DarioA06
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Concetti Chiave

  • La morte del leader bolscevico nel 1924 portò a una crisi di leadership, con Stalin emergente come figura centrale tra le tensioni ideologiche nel partito.
  • Stalin sviluppò la teoria del "socialismo in un solo paese", contrastando l'idea di Trockij di una rivoluzione permanente in Europa, e consolidò il suo potere espellendo avversari come Trockij.
  • Nonostante i successi della NEP, Stalin optò per un'industrializzazione radicale e collettivizzazione forzata, eliminando la proprietà agraria e i kulaki, causando milioni di vittime.
  • I "piani quinquennali" di Stalin miravano a un aumento della produzione industriale, sopprimendo le libertà economiche della NEP e favorendo lo sviluppo dell'industria metallurgica e infrastrutturale.
  • Il culto della personalità di Stalin fu cruciale per il suo consolidamento del potere, trasformando l'Unione Sovietica in una potenza industriale e identificando il bene del paese con la sua leadership.

Indice

  1. La crisi nella dirigenza sovietica
  2. Il dibattito ideologico tra Trockij e Stalin
  3. L'ascesa di Stalin al potere
  4. La collettivizzazione forzata e le sue conseguenze
  5. I piani quinquennali e l'industrializzazione
  6. Il culto del capo e la trasformazione dell'Urss

La crisi nella dirigenza sovietica

Proprio mentre all'interno del gruppo dirigente sovietico era in corso il dibattito per definire tutte le nuove strategie, fu colpito da un'emorragia cerebrale nel maggio 1922 e morì nel gennaio 1924.

La scomparsa del leader bolscevico diede vita ad un periodo di crisi nella dirigenza del partito, la cui direzione era nelle mani di una sorta di triumvirato formato da Josif Dzugasvili detto Stalin ("uomo d'acciaio"), Gregorij Zinovev e Lev Kamenev e fortemente insidiato dalla cosiddetta "sinistra" del partito, guidata da Lev Trockij, l'uomo che aveva organizzato l'Armata rossa durante la guerra civile.

Il dibattito ideologico tra Trockij e Stalin

I motivi dello scontro erano di carattere sia ideologico, concerni al futuro della rivoluzione, sia pratico, legati a una diversa concezione della politica da adottare per l’Unione Sovietica.

L'ascesa di Stalin al potere

Da un lato Trockij e il suo gruppo restavano legati agli ideali bolscevichi e continuavano a sostenere l'idea che la Russia avrebbe dovuto suscitare una rivoluzione permanente in tutta Europa; d’altro canto, già dal 1923, Stalin aveva formulato la teoria del "socialismo in un solo paese", secondo la quale era necessario prima rafforzare economicamente e militarmente lo Stato sovietico perché soltanto in questo modo la Russia avrebbe potuto porsi come modello ideale ed esempio concreto per una rivoluzione mondiale.

Lo scontro tra questi due indirizzi si risolse a favore di Stalin. Divenuto nel 1922 segretario generale del Comitato centrale del PCUS, nel giro di pochi anni riuscì a imporsi alla guida del partito e dello Stato eliminando man mano tutti gli avversari politici, primo fra tutti Trockij che fu espulso e poi esiliato. Stalin poté così procedere ad attuare il suo progetto politico ed economico per l'Urss.

La collettivizzazione forzata e le sue conseguenze

Nonostante i risultati positivi ottenuti con la NEP, Stalin riteneva che fosse necessario procedere attuando radicale industrializzazione del paese. Sulla base di tale presupposto egli interruppe bruscamente il piano economico di Lenin per ricorrere di nuovo alla collettivizzazione forzata della terra. Lo Stato assunse il totale controllo delle campagne attraverso la soppressione della proprietà agraria, quella dei kulaki, che dopo aver tentato di resistere (come ai tempi del comunismo di guerra) furono obbligati ad aderire alle aziende agricole statali, i kolchozy e i sovchozy. Tutto ciò fu possibile mediante l'eliminazione dei kulaki come classe sociale, per mezzo di arresti, deportazioni, uccisioni. Il numero delle vittime della collettivizzazione forzata sono state milioni, infatti, fu una delle prime e più sanguinarie azioni dello stalinismo. Nel 1932-33 scoppiò inoltre una terribile carestia, la più grande della recente storia europea, che causò, circa 7 milioni di vittime, per lo più nelle regioni cerealicole non russe come Ucraina, Kazakistan e Caucaso settentrionale; gli studiosi pensano che questa carestia fu causata dalla politica economica di Stalin.

I piani quinquennali e l'industrializzazione

La collettivizzazione era la base dei cosiddetti "piani quinquennali", come vengono chiamati quegli strumenti che individuano gli obiettivi da raggiungere entro un arco di tempo di cinque anni nei diversi settori dell'economia. Quelli di Stalin si proponevano di puntare il paese verso un poderoso incremento della produzione industriale.

Il culto del capo e la trasformazione dell'Urss

Il primo piano, approvato nel 1928, divenne il centro della nuova economia sovietica e cancellò per sempre ogni traccia di libertà introdotta dalla NEP. Esso affermò la priorità dei beni strumentali sui beni di consumo; furono anche favorite l'industria metallurgica che ebbero, infatti, un forte sviluppo. Nel giro di pochi anni l'Unione Sovietica fu protagonista di una forte industrializzazione: sorsero grandi centri industriali, collegati da un’articolata rete di comunicazioni ferroviarie e stradali, e furono costruite potenti centrali idroelettriche raffinerie di petrolio.

Il culto del capo fu un elemento fondamentale nel consolidamento dello Stato sovietico: Stalin era proprio colui che stava trasformando un paese agricolo e arretrato in una grande potenza industriale. Fu così che il bene del paese si identificò con la leadership di Stalin, capo unico dello Stato socialista.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali differenze ideologiche tra Stalin e Trockij?
  2. Trockij sosteneva la rivoluzione permanente in tutta Europa, mentre Stalin promuoveva il "socialismo in un solo paese", concentrandosi sul rafforzamento economico e militare della Russia.

  3. Come riuscì Stalin a consolidare il suo potere all'interno del partito e dello Stato sovietico?
  4. Stalin divenne segretario generale del PCUS nel 1922 e gradualmente eliminò i suoi avversari politici, incluso Trockij, consolidando così la sua leadership.

  5. Quali furono le conseguenze della collettivizzazione forzata delle terre sotto Stalin?
  6. La collettivizzazione portò alla soppressione della proprietà agraria dei kulaki, causando arresti, deportazioni e milioni di vittime, oltre a una terribile carestia nel 1932-33.

  7. In che modo i piani quinquennali influenzarono l'economia sovietica?
  8. I piani quinquennali di Stalin puntarono a un incremento della produzione industriale, favorendo l'industria metallurgica e cancellando le libertà economiche introdotte dalla NEP.

  9. Qual era il ruolo del culto del capo nel consolidamento dello Stato sovietico sotto Stalin?
  10. Il culto del capo identificava il bene del paese con la leadership di Stalin, che trasformò l'Unione Sovietica in una potenza industriale, consolidando il suo potere come capo unico dello Stato socialista.

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