Concetti Chiave
- La Risiera di San Sabba, a Trieste, fu trasformata dai nazisti in un campo di detenzione e sterminio durante l'occupazione del 1943.
- Gestita dalle SS, la Risiera servì inizialmente per smistare deportati e beni razziati, diventando poi un luogo di detenzione ed eliminazione di partigiani, ebrei e detenuti politici.
- Unico campo di sterminio in Italia con un forno crematorio, vi furono cremate circa 5000 persone e 25000 vi transitarono prima di essere inviati altrove.
- Nel 1945, i nazisti distrussero il forno crematorio per nascondere i crimini, ma l'edificio principale fu risparmiato.
- Il processo sui crimini della Risiera si concluse nel 1976, rivelando la sua storia ai triestini, ma il comandante Oberhauser non fu mai estradato né punito.
Indice
L'occupazione nazista di Trieste
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, i nazisti occuparono Trieste e le province di Triste, Udine, Gorizia e il loro retroterra istriano e friulano avrebbero costituito la zona dell’operazione detta « Adriatische Küstenland. La regione era sottratta alla sovranità della Repubblica Sociale Italiana e posta sotto la diretta amministrazione del Reich.
La risiera di San Sabba
Non appena i Tedeschi arrivarono a Trieste, i Tedeschi requisirono un vecchio stabilimento per la pilatura del riso (la risiera di San Sabba) per farne diventare un Polizeihaftlager, ossia un campo di detenzione di polizia. La gestione venne affidata alle SS, affiancate dalle SS italiane, da interpreti, da impiegati e personale vario, reclutato fra la popolazione totale. Inizialmente, la risiera servì per smistare i deportati diretti in Germania e in Polonia oltre a smistare i beni di cui era stata fatta razzia. Più tardi, servì per la detenzione e l’eliminazione dei partigiani, dei detenuti politici e degli ebrei. Di fatto, la risiera di San Sabba fu l’unico campo di sterminio d’Italia poiché era dotato anche di un forno crematorio. I prigionieri non solo erano stati catturati a Trieste ma anche in tutto il Veneto e in Slovenia.
Le condizioni dei prigionieri
Al piano terreno si trovavano le camerate delle SS e diciassette piccolissime celle in ciascuna delle quali venivano stipati fino a sette detenuti in attesa di essere uccisi. Tale attesa poteva durare giorni o settimane. Due di queste celle erano adibiti a locali di tortura. A quel tempo le pareti erano ricoperte di graffiti che l’incuria, il tempo e l’umidità hanno fatto sparire. Tuttavia, ne abbiamo ancora una testimonianza g grazie ad uno studioso che subito dopo il termine della guerra li fotografò e li trascrisse. In un altro edificio a quattro piani erano rinchiusi gli ebrei, i militari e i prigionieri civili destinati ai campi di Dachau, Mauthausen o Auschwitz. Nel cortile interno sorgeva l’edificio che conteneva il forno crematorio.
La distruzione del forno crematorio
Nella notte fra il 29 e il 30 aprile 1945, dopo un anno di intensa attività, dopo che i partigiani ebbero praticamente occupato l’intera città, i nazisti ormai in fuga, fecero saltare con la dinamite l’edificio adibito a forno crematorio, con lo scopo di eliminare ogni prova dei loro crimini; era un po’ la stessa tecnica attuata in altri campi prima dell’abbandono. Secondo calcoli effettuati in base a testimonianze, nella risiera furono cremate circa 5000 persone e circa 25000 vi transitarono per essere smistati negli altri lager o verso il lavoro obbligatorio. Si trattava di ostaggi, di partigiani, di detenuti politici o di ebrei.
Il processo post-liberazione
Dopo la Liberazione, Triste passò sotto il governo militare alleato che fece di tutto per ostacolare l’indagine giudiziaria sui crimini commesse nella Risiera. Alla fine, il processo si concluse solo nel 1976 con la condanna all’ergastolo in contumacia del comandante della Risiera, Joseph Oberhauser. Tuttavia, egli non fu estradato in Italia dato che gli accordi bilaterali italo-tedeschi non prevedevano l'estradizione per crimini di guerra commessi fino al 1947; di conseguenza, non scontò mai la pena. Nonostante questo, il processo raggiunse un obiettivo: quello di far conoscere ai triestini la storia e la funzione avuta dalla Risiera durante l’occupazione nazista, grande alle testimonianze degli ex-deportati.
Domande da interrogazione
- Qual era la funzione principale della Risiera di San Sabba durante l'occupazione nazista?
- Qual era la struttura della Risiera di San Sabba e come venivano trattati i prigionieri?
- Cosa accadde alla Risiera di San Sabba alla fine della Seconda Guerra Mondiale?
- Quante persone furono coinvolte nella Risiera di San Sabba e quale fu il loro destino?
- Quali furono le conseguenze legali per i crimini commessi alla Risiera di San Sabba?
La Risiera di San Sabba fu utilizzata come campo di detenzione di polizia, smistamento di deportati e beni razziati, e successivamente per la detenzione e l'eliminazione di partigiani, detenuti politici ed ebrei.
La Risiera aveva camerate per le SS, celle per i detenuti, alcune adibite a torture, e un edificio con un forno crematorio. I prigionieri erano stipati in piccole celle e potevano attendere giorni o settimane prima di essere uccisi.
Nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945, i nazisti in fuga fecero esplodere l'edificio del forno crematorio per eliminare le prove dei loro crimini, una pratica comune in altri campi prima dell'abbandono.
Circa 5000 persone furono cremate e circa 25000 transitarono per essere smistate in altri lager o verso il lavoro obbligatorio. Si trattava di ostaggi, partigiani, detenuti politici ed ebrei.
Il processo si concluse nel 1976 con la condanna all'ergastolo in contumacia del comandante Joseph Oberhauser, che però non fu estradato in Italia e non scontò mai la pena. Tuttavia, il processo contribuì a far conoscere la storia della Risiera ai triestini.