Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Il periodo tra il 1888 e il 1913 segna due svolte cruciali nel sistema bancario italiano, con l'influenza della politica e della Triplice Alleanza sull'economia.
  • Nel 1889, un'ispezione rivelò gravi irregolarità nelle banche di emissione, portando a riforme restrittive e alla creazione della Banca d'Italia.
  • Il periodo dal 1896 al 1907 vide lo sviluppo delle grandi banche commerciali "miste" e una breve ma significativa crisi della produzione.
  • Dal 1908 al 1913, l'industria riprese a crescere, seppure a ritmo più lento, mentre si discutevano questioni monetarie e finanziarie.
  • L'emigrazione transoceanica meridionale portò a un afflusso di capitali, influenzando positivamente l'economia e le banche meridionali come il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia.

Indice

  1. Svolta economica e politica
  2. Crisi e riforme bancarie
  3. Periodi di sviluppo economico
  4. Giolitti e l'emigrazione

Svolta economica e politica

Gli anni che racchiudono il periodo della storia economica italiana dal 1888 al 1914 segnano due punti di svolta dell’evoluzione bancaria e monetaria del Paese e dell’andamento politico generale. Essendo venuti a mancare nel 1887 il presidente del governo Agostino Depretis, dal 1888,la guida politica passò nelle mani di Francesco Crispi. Da evidenziare che già nel 1882, avvenne l’entrata dell’Italia nella Triplice Alleanza, che molto influì sui suoi indirizzi economici e finanziari, e successivamente l’introduzione della tariffa doganale protettiva contro la Francia; in sintesi, qui un tornante decisivo di notevole importanza nella vita della penisola italiana, da poco diventato Stato unitario. Il 1913, invece, è l’ultimo anno in cui l’Italia godette del clima liberistico e competitivo del XIX secolo, in particolare per quanto riguarda la moneta e la finanza. Infatti, il 1914 è il momento nel quale, economicamente, l’intero corso degli eventi mutò in maniera permanente. In campo finanziario, l’azione e gli interventi del governo assunsero lineamenti più fermi e tecnicamente meglio inquadrati che in ogni altra epoca precedente. Il mercato nazionale riuscì a svilupparsi, di pari passo, con quelli della moneta e dei capitali, e ad acquistare caratteri ben definiti.

Crisi e riforme bancarie

La popolarità di Crispi, nei primi mesi della presa del potere, da lui tanto desiderato, giustifica la sua politica interna fortemente selettiva: egli era convinto di poter affrontare le questioni economiche e sociali che ormai incalzavano; purtroppo, si accorse dei suoi sbagli solo alla fine del 1888. Infatti, ci furono gravi disordini, l’edilizia e altri rami produttivi entrarono in crisi e, improvvisamente, il presidente rassegnò le dimissioni. Nel 1889, un’ispezione governativa aveva accertato una serie di irregolarità nelle banche di emissione e, negli anni successivi, il Parlamento ne venne gradualmente a conoscenza finché una commissione parlamentare provvide ad un’inchiesta che mise in luce la condizione di grave difficoltà delle operazioni di credito, con perdite, immobilizzazioni e anche con reati, alla cui correzioni occorse provvedere senza indugio e con misure restrittive e riformatrici.

Periodi di sviluppo economico

I 26 anni che intercorrono fra il 1888al 1913 possono essere divisi in tre periodi:

1. gli 8 anni dal 1888 al 1895, durante i quali venne alla luce la risi bancaria e si provvide al varo di un piano di riordinamento degli istituti di emissione e alla costituzione della Banca d’Italia, mediante fusione della Nazionale del Regno d’Italia con la Banca Nazionale Toscana e affidamento alla nuova banca della liquidazione della Banca Romana

2. i 12 anni dal 1896 al 1907, in cui si realizzò la fase iniziale dell’Italia e le grandi banche commerciali, cosiddette “ miste”, svolsero in pieno la loro funzione di sostegno finanziario dello sviluppo, concludendosi con una crisi di produzione breve, ma di notevole entità

3. i 6 anni dal 1908 al 1913, nei quali lo sviluppo industriale riprese, seppure a un ritmo meno intenso e ci si mise a discutere di alcune questioni monetarie e finanziarie.

Giolitti e l'emigrazione

Nell’agosto del 1893, come Ministro del Tesoro, proponente la legge di riordinamento degli istituti di emissione e lo Statuto della Banca d’Italia, apparve per la prima volta l’onorevole Giolitti. Durante il quartio di secolo che va dalla fine degli anni ottanta alla scoppio della Prima guerra Mondiale, esplose anche un fenomeno che ebbe rilevanti conseguenze: l’emigrazione transoceanica meridionale. Per il settore economico, a motivo della suddetta emigrazione, ebbero inizio fenomeni come l’afflusso di capitali, indispensabili allo sviluppo dell’economia e al contenimento delle tensioni interne, costituitosi dalle enormi rimesse dei cittadini trasferitisi all’estero. Per quanto riguarda, per esempio, le due banche meridionali (Banco di Napoli e Banco di Sicilia), esse poterono applicare le proprie energie e organizzare all’estero efficienti servizi di raccolta e di amministrazione delle rimesse degli emigranti, soprattutto negli Stati Uniti d’America. Le Borse valori divennero luoghi in cui si poteva operare con maggiore frequenza e in cui esistevano maggiori flussi di denaro; inoltre, la dimensione e l’organizzazione del sistema bancario si erano incrementate e allargate sensibilmente; ad esempio, si prestava più attenzione all’assicurazione contro il rischio di perdita dei depositi bancari, nel caso di fallimento e di liquidazione delle banche depositarie.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono i principali cambiamenti nel sistema bancario italiano tra il 1888 e il 1913?
  2. Il periodo vide la crisi bancaria, la creazione della Banca d'Italia, e lo sviluppo delle grandi banche commerciali "miste", culminando in una ripresa industriale e discussioni su questioni monetarie e finanziarie.

  3. Quali furono le conseguenze dell'emigrazione transoceanica meridionale sull'economia italiana?
  4. L'emigrazione portò a un afflusso di capitali grazie alle rimesse degli emigranti, che furono cruciali per lo sviluppo economico e la gestione delle tensioni interne.

  5. Come influì la politica di Francesco Crispi sull'economia italiana?
  6. Crispi adottò una politica interna selettiva per affrontare le questioni economiche e sociali, ma si rese conto degli errori solo dopo disordini e crisi in vari settori produttivi.

  7. Quali furono le misure adottate per affrontare le irregolarità nelle banche di emissione?
  8. Fu condotta un'inchiesta parlamentare che rivelò gravi difficoltà nelle operazioni di credito, portando a misure restrittive e riformatrici per correggere la situazione.

  9. Quale ruolo ebbero le Borse valori e le banche meridionali nel sistema economico dell'epoca?
  10. Le Borse valori divennero centri di frequenti operazioni finanziarie, mentre le banche meridionali come il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia organizzarono servizi efficienti per le rimesse degli emigranti.

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