Concetti Chiave
- La Sinistra storica salì al potere nel 1876, portando riforme come l'obbligo dell'istruzione e una nuova legge elettorale, ma si basava ancora su strutture borghesi.
- Nonostante le riforme, problemi come la miseria e l'emigrazione persistettero, e la questione meridionale e sociale rimase irrisolta.
- La Sinistra cercò di rompere l'isolamento diplomatico firmando la Triplice Alleanza con Austria-Ungheria e Germania, e avviò una politica coloniale con la creazione della Colonia Eritrea.
- Sotto Francesco Crispi, la politica divenne più repressiva e orientata alla colonizzazione, culminando in una disastrosa guerra in Abissinia e nel disastro di Adua nel 1896.
- La crisi politica culminò con la rivolta di Milano del 1898 e la successiva uccisione di re Umberto I da parte dell'anarchico Bresci nel 1900.
Indice
Fine del Risorgimento e trasformismo
Riunita Roma all'italia, ebbe fine il periodo eroico del Risorgimento e la conseguente crisi psicologica non poco contribuì alla cosiddetta rivoluzione parlamentare del 18 marzo 1876 (caduta della destra e insediamento al potere della sinistra).
L'avvento della sinistra non significò però una rivoluzione nella struttura sociale e politica dello stato italiano, che sotto Agostino Depretis prima, Benedetto Cairoli poi e, infine, ancora Depretis, continuò a poggiare su basi borghesi e fu governato col sistema del trasformismo. In politica interna, la sinistra fece sancire l'obbligo dell' istruzione elementare (legge Ceppino del 1879), abolì la tassa sul macinato e attuò una riforma fiscale (1880) e una riforma elettorale (1882); quest'ultima portò il numero degli elettori a due milioni. Sotto il governo della sinistra si inizia pure il processo di industrializzazione dell'italia, favorito anche dalla tariffa protezionista del 1887; ma non poterono essere eliminati i problemi della miseria con il connesso incremento dell'emigrazione nè la questione meridionale nè quella sociale.Politica interna e Triplice alleanza
I cattolici, poi, a causa del divieto della Santa Sede di partecipare alla vita politica italiana, resero ineluttabile la pratica del trasformismo. Le difficoltà della politica interna influenzarono non poco la stessa politica estera della sinistra; si criticò la precedente politica delle mani nette e, per uscire dall'isolamento diplomatico nel quale il paese si trovava, si concluse la Triplice alleanza con I'Austria-Ungheria e la Germania (1882; rinnovata e migliorata nel 1887). Ebbe pure inizio una politica coloniale, che portò alla costituzione della Colonia Eritrea.
Crispi e la politica coloniale
Morto il Depretis la guida del governo venne assunta da Francesco Crispi: il suo primo gabinetto (1887-1891) migliorò la legislazione penale italiana (codice Zanardelli), curò il risparmio. Fallito sul nascere un tentativo di accordo con i cattolici, ricorse a repressioni poliziesche sia per fermare i progressi dell'estrema sinistra, sia per proteggere la Triplice dagli attacchi degli irredentisti. Il triplicismo oltranzista di Crispi portò anche ad una rovinosa guerra doganale con la Francia; più fortunata fu la sua azione in Africa, ove il nuovo negus di Abissinia Menelik sottoscrisse il trattato di Uccialli.
Giolitti, scandali e reazioni
Nel 1891 il governo Giolitti segnò una svolta liberale (costituzione del partito socialista dei lavoratori italiani nel 1892 e della Confederazione Generale del Lavoro), ma esso fu travolto dallo scandalo della Banca Romana. Ritornato al potere il Crispi (1893-1896), questi diede inizio ad una politica decisamente reazionaria (repressione dei Fasci siciliani e dei moti della Lunigiana, dichiarazione del partito socialista come illegale, eec.) e accentuò il tentativo di espansione coloniale in Abissinia, provocando il disastro di Abba Garima, presso Adua (1896).
Rivolta di Milano e repressione
Il successore, Di Rudini, liquidò l'affare abissino con la pace di Adis Abeba e amnistiò i condannati dell'estrema sinistra; ma non per questo le forze reazionarie disarmarono (progetto di colpo di stato per l'instaurazione di un costituzionalismo di tipo germanico) e la situazione precipitò nella rivolta di Milano del 6 - 7 maggio 1898 e nella spietata repressione del generale Bava-Beccaris. Le forze liberali e democratiche del parlamento impedirono che il colpo di stato riuscisse applicando l'ostruzionismo ai progetti di legge liberticidi del nuovo presidente del consiglio, il generale Pelloux, e successivamente l'elettorato sconfessò il governo. A conclusione di tanti tragici errori si ebbe l'assassinio del re Umberto l da parte dell'anarchico Bresci (29 luglio 1900).
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali riforme attuate dalla Sinistra storica tra il 1876 e il 1900?
- Quali furono le conseguenze della politica estera della Sinistra storica?
- Come si caratterizzò il governo di Francesco Crispi?
- Quali eventi segnarono il ritorno al potere di Crispi nel 1893?
- Quali furono le conseguenze della rivolta di Milano del 1898?
La Sinistra storica introdusse l'obbligo dell'istruzione elementare, abolì la tassa sul macinato, attuò una riforma fiscale e una riforma elettorale che aumentò il numero degli elettori a due milioni.
La Sinistra storica concluse la Triplice alleanza con Austria-Ungheria e Germania e avviò una politica coloniale che portò alla costituzione della Colonia Eritrea.
Il governo di Francesco Crispi migliorò la legislazione penale, ricorse a repressioni poliziesche per fermare l'estrema sinistra e proteggere la Triplice, e portò a una guerra doganale con la Francia e a un trattato con il negus di Abissinia.
Crispi avviò una politica reazionaria, reprimendo i Fasci siciliani e i moti della Lunigiana, dichiarando illegale il partito socialista e accentuando l'espansione coloniale in Abissinia, culminando nel disastro di Abba Garima.
La rivolta di Milano portò a una spietata repressione da parte del generale Bava-Beccaris, e le forze liberali e democratiche del parlamento impedirono un colpo di stato, culminando nell'assassinio del re Umberto I nel 1900.