • Napoleone III era combattuto tra il desiderio di vittoria e i rischi associati all'intervento in Italia.
  • L'attentato di Felice Orsini a Parigi spingeva l'imperatore francese a considerare un intervento nella questione italiana.
  • L'ultimatum austriaco al Piemonte portava all'inizio della seconda guerra d'indipendenza, con l'armistizio di Villafranca che chiudeva il conflitto.

Indice

  1. Difficoltà della guerra d'indipendenza
  2. Tensioni politiche e sociali
  3. Inizio della seconda guerra d'indipendenza
  4. Conclusione della guerra e delusione piemontese

Difficoltà della guerra d'indipendenza

Nonostante gli accordi di Plombières, la guerra d’indipendenza con l’Austria incontrava numerose difficoltà. Le potenze europee e particolarmente l’Inghilterra, che pure sumpatizzava per il Piemonte, non vedevano di buon occhio una vittoria francese che avrebbe attirato l’Italia nell’orbita della Francia.

Tensioni politiche e sociali

Una larga parte dell’opinione pubblica francese era contraria all’impresa, anche perché temeva ne uscisse compromesso il potere temporale dei papi. Lo stesso Napoleone III era combattuto tra l’ambizione della vittoria ed il timore dei rischi. In Italia i mazziniani cercavano di ostacolare una vittoria monarchica, anzi proprio un attentato del mazziniano Felice Orsini, a Parigi, contro Napoleone III, aveva indirettamente contribuito a convincere l’imperatore della necessità di intervenire nella questione italiana.

Inizio della seconda guerra d'indipendenza

Infine bisognava che fosse l’Austria a dichiarare la guerra e la cosa non era facile, tanto più che le Potenze avevano proposto di convocare un congresso per discutere la questione italiana senza ricorrere alle armi. Purtroppo, in un Congresso di grandi Potenze, il Piemonte non aveva probabilità di ottenere altro che buone parole; il Cavour era molto preoccupato per questa proposta quando giunse un “ultimatum” dell’Austria, che imponeva il disarmo del Piemonte. Vittorio Emanuele II ottenne dalla Camera i pieni poteri e respinse l’ultimatum: con questo atto il 26 aprile del 1859 iniziò la II guerra per l’indipendenza nazionale.

Conclusione della guerra e delusione piemontese

Dopo la liberazione della Lombardia, in seguito alla vittoria fi Magenta, le truppe franco-piemontesi riportavano una difficile vittoria a Solferino e San Martino, nei dintorni di Peschiera. L’armistizio di Villafranca pose fine alle ostilità. A Villafranca, nel Veneto, Napoleone III e Francesco Giuseppe decidono di porre termine alla guerra: grande fu la delusione dei Piemontesi.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le difficoltà principali della guerra d'indipendenza con l'Austria?
  2. Nonostante gli accordi di Plombières, la guerra incontrava difficoltà a causa delle potenze europee, specialmente l'Inghilterra, che temevano una vittoria francese e l'influenza della Francia sull'Italia.

  3. Quali furono le tensioni politiche e sociali durante la guerra?
  4. L'opinione pubblica francese era in gran parte contraria all'impresa per timore di compromettere il potere temporale dei papi, e i mazziniani in Italia cercavano di ostacolare una vittoria monarchica.

  5. Come iniziò la seconda guerra d'indipendenza?
  6. La guerra iniziò il 26 aprile 1859, quando Vittorio Emanuele II respinse l'ultimatum austriaco che imponeva il disarmo del Piemonte, dopo che le potenze avevano proposto un congresso per discutere la questione italiana.

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