Concetti Chiave
- La società di massa vede cittadini che si concentrano in grandi agglomerati urbani, con relazioni sociali basate su istituzioni nazionali e un'economia di mercato.
- Tra il 1896 e il 1913, il fordismo e la produzione in serie rivoluzionano l'industria, grazie alla razionalizzazione produttiva e all'alto livello salariale.
- I nuovi ceti sociali emergono con la distinzione tra manodopera generica, colletti bianchi e ceti medi, caratterizzati da valori di risparmio e nazionalismo.
- L'istruzione diventa obbligatoria in Europa a partire dal 1870, riducendo l'analfabetismo e favorendo la diffusione della stampa e delle comunicazioni.
- Il suffragio universale maschile porta alla nascita di partiti di massa e sindacati, trasformando il panorama politico con un vasto fenomeno di associazionismo popolare.
Indice
Cambiamenti sociali ed economici
La maggioranza dei cittadini vive in grandi agglomerati urbani e ormai le relazioni sociali si fondano su grandi istituzioni nazionali; oltretutto i cittadini sono usciti dall’autoconsumo, entrando nel circolo dell’economia di mercato.
Sviluppo industriale e fordismo
Gli anni che vanno dal 1896 al 1913 sono segnati da uno sviluppo generalizzato della produzione, i prezzi crescono ma anche i salari. Questi ultimi determinarono l’ampliamento del mercato dando la spinta per la nascita della produzione in serie (+ moltiplicazione negozi, forme rateali pagamenti, cartelloni pubblicitari). Nel 1913 nelle officine Ford (fordismo: filosofia imprenditoriale basata su prezzi competitivi e salari alti), venne usata la prima catena di montaggio (frammentazione processo produttivo in una serie di piccole operazioni ognuna corrispondente ad un operaio). Questo avvenne grazie a Taylor, ingegnere che scrisse un libro sul metodo di lavoro in una fabbrica (“Principi di organizzazione scientifica del lavoro”), che ebbe successo in diverse imprese: la sua teoria si basava sulla rilevazione dei tempi necessari per ogni operazione ed elaborava i ritmi che gli operai dovevano mantenere per un lavoro efficiente e senza sprechi di tempo.
Divisione sociale e istruzione
La classe operaia in quel periodo era divisa in due principali categorie: la manodopera generica e i lavoratori qualificati (ovvero tra proletariato e “aristocrazie operaie”). Ci fu un’espansione del settore terziario, ma anche degli addetti al settore privato (mansioni non manuali), i cosiddetti colletti bianchi (contrasto con colletti blu degli operai). I ceti medi erano un ‘’ceto di confine’’, ma tenevano particolarmente ad essere distinti dalle masse lavoratrici, nonostante il loro reddito si avvicinasse di più a quello degli strati ‘’privilegiati’’ della classe operaia; i loro valori non erano più la solidarietà o l’internazionalismo, bensì il risparmio, il nazionalismo e la proprietà privata.
Per assicurare un’istruzione a tutti, l’impegno da parte della Chiesa non era più sufficiente: era necessario l’intervento dello Stato per garantire la diffusione della scolarizzazione, in modo da educare il popolo e diffondere i suoi valori tra i giovani. A partire dal 1870 l’istruzione divenne obbligatoria per tutti nei Paesi Europei. Grazie a questo ci fu una riduzione dell’analfabetismo, un incremento dell’uso della stampa quotidiana/periodica e del telefono, che permise la rapidità della circolazione di informazioni.
Servizio militare e suffragio
Sempre in questo periodo il servizio militare divenne obbligatorio per tutti gli uomini (“cittadini in armi”), ma i governi dovettero affrontare due principali problemi: quello economico (non erano in grado di sostenere le spese) e politico (perché i governi avrebbero dovuto addestrare alla forza masse potenzialmente rivoluzionarie?). Tuttavia esistevano anche dei fattori favorevoli: la costruzione delle ferrovie (spostamento veloci dell’esercito), un fattore di carattere politico-militare (un grande esercito serviva anche in tempo di pace per intimorire coloro che avrebbero voluto attaccare il Paese) e il fatto che l’esercito avrebbe costituito una forma di controllo maggiore sui civili.
Il suffragio universale maschile in Italia venne confermato nel 1912, mentre in Olanda e UK solo dopo la prima guerra mondiale. Questo allargamento del diritto di voto provocò dei cambiamenti nelle lotte politiche: si affermò il modello del partito di massa (basato su organizzazioni locali [federazioni] facenti capo a un unico centro dirigente) e si verificò una rapida crescita delle organizzazioni sindacali (sull’esempio delle Trade Unions), come la CGL in Italia (1906). Ci si trovò dinanzi al più vasto fenomeno di associazionismo popolare mai visto in Europa.
Movimenti femminili e socialisti
Le donne erano però ancora escluse in ogni ambito politico, economico e giuridico. L’intellettuale J.S.Mill scrisse un libro, “La schiavitù della donna”, richiamando l’attenzione sulla questione femminile. Le donne, entrando sempre più a contatto con il mondo esterno, presero coscienza dei loro diritti, riunendosi in diversi gruppi dando il via a lotte sindacali, scioperi della fame e persino attentati. Un esempio di guida di uno dei più importanti movimenti femminili (le suffragette) fu la Pankhurst, che concentrò la sua attività per il diritto al suffragio. Tuttavia non era una cosa semplice dato che molti socialisti temevano che il voto delle donne potesse giovare ai partiti di ispirazione cristiana, infatti vennero lasciate sole a combattere per i loro diritti.
In tutta Europa sorsero partiti socialisti che cercavano di organizzarsi sul piano nazionale. Il primo e più importante partito socialista europeo fu quello socialdemocratico tedesco (Spd), nato nel 1875; il secondo nacque in UK nel 1906, il partito laburista. Compresero che per combattere il capitalismo c’era bisogno di un unico partito internazionale. Per questo motivo tutti i partiti socialisti si riunirono a Londra, nel 1864, in un congresso (Prima Internazionale) e poi a Parigi, nel 1889, (Seconda Internazionale) in modo da stilare un programma comune che comprendesse le 8 ore di lavoro obbligatorie e una giornata mondiale in memoria degli 8 operai americani uccisi per aver scioperato, ovvero il 1° maggio. Durante gli anni della Seconda Internazionale il movimento operaio ebbe una dottrina ufficiale: il marxismo (versione di Engels), diviso da due tendenze: quella gradualistica (guidata da Bernstein che vuole arrivare al socialismo in modo pacifico) e quella rivoluzionista (vogliono arrivare al socialismo con le rivolte perché secondo loro l’andare in Parlamento significava soltanto arricchirsi). Nel frattempo la Russia rimane un Paese zarista e arretrato, dove i socialisti operano in clandestinità; solo nel 1903, grazie a Lenin (che conquistò la maggioranza bolscevica), il socialismo fu riconosciuto.
Chiesa e democrazia cristiana
La Chiesa era presente nella società attraverso le parrocchie, le associazioni e i movimenti di azione cattolica; nonostante questo però le tipiche devozioni locali furono sostituite da forme religiose più individuali e soprattutto controllate dagli ecclesiastici (Lourdes). Leone XIII incoraggiò la nascita di partiti cattolici in Belgio e Austria, e scrisse l’enciclica ‘‘Rerum novarum’’, in cui ribadiva la condanna del socialismo, elogiava la concordia tra le classi e indicava il dovere degli imprenditori nel retribuire i lavoratori con la “giusta mercede”. Oltre a questo incoraggiava anche la creazione di società operaie e artigiane ispirate ai principi cattolici e di conseguenza si formò una nuova tendenza politica: la democrazia cristiana, che cercava di unire il cattolicesimo con la democrazia (armonia tra scienza moderna e religione->modernismo). All’arrivo di Pio X le cose tornarono come prima della riforma di Leone XIII.
Nazionalismo e razzismo
Il nazionalismo fu ispiratore di movimenti di liberazione che combattevano contro l’ordine costituito, collegandosi così al liberalismo e alla democrazia (ritorno di spiriti patriottici). Tuttavia si ricollegava anche a teorie razziste, cioè che volevano stabilire una gerarchia tra “razze superiori/inferiori”, ideate da Arthur de Gobineau (“Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane”, 1855). In questo periodo nasce la giustificazione del razzismo grazie al colonialismo: gli occidentali vanno a conquistare un territorio non per sottomettere, ma per acculturare i barbari che ci vivono (spirito missionario è visto in modo negativo [nasce il culto dell’esotico]). Il nazionalismo francese invece, unì coloro che erano contro una classe dirigente corrotta e incapace di tutelare i cittadini (Barrès e Maurras). In Germania tuttavia, prese una piega antisemita: Chamberlain riprese la teoria di una “razza ariana”, sostenendo il mito del volk (popolo) che possiede un legame mistico con la terra d’origine (riunificazione sotto un unico Stato di tutti i tedeschi->pangermanesimo). Molto simile fu il movimento che nacque in Russia a fine ‘800: il panslavismo.
Domande da interrogazione
- Quali sono le caratteristiche principali della società di massa alla fine del 1800?
- Come ha influenzato lo sviluppo industriale la produzione e il mercato tra il 1896 e il 1913?
- Quali cambiamenti ha portato l'istruzione obbligatoria nei paesi europei a partire dal 1870?
- Quali erano le sfide e i vantaggi del servizio militare obbligatorio durante questo periodo?
- In che modo la questione femminile ha iniziato a emergere e quali erano le principali preoccupazioni dei socialisti riguardo al voto delle donne?
La società di massa è caratterizzata da una moltitudine indifferenziata in cui i singoli tendono a scomparire rispetto al gruppo. La maggioranza dei cittadini vive in grandi agglomerati urbani e le relazioni sociali si fondano su grandi istituzioni nazionali, con un'economia di mercato in espansione.
Lo sviluppo industriale ha portato a un aumento della produzione e dei salari, ampliando il mercato e favorendo la nascita della produzione in serie. L'introduzione della catena di montaggio nelle officine Ford ha segnato un cambiamento significativo, basato sui principi di organizzazione scientifica del lavoro di Taylor.
L'istruzione obbligatoria ha ridotto l'analfabetismo e incrementato l'uso della stampa quotidiana e del telefono, migliorando la circolazione delle informazioni. Lo Stato ha dovuto intervenire per garantire la scolarizzazione, diffondendo valori tra i giovani.
Le sfide includevano problemi economici e politici, poiché i governi dovevano addestrare masse potenzialmente rivoluzionarie. Tuttavia, i vantaggi includevano la costruzione di ferrovie per spostamenti rapidi e un grande esercito che serviva come deterrente e controllo sui civili.
La questione femminile è emersa con le donne che prendevano coscienza dei loro diritti, formando gruppi e lottando per il suffragio. I socialisti temevano che il voto delle donne potesse favorire i partiti di ispirazione cristiana, lasciandole spesso sole nella loro lotta.