alan29
Ominide
3 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Nell'autunno del 1927, Stalin affronta una crisi economica con una drastica riduzione dei cereali portati ai magazzini statali, mettendo in pericolo l'approvvigionamento delle città.
  • La crisi, nota come "crisi degli ammassi", è gestita inizialmente con requisizioni forzate di generi alimentari, con Stalin che cerca poi di minimizzare il ritorno al "comunismo di guerra".
  • Nel 1928, la situazione peggiora nonostante le buone condizioni agricole, e Stalin accusa i kulaki di ricattare le città, implementando ulteriori requisizioni.
  • Stalin cerca il supporto dei contadini poveri promettendo risorse per formare fattorie collettive, contrastando l'influenza dei kulaki.
  • Tra il 1928 e il 1929, la formazione di fattorie collettive accelera, ma Stalin non abbandona la NEP né pianifica una completa collettivizzazione dell'agricoltura.

Indice

  1. La crisi degli ammassi
  2. Requisizioni e NEP
  3. Kulaki e fattorie collettive
  4. Formazione delle fattorie collettive

La crisi degli ammassi

Nell’autunno del 1927, Stalin, appena uscito vincitore dalla dura lotta per il potere nel partito bolscevìco si trova a dover affrontare un grave problema economico e sociale. I cereali portati dai contadini ai magazzini statali sono infatti inferiori del 50% a quelli dell’anno precedente, tanto da far incombere lo spettro della carestia sulle città.

Questa “crisi degli ammassi” — con tale nome la vicenda è passata alla storia — giunge del tutto inaspettata al gruppo dirigente bolscevìco, il quale, convinto che si tratti di una crisi occasionale e perciò temporanea, la fronteggia con provvisorie misure di requisizione forzata di generi alimentari nelle campagne, ratificate dal XV congresso del partito (dicembre 1927).

Requisizioni e NEP

Ma già nell’aprile 1928, quando la crisi alimentare nelle città appare scongiurata, Stalin si affretta a garantire che le requisizioni forzate avvenute negli ultimi mesi non significano un rinnegamento della NEP ed un ritorno al “comunismo di guerra”. Anzi, nel ribadire la piena validità della NEP, deplora gli “eccessi” cui le requisizioni hanno dato luogo, e, dichiarando di non averli autorizzati, ne scarica la colpa sulle autorità locali, promettendo esemplari punizioni.

Kulaki e fattorie collettive

Ma, subito dopo i raccolti del 1928, gli ammassi sono ancora inferiori a quelli dell’anno prima, nonostante la favorevole stagione agricola. Stalin parla allora della necessità di “spezzare il ricatto dei kulaki”, che fanno mancare il pane alle città perché vogliono vendere con maggior profitto i loro prodotti. Stalin non solo autorizza nuove requisizioni forzate, ma cerca la collaborazione dei contadini poveri, per assicurare regolari approvvigionamenti alle città, promettendo loro, se fossero riusciti ad organizzare nei loro villaggi fattorie collettive le cui eccedenze andassero allo Stato, di far devolvere a tali fattorie tutti i magazzini, gli attrezzi e gli animali dei kulaki. I contadini poveri, abituati a lavorare poche zolle di terra con rudimentali aratri di legno, senza né cavalli né mucche, e sempre alla mercé delle pretese usuraie dei kulaki per ogni bisogno di sementi, di strumenti e di bestiame, guardano con favore a questa prospettiva.

Formazione delle fattorie collettive

Ciò spiega come tra il 1928 e il 1929 si formino in Russia numerose fattorie collettive, in seguito a una forte pressione esercitata sui contadini ricchi e su quelli medi non solo dalle autorità bolscevìche ma anche dai contadini poveri. Stalin, tuttavia, non pensa neppure in questo periodo ad un abbandono integrale della NEP e ad una collettivizzazione generalizzata dell’agricoltura, tanto che un piano di sviluppo economico della Russia nei cinque anni successivi, deliberato nell’aprile 1929, prevede un aumento molto limitato del settore della produzione agricola e una sostanziale riconferma del predominio nelle campagne della piccola azienda contadina. Correlativamente, il piano prevede uno sviluppo industriale, nei cinque anni in questione, più rapido che in passato ma ancora limitato.

Domande da interrogazione

  1. Qual era il problema economico e sociale che Stalin dovette affrontare nell'autunno del 1927?
  2. Stalin dovette affrontare una grave crisi economica e sociale a causa della riduzione del 50% dei cereali portati dai contadini ai magazzini statali rispetto all'anno precedente, minacciando una carestia nelle città.

  3. Come reagì Stalin alla crisi degli ammassi del 1927?
  4. Stalin reagì con misure provvisorie di requisizione forzata di generi alimentari nelle campagne, ratificate dal XV congresso del partito, e successivamente cercò di rassicurare che non si trattava di un ritorno al "comunismo di guerra".

  5. Cosa intendeva Stalin con "spezzare il ricatto dei kulaki"?
  6. Stalin intendeva contrastare i kulaki che trattenevano il pane dalle città per vendere i loro prodotti a prezzi più alti, autorizzando nuove requisizioni forzate e cercando la collaborazione dei contadini poveri per formare fattorie collettive.

  7. Qual era la posizione di Stalin riguardo alla NEP e alla collettivizzazione dell'agricoltura tra il 1928 e il 1929?
  8. Stalin non intendeva abbandonare integralmente la NEP né avviare una collettivizzazione generalizzata dell'agricoltura, come dimostrato dal piano di sviluppo economico del 1929 che prevedeva un aumento limitato della produzione agricola e un predominio della piccola azienda contadina.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community

Le colonie latine

alan29 di Mauro_105

URGENTE (321112)

alan29 di Lud_

domandina

alan29 di Samantha Petrosino