Concetti Chiave
- La Rivoluzione russa del 1917 iniziò con uno sciopero generale a Pietrogrado, portando all'abdicazione dello zar e all'istituzione di un governo provvisorio liberale.
- Lenin tornò in Russia, sostenuto dai tedeschi, e con le sue Tesi d'aprile promosse una rivoluzione proletaria immediata, ottenendo il supporto dei soviet.
- Il colpo di stato bolscevico del 25 ottobre 1917, guidato da Trotsky, pose fine al governo provvisorio e portò all'istituzione di un nuovo regime.
- La firma della pace di Brest-Litovsk nel 1918 segnò l'uscita della Russia dalla Prima Guerra Mondiale, ma provocò l'intervento delle potenze dell'Intesa a favore delle forze zariste.
- La NEP introdotta nel 1921 permise una parziale liberalizzazione economica, migliorando la produttività ma creando nuove disuguaglianze sociali come i kulaki.
Indice
La rivoluzione di febbraio 1917
Un Paese che si armò per portare avanti la sua ambizione e il suo sogno di cambiamento fu la Russia. Già nel 1917 alla fine di febbraio secondo il calendario russo, uno sciopero generale degli operai di Pietro grado si trasformò in un’imponente manifestazione politica contro il regime zarista.
Quando i soldati chiamati a ristabilire l’ordine fraternizzarono con il nemico, la sorte dello zar e della sua famiglia fu segnata; lo zar abdicò il 15 marzo e pochi giorni dopo fu arrestato. La successione fu assunta da un governo provvisorio di orientamento liberale. Il suo obiettivo era di continuare la guerra al fianco dell’intesa e di promuovere l’occidentalizzazione del paese sul piano delle strutture politiche e dello sviluppo economico. Ne facevano parte tre diversi partiti: i menscevichi, ispirati alla socialdemocrazia europea che avevano come obiettivo quello di realizzare riforme con la borghesia liberale; il partito dei cadetti, democratici-costituzionali e infine i socialrivoluzionari che interpretavano la volontà della società rurale contadina.Il governo provvisorio e i soviet
Rifiutarono di far parte del governo i bolscevichi, estremisti la cui principale prerogativa era di attuare una dittatura del proletariato. Il consenso di tutte le forze politiche anti zariste non furono tuttavia sufficienti per fondare su solide basi il potere del governo provvisorio e per evitare che alla caduta del vecchio regime seguisse lo sgretolamento dell’autorità centrale. Com’era già accaduto nella rivoluzione del 1905, al potere legale del governo si era subito affiancato e sovrapposto il potere di fatto dei soviet: soprattutto di quello della capitale. L’idea che era scaturita la rivoluzione era di un rifiuto verso l’idea di un’autorità centrale, era favorevole a un diffuso potere dal basso e voleva porre fine alla guerra. Questa era la situazione che Lenin, leader del partito dei bolscevichi, rientrò in Russia dalla svizzera dopo un avventuroso viaggio attraverso l’Europa in guerra.
Il ritorno di Lenin e le tesi d'aprile
Il viaggio era stato reso possibile grazie alla copertura delle autorità tedesche che conoscendo bene le idee di Lenin sulla guerra preferirono farlo rientrare in patria. Appena giunto a eterogrado Lenin diffuse un documento ‘’ Le tesi d’aprile’’ in cui poneva in termini immediati il problema della presa del potere, rovesciando l’idea marxista ortodossa secondo cui la rivoluzione proletaria sarebbe dovuta nei paesi più sviluppati, cosa che la Russia non era. Il primo obiettivo di Lenin era di avere il consenso della maggioranza dei soviet, poi di ottenere la pace, di concedere le terre ai contadini poveri e di promuovere il controllo della produzione. Questo programma accolse molti consensi tuttavia allontanò il partito ulteriormente da quelli a potere. Ci furono due episodi di ribellione verso il governo provvisorio: il primo avvenne nel luglio dello stesso anno, quando operai e soldati di eterogrado scesero in piazza per impedire la partenza per il fronte ma tale insurrezione fallì. Il secondo episodio fu un tentativo di colpo di stato che fu represso dal governo presieduto da Kerenskij con l’aiuto delle forze socialiste. Nel frattempo però i bolscevichi ottenevano la maggioranza dei soviet di Mosca e Pietro grado.
La presa del potere bolscevica
La decisione di portare avanti un rovesciamento politico, fu attuata il 25 ottobre del 1917, quando un gruppo di militari rivoluzionari e le milizie operaie, guidati da Trorzkij, proveniente dalla sinistra menscevica presidente del soviet di Pietro grado, insorsero nel palazzo d’Inverno, sede del governo provvisorio e attuarono il colpo di stato. L’assalto al palazzo portò alla morte di pochissime vittime, a causa della confusione generata nei corridoi del palazzo. Nel momento stesso in cui cadeva l’ultima resistenza del governo provvisorio, fu riunito il Congresso panrusso dei soviet, cioè l’assemblea dei delegati dei soviet russi. Furono stabiliti i due punti fondamentali del nuovo governo, proposti da Lenin. Il primo era di giungere a una pace senza indennità e annessioni; il secondo stabiliva che in forma lapidaria la grande proprietà terriera era abolita immediatamente e senza alcun indennizzo.
Per il novembre dello stesso anno erano state convocate le elezioni per l’assemblea costituente, dove i socialisti rivoluzionari riportarono un grande successo mentre gli altri partiti abbandonarono la scena del governo. Lo riunisce fu tuttavia subito sciolta poiché i bolscevichi non avevano intenzione di rinunciare al governo da poco conquistato e ruppero definitivamente con la tradizione democratica occidentale.
La pace di Brest-Vitebsk e la dittatura bolscevica
I bolscevichi decisero quindi, di uscire dalla guerra firmando il 3 marzo del 1918 la pace di Brest-Vitebsk con la Germania, dovendo accettare la perdita di molti territori limitrofi a tale nazione. Ciò provocò tuttavia l’intervento militare dell’intesa, che sentendosi tradita, decise di aiutare le forze zariste, le leghe bianche, comandate dal generale Kociu che prese il controllo nelle zone della siberia. Proprio per questo motivo la famiglia dello zar fu assassinata a Ekaterinburg. La gravità della situazione spinse i bolscevichi a instaurare una vera e propria dittatura, servendosi della polizia politica, Cela, del tribunale rivoluzionario centrale e dell’armata rossa degli operai e dei contadini.
La terza internazionale e il comunismo di guerra
Un altro passo importante della Russia bolscevica fu la proclamazione a Mosca della terza internazionale di matrice comunista, o comintern , creata nel 1919 ma ufficializzata nel 1920. Tale internazionale estese a tutto il movimento operaio europeo, la frattura tra comunismo e socialdemocrazia che si era verificata in Russia. Nel documento in ventuno punti del comintern si affermava che i partiti ad esso aderente avrebbero dovuto ispirarsi al partito bolscevico e cambiare il loro nome in quel del partito comunista, difendere in tutte le sedi la causa della Russia , rompere con le correnti riformiste espellendone i principali elementi. I partiti comunisti dei vari paesi nacquero strettamente dipendenti dalle direttive dell’Internazionale , controllata dai russi, e non riuscirono ad ottenere l’adesione della maggioranza della classe operaia. Nel 1918 il governo bolscevico attuò una politica economica più energica e autoritaria comunismo di guerra >> basata sulla centralizzazione delle decisioni e sulla statalizzazione di gran parte delle attività produttive. Venne incoraggiata senza molto successo la nascita di comini agricoli volontarie, le così dette fattorie collettive, kolchoz e furono anche istituite delle fattorie sovietiche, sovchoz , gestite direttamente dallo stato. Questa politica ebbe tuttavia scarsi risultati, finendo con l’alimentare il malcontento di contadini ed operai. Nel marzo del 1921 ci fu un mutamento di rotta con la Nep- nuova politica economica. Basata su una parziale liberalizzazione delle attività economiche perché si consentiva ai contadini di vendere sul marcato le eventuali eccedenze, una volta che avessero consegnato gli organi statali, una quota fissa di raccoltala Nep stimolò la ripresa produttiva ma ebbe anche effetti non previsto come la crescita di contadini ricchi, chiamati kulaki degli imprenditori e degli affaristi.
La prima costituzione della Russia rivoluzionaria fu varata nel luglio del 1918. Proclamava che il potere doveva appartenere unicamente alle masse lavoratrici e ai loro autentici organismi organizzativi i soviet degli operai, dei contadini e dei soldati. Inoltre la costituzione prevedeva che il nuovo stato fosse di carattere federale.
La nascita dell'URSS e le riforme culturali
Nel 1922 nacque l’URSS che comprendeva Ucraina, Bielorussia, Azerbaijan, Armenia e Georgia, paesi nei quali i bolscevichi erano riusciti a impadronire il potere dopo aver eliminato il potere centrale con l’aiuto dell’armata rossa. Il potere legale era accentrato nel potere del soviet dell’unione , ma quello reale era nelle mani del partito comunista. I bolscevichi si proposero anche di trasformare cultura e valori tradizionali: da ciò sorse la lotta contro la chiesa ortodossa, nuove norme sulla famiglia e i rapporti tra i sessi, l’impegno dell’istruzione e nell’educazione dei giovani. In campo culturale, i primi anni del venti furono una stagione della fioritura delle avanguardie artistiche.
Importanza della guerra per lo scoppio della Rivoluzione (feb 1917)
Governo provvisorio continuare la guerra, rinviare questione agraria
Contro la guerra (imperialista e lontana dal popolo)
Bolscevichi Tesi di aprile
(distinguere da menscevichi) Slogan "la terra ai contadini" (questione agraria)
Ragion per cui hanno successo e diventano popolari (attraverso i Soviet)
(Feb. 1917 ….. Apr. 1917…...…..Ott. 1917)
Inoltre governo provvisorio debole (tentativo controrivoluzionario di Kornilov)
Però:
-Uscita dalla guerra (pace separata)
-Confisca terre e beni senza indennizzo (anche di stranieri)
-Idee politiche ed economiche (dirigismo, economia pianificata) del comunismo
Difficoltà nell'instaurare la "democrazia popolare" (di massa, di livello superiore)
Guerra civile (Armata rossa, armate bianche dei monarchici e potenze straniere)
Carestie e prime oppressioni (contro i nemici della Rivoluzione)
1 Società tradizionale
Difficoltà oggettiva: Marx 3 tappe 2 Capitalismo (abbondanza e
(inevitabili) benessere con Rivoluzione industriale)
3 Affermazione del comunismo
Lenin ritiene che in Russia (malgrado l'arretratezza) si possa passare direttamente dalla prima alla terza (con degli accorgimenti):
Economia pianificata (dirigismo)
Comunismo di guerra: con requisizioni, ecc.
Constatazione del fallimento Tentativo della NEP
Poi si passerà, con Stalin, ai piani quinquennali
In genere:
-Autoristarismo eccessivo
-Il partito si sostituisce alle masse ed al popolo
Le conquiste sociali ed economiche sono però notevoli (scolarizzazione, diritti sociali e sanitari, uguaglianza sociale, uguaglianza uomo-donna, ridistribuzione ricchezze, ecc.) e l'URSS rappresenta un punto di riferimento per molti, anche in occidente.
Del resto molte concessioni sociali erano avvenute (ed altre seguiranno) anche per "togliere il terreno da sotto i piedi" ai rivoluzionari comunisti (vedi Bismarck)
In URSS però c'era anche una realtà oppressiva imponente, con conseguenze gravi per la popolazione (anche tenendo presente che le condizioni della Russia erano anche prima difficili, con carestie).
Soprattutto dopo la morte di Lenin e l'affermazione di Stalin (terrore).
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali della Rivoluzione russa del 1917?
- Qual era l'obiettivo del governo provvisorio instaurato dopo l'abdicazione dello zar?
- Quali furono le principali differenze tra i menscevichi e i bolscevichi durante la Rivoluzione russa?
- Come si concluse la Rivoluzione d'Ottobre del 1917?
- Quali furono le conseguenze della firma della pace di Brest-Litovsk per la Russia bolscevica?
La Rivoluzione russa del 1917 fu innescata da un generale malcontento verso il regime zarista, accentuato dalla partecipazione della Russia alla Prima Guerra Mondiale e dalla crisi economica e sociale che ne derivò. Lo sciopero generale degli operai di Pietrogrado e la successiva abdicazione dello zar furono eventi chiave.
Il governo provvisorio, di orientamento liberale, mirava a continuare la guerra al fianco dell'Intesa e a promuovere l'occidentalizzazione della Russia attraverso riforme politiche ed economiche.
I menscevichi erano ispirati alla socialdemocrazia europea e cercavano riforme con la borghesia liberale, mentre i bolscevichi, guidati da Lenin, puntavano a una dittatura del proletariato e a un immediato rovesciamento del governo provvisorio.
La Rivoluzione d'Ottobre si concluse con l'assalto al Palazzo d'Inverno da parte dei bolscevichi, guidati da Trotskij, e la presa del potere, seguita dall'istituzione di un nuovo governo che abolì la grande proprietà terriera e cercò una pace senza indennità e annessioni.
La firma della pace di Brest-Litovsk con la Germania portò alla perdita di molti territori per la Russia e provocò l'intervento militare delle potenze dell'Intesa, che sostennero le forze zariste contro i bolscevichi, contribuendo allo scoppio della guerra civile.