Concetti Chiave
- Liliana Segre, nata a Milano nel 1930, fu vittima delle leggi razziali fasciste che la obbligarono a lasciare la scuola e a vivere nascosta con documenti falsi.
- Nel 1943, tentò la fuga in Svizzera con il padre, ma vennero respinti e incarcerati in Italia, prima di essere deportati ad Auschwitz, dove solo Liliana sopravvisse.
- Dopo la guerra, Liliana affrontò difficoltà nel reintegrarsi a causa dei suoi traumi, diventando testimone delle atrocità subite attraverso documentari e progetti di memoria.
- Ha ricevuto onorificenze accademiche e culturali, tra cui lauree honoris causa e un asteroide che porta il suo nome, simbolizzando il suo numero di prigioniera.
- Oggi è senatrice a vita in Italia e continua a combattere il razzismo e l'antisemitismo, nonostante le continue minacce che riceve online.

Liliana Segre: la vita
Liliana Segre è nata nel 1930 a Milano da una famiglia ebrea, la cui madre morì quando Liliana aveva solo un anno. Dall'emanazione delle leggi raziali la Segre scoprì il suo essere ebraica e dunque l'obbligo di lasciare la scuola, tra le altre cose.
Ancora 13 enne, il padre riuscì a nascondere la figlia da amici, dandole dei documenti falsi.
Divenne così ospite di una famiglia cristiana.
Nello stesso anno lei e il padre fuggirono in Svizzera, dove la guerra non era arrivata. Attraversarono il valico italo-svizzero la notte tra il 6 e il 7 dicembre del 1943. Ma, la mattina del 7 dicembre, un soldato svizzero portò i due al comando di polizia più vicino. Liliana e il padre non credettero a ciò che stava succedendo: i due vennero respinti da un generale svizzero in Italia. In seguito scoprirono che quel generale condannò più di 28.000 persone alla morte.
Rimandati in Italia furono incarcerati nella prigione di Varese, poi nella prigione di Como e infine, a Milano. Liliana descrisse quel momento come uno dei massimi segni di umanità, perché vide la bontà di quei carcerati nel donare il loro nulla a una piccola ragazza come lei.
Finché, nel 1944, Liliana venne deportata dal binario 21 della stazione di Milano Centrale al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Il viaggio sul treno fu terrificante, le persone soffocavano dall’odore delle feci e delle urine provenienti da una sorta di bagno presente sul vagone e non avevano cibo né acqua per sopravvivere.
Nello stesso anno anche suo padre e i suoi nonni paterni vennero deportati, ma morirono nelle camere a gas appena arrivati.
Per Liliana invece seguirono altri due anni di lavori forzati: lavorava in una fabbrica poco lontana dal campo, in cui producevano armi da fuoco, insieme con una ragazza francese che poi fu uccisa per essersi tranciata due dite.
Finché, nel 1945 a guerra ormai agli sgoccioli, con i Russi e gli Americani vicino ai campi, tutti i prigionieri sopravvissuti iniziarono il loro viaggio di liberazione. Viaggiano per giorni, fino ad arrivare a Manco, dove c’erano distese praterie coperte dalla fredda neve della Germania su cui Liliana, insieme agli altri, dovette camminare scalza.
Durante quel viaggio cominciò a notare, però, che il popolo tedesco era favorevole all’arrivo degli americani, decise quindi lei stessa di aiutare i poveri prigionieri dando loro del cibo e notizie trasmesse dalla Radio. Ma la notizia più attesa arrivò un giorno inaspettato: c’era il sole, stava arrivando la primavera. Proprio in quei giorni la guerra stava finendo. Arrivarono gli americani con le loro gip a stella bianca e iniziarono a distribuire alimenti e sigarette a tutti.
Nel 1945 dei 776 bambini italiani con meno di 14 anni, Liliana fu una dei 25 a sopravvivere.
Una volta adulta, Liliana conobbe Alfredo Belli Paci, il suo futuro marito. Di lui riconobbe alcuni tratti del padre e sicuramente il fatto di aver vissuto insieme un'esperienza atroce come quella dei campi di concentramento. Belli Paci non era ebreo ma finì segregato a causa del suo non aderire alla Repubblica dei Salò.
Liliana Segre adulta
Una volta tornata alla vita "normale", Liliana ha avuto molte difficoltà a parlare, come raccontano la maggior parte dei bambini sopravvissuti alle atrocità naziste, i quali di rado vennero subito ascoltati e compresi.
"Era molto difficile per i miei parenti convivere con un animale ferito come ero io: una ragazzina reduce dall'inferno, dalla quale si pretendeva docilità e rassegnazione. Imparai ben presto a tenere per me i miei ricordi tragici e la mia profonda tristezza. Nessuno mi capiva, ero io che dovevo adeguarmi ad un mondo che voleva dimenticare gli eventi dolorosi appena passati, che voleva ricominciare, avido di divertimenti e spensieratezza" le sue parole.
Nel 1997 Liliana è stata testimone nel film Memoria, presentato al Festival internazionale del cinema di Berlino. Ha preso anche parte al progetto di ricostruzione delle testimonianze dei sopravvissuti italiani ai campi di concentramento tra il 1995 e il 2008, ricerca condotta da Marcello Pezzetti per conto del Centro di documentazione ebraica contemporanea.
Nel 2010 l'Università degli Studi di Verona le ha conferito la laurea honoris causa in Scienze pedagogiche. Nel 2020 avvenne la stessa cosa alla LUMSA, che le ha conferito la laurea honoris causa in Relazioni internazionali.
Mentre l'asteroide 75190 Segreliliana è dedicato a Liliana per via dello stesso numero che le era stato tatuato sul braccio ad Auschwitz.
Infine due sono le opere teatrali nelle quali è possibile vedere l'operato della Segre anche a livello culturale:
- Come un ermellino nel fango
- Se questa è un'infanzia

Liliana Segre oggi
Oggi, dal 19 gennaio 2018, ovvero la data dell'ottantesimo anniversario delle leggi razziali fasciste, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha conferito a Liliana Segre il titolo di senatrice a vita "per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale".
Come primo atto legislativo ha emanato la Commissione parlamentare per il controllo sui fenomeni di razzismo, intolleranza e antisemitismo e istigazione all'odio, anche in politica: "La politica che investe nell'odio è sempre una medaglia a due facce che incendia anche gli animi di chi vive con rabbia e disperazione il disagio dovuto alla crisi e questo è pericoloso. A me hanno insegnato che chi salva una vita salva il mondo intero, l'accoglienza rende più saggia e umana la nostra società".
Ma purtroppo, dal 2017, Liliana Segre è seguita dalla sua scorta, decisione presa in seguito alle continue minacce ricevute via internet: "Siamo qui per parlare di amore e lasciamo l'odio agli anonimi della tastiera e invece guardiamoci da amici anche se ci incontriamo anche per un attimo". In un articolo del 26 ottobre 2019 La Repubblica ha scritto che «duecento messaggi di odio al giorno» indirizzati alla senatrice Segre hanno preso vita su internet; la notizia è stata ripresa da altre testate nazionali.
Per ulteriori approfondimenti su Liliana Segre vedi anche qui
Domande da interrogazione
- Chi è Liliana Segre e qual è la sua storia durante la Seconda Guerra Mondiale?
- Quali difficoltà ha affrontato Liliana Segre dopo la guerra?
- Quali riconoscimenti ha ricevuto Liliana Segre per il suo impegno?
- Qual è stato il primo atto legislativo di Liliana Segre come senatrice a vita?
- Perché Liliana Segre è sotto scorta dal 2017?
Liliana Segre è nata nel 1930 a Milano in una famiglia ebrea. Durante la Seconda Guerra Mondiale, fu costretta a lasciare la scuola a causa delle leggi razziali e, dopo vari tentativi di fuga, fu deportata ad Auschwitz-Birkenau, dove sopravvisse ai lavori forzati.
Dopo la guerra, Liliana Segre ha avuto difficoltà a parlare delle sue esperienze nei campi di concentramento, come molti altri sopravvissuti. Ha descritto la sua lotta per adattarsi a un mondo che voleva dimenticare il passato doloroso.
Liliana Segre ha ricevuto la laurea honoris causa in Scienze pedagogiche dall'Università di Verona e in Relazioni internazionali dalla LUMSA. Inoltre, un asteroide è stato dedicato a lei, e nel 2018 è stata nominata senatrice a vita dal presidente Sergio Mattarella.
Come senatrice a vita, Liliana Segre ha istituito la Commissione parlamentare per il controllo sui fenomeni di razzismo, intolleranza e antisemitismo, sottolineando l'importanza di combattere l'odio e promuovere l'accoglienza.
Liliana Segre è sotto scorta dal 2017 a causa delle continue minacce ricevute via internet, con circa duecento messaggi di odio al giorno indirizzati a lei, come riportato da La Repubblica.