Concetti Chiave
- Durante la presidenza Nixon, gli Stati Uniti si sono ritirati strategicamente dal conflitto in Vietnam, segnando un successo per Nixon nella "vietnamizzazione del conflitto".
- Nixon ha migliorato le relazioni con la Cina comunista per isolare il Vietnam del Nord e ridurre le tensioni con l'Unione Sovietica.
- La dittatura di Pinochet in Cile è stata sostenuta dalla CIA e da Nixon, mentre in Argentina l'esercito ha preso il controllo con una giunta militare repressiva.
- Lo scandalo Watergate ha portato alla rimozione di Nixon dalla presidenza, segnando una grave crisi politica negli Stati Uniti.
- Nixon ha supportato Israele nella guerra dello Yom Kippur attraverso un ponte aereo, contribuendo alla vittoria israeliana e influenzando il dialogo arabo-israeliano.
Indice
Il contesto della guerra fredda
La fase più delicata dell'ultima parte della Guerra Fredda riguarda il dialogo, anche con la Cina sempre più autonoma, all'inizio degli anni '70. Gli Stati Uniti vedono Richard Nixon ripresentarsi alle elezioni del 1968, trovando campo libero anche grazie agli assassinii dei due Kennedy. Vince le elezioni con un programma che promette di far uscire il Paese dal conflitto in Vietnam, apparentemente dal punto di vista sia militare che diplomatico. Nixon, al contrario di Johnson, in politica interna tenta di demolire sia il New Deal che la Green Society, mentre il politica estera si basa anche su Henry Kissinger, il segretario di Stato. Nixon, nonostante sia su posizioni molto più conservatrici di Eisenhower, è chiude brillantemente un accordo con la Cina comunista.
La strategia di Nixon in Vietnam
Decide, però, prima di bombardare a tappetto Hanoi e, contemporaneamente, attacca Laos e la Cambogia, coinvolgendo i due paesi nella guerra per impedire ai Vietcong di utilizzare il sentiero di Ho Chi Minh. In entrambi i paesi scoppia una guerra civile, estendendo il conflitto in tutta l'Indocina. Aumentano i morti americani, ma i Vietcong riescono comunque a resistere. La guerra prosegue, così Nixon accetta il consiglio di Kissinger di trovare un accordo con la Cina comunista per isolare il Vietnam del Nord tra il sud americano e un vicino ostile come la Cina. Aumentare la distanza tra Mosca e Pechino otterrebbero grandi risultati, soprattutto nel conflitto con la Russia, oltre a non avere due fronti a livello diplomatico e di politica internazionale. Nel luglio 1971, così, Nixon arriva in Cina inaugurando un dialogo tra i due Paesi che spinge Breznev a riflettere sulla sua politica drastica nei confronti degli Stati Uniti e che introduce la “vietnamizzazione del conflitto” nel 1973, ovvero il sostegno del Vietnam del Sud solo dal punto di vista economico e dei materiali ma non militare. Gli americani si ritirano, così, strategicamente dal conflitto, che comporta un successo per Nixon.
Il colpo di stato in Cile
Nel Cile sudamericano, nel 1970, ha vinto una coalizione di centro-sinistra, la Unidad Popular, che Nixon teme abbia in programma lo sganciamento del Cile dagli Stati Uniti per avvicinarsi a Cuba e all'Unione Sovietica. All'interno del governo, però, i ceti medi si oppongono, sono presenti divisioni e il programma di politica economica è disastroso, tanto che nel 1972, con le nuove elezioni dopo la caduta del governo, entra nel caos. In occasione dei grandi scioperi che colpiscono il Cile, si vedono coinvolte tutte e quattro le armi cilene comandato dal capo maggiore dell'esercito Augusto Pinochet, che nel 1973 mette in atto un colpo di stato sostenuto dalla CIA e da Nixon. Da quel momento comincia la dittatura di Pinochet. In Argentina si assiste ad interventi muscolari dell'esercito e della diplomazia statunitensi, nonché il susseguirsi di diversi governi militari dopo il secondo tentativo di Juan Domingo Peron, sostenitore dei totalitarismi europei. Con un colpo di stato inizia una lunga stagione di sopraffazioni con una violentissima giunta militare di Videla, poi Viola e infine Galtieri.
La fine della guerra in Vietnam
Nel 1975 si conclude la guerra del Vietnam, così come quella in Cambogia. In Vietnam si ritirano definitivamente i restanti contingenti americani, il Vietnam del Nord invade il sud, i Vietcong si ribellano e, nel giro di poche settimane, i due Vietnam vengono unificati, battezzando Saigon come nuova capitale con il nome di Ho Chi Minh City.
In Cambogia cade la capitale, i Kmer rossi prendono il potere ed inizia una lunga stagione di auto-genocidio, la deportazione dei borghesi e dei cittadini infettati dal morbo capitalista verso le campagne.
Lo scandalo Watergate e le sue conseguenze
Nel frattempo Nixon vive una grande crisi, nonostante abbia ottenuto un gran risultato con la guerra del Kippur. Durante elezioni del 1972 si scopre che Nixon ha utilizzato dei collaboratori per infiltrarsi nello Stato maggiore del quartier generale del partito democratico, nell'Hotel Watergate. Questi collaboratori, detti plumbers, mettono apparecchi di registrazione negli uffici del Watergate, per venire a conoscenza delle strategie degli avversari. Da questo scandalo scoppiano tanti altri scandali da cui emerge un Nixon particolarmente eversivo verso gli stessi principi costituzionali. Si comincia a parlare di impeachment e, nonostante si batta per evitarlo, Nixon viene rimosso prima della fine del mandato e al suo posto viene eletto Ford. Nel 1976, però, dinanzi al disastro del partito repubblicano, il partito democratico torna in auge con Billy Carter, un uomo del centro che ricorda un po' Truman.
La guerra dello Yom Kippur
Nixon, inoltre, interviene in modo drastico anche in Medio Oriente aiutando Israele, nonostante sia spiccatamente antisemita. La guerra dello Yom Kippur (6-25 ottobre 1973) vede l'Egitto, l'Arabia Saudita, la Giordania, la Siria e il Libano attaccare Israele, approfittando della festa ebraica dello Yom Kippur per porli in situazione di inferiorità. Nixon, tramite un ponte aereo, alimenta l'esercito israeliano con provviste e militari, aiutando decisivamente Israele a vincere. La guerra finisce come è cominciata, nonostante il Sinai venga riconquistato da Israele, ennesima vittoria ebraica. In Israele si rafforza l'ala di centro-destra, che parla di un'operazione preventiva contro gli arabi, mentre in Egitto ci si chiede se sia saggio seguire i paesi più estremi con la Siria, mentre al contrario si potrebbe fare un accordo con gli israeliani. Israele, per rompere il fronte arabo, comincia il dialogo con l'Egitto, dove Sadat è stanco di continuare a perdere la guerra e si arriva così agli accordi di Camp David del 1978, gestiti dal presidente Carter.
Le crisi energetiche degli anni '70
Il 1973, inoltre, è l'anno decisivo per l'inizio delle crisi energetiche, dovuto anche ai ponti aerei statunitensi. Il prezzo del petrolio aumenta esponenzialmente nel giro di pochi anni, così che i paesi occidentali cominciano a rendersi conto che l'industria, che funziona con le energie come il petrolio, dipende dai paesi arabi, che ne determinano il prezzo.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali azioni di politica estera di Nixon durante la Guerra Fredda?
- Come influenzò Nixon la situazione politica in Cile e Argentina?
- Quali furono le conseguenze della guerra del Vietnam sotto la presidenza di Nixon?
- Quali furono le implicazioni dello scandalo Watergate per Nixon?
- Come influenzò la crisi energetica degli anni '70 le politiche occidentali?
Nixon si concentrò sul dialogo con la Cina per isolare il Vietnam del Nord e aumentare la distanza tra Mosca e Pechino. Inoltre, intervenne in Medio Oriente durante la guerra dello Yom Kippur, sostenendo Israele.
Nixon sostenne il colpo di stato di Pinochet in Cile nel 1973 e in Argentina ci furono interventi militari e diplomatici statunitensi che portarono a una serie di governi militari.
La guerra del Vietnam si concluse con il ritiro delle truppe americane e l'unificazione del Vietnam sotto il controllo del Nord. In Cambogia, i Khmer rossi presero il potere, iniziando un periodo di auto-genocidio.
Lo scandalo Watergate portò alla scoperta di attività illegali da parte di collaboratori di Nixon, culminando nella sua rimozione dall'incarico e l'elezione di Ford come presidente.
La crisi energetica, causata dall'aumento dei prezzi del petrolio, fece sì che i paesi occidentali si rendessero conto della loro dipendenza dai paesi arabi per le risorse energetiche, influenzando le politiche economiche e industriali.